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La Mulieris Dignitatem (latino, "Costruire la speranza") è una Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio di Papa Giovanni Paolo II pubblicata il 1° ottobre 1999, in occasione della proclamazione delle compatroni d'Europa Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce.
Il Motu Proprio è diviso in dieci capitoli che iniziano con queste frasi
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La speranza di costruire un mondo più giusto e più degno dell'uomo, acuita dall'attesa del terzo millennio ormai alle porte, non può prescindere dalla consapevolezza che a nulla varrebbero gli sforzi umani se non fossero accompagnati dalla grazia divina: Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori [1]. Di questo non possono non tener conto anche quanti si pongono in questi anni il problema di dare all'Europa un nuovo assetto, che aiuti il vecchio Continente a far tesoro delle ricchezze della sua storia, rimuovendo le tristi eredità del passato, per rispondere con una originalità radicata nelle migliori tradizioni alle istanze del mondo che cambia. »
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La Chiesa non dubita che proprio questo tesoro di santità sia il segreto del suo passato e la speranza del suo futuro. È in esso che meglio si esprime il dono della Redenzione, grazie al quale l'uomo è riscattato dal peccato e riceve la possibilità della vita nuova in Cristo. È in esso che il Popolo di Dio in cammino nella storia trova un sostegno impareggiabile, sentendosi profondamente unito alla Chiesa gloriosa, che in Cielo canta le lodi dell'Agnello Ap 7,9-10 mentre intercede per la comunità ancora pellegrina sulla terra. Per questo, fin dai tempi più antichi, i santi sono stati guardati dal Popolo di Dio come protettori e con una singolare prassi, cui certo non è estraneo l'influsso dello Spirito Santo, talvolta su istanza dei fedeli accolta dai Pastori, talaltra per iniziativa dei Pastori stessi, le singole Chiese, le regioni e persino i Continenti, sono stati affidati allo speciale patronato di alcuni Santi. »
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Naturalmente il panorama della santità è così vario e ricco, che la scelta di nuovi celesti patroni avrebbe potuto orientarsi anche verso altre degnissime figure, che ogni epoca e ogni regione possono vantare. Ritengo tuttavia particolarmente significativa l'opzione per questa santità dal volto femminile, nel quadro della provvidenziale tendenza che, nella Chiesa e nella società del nostro tempo, è venuta affermandosi con il sempre più chiaro riconoscimento della dignità e dei doni propri della donna. »
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La prima di queste tre grandi figure, Brigida, nacque da famiglia aristocratica nel 1303 a Finsta, nella regione svedese di Uppland. Ella è conosciuta soprattutto come mistica e fondatrice dell'Ordine del SS. Salvatore. Non bisogna tuttavia dimenticare che la prima parte della sua vita fu quella di una laica felicemente sposata con un pio cristiano dal quale ebbe otto figli. Indicandola come compatrona d'Europa, intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all'alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana. Senza lasciarsi fuorviare dalle condizioni di benessere del suo ceto sociale, ella visse col marito Ulf un'esperienza di coppia in cui l'amore sponsale si coniugò con la preghiera intensa, con lo studio della Sacra Scrittura, con la mortificazione, con la carità. Insieme fondarono un piccolo ospedale, dove assistevano frequentemente i malati. Brigida poi era solita servire personalmente i poveri. Al tempo stesso, fu apprezzata per le sue doti pedagogiche, che ebbe modo di esprimere nel periodo in cui fu richiesto il suo servizio alla corte di Stoccolma. Da questa esperienza matureranno i consigli che in diverse occasioni darà a principi e sovrani per la retta gestione dei loro compiti. Ma i primi a trarne vantaggio furono ovviamente i figli, e non a caso una delle figlie, Caterina, è venerata come Santa. »
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Lasciata la Svezia nel 1349, Brigida si stabilì a Roma, sede del Successore di Pietro. Il trasferimento in Italia costituì una tappa decisiva per l'allargamento non solo geografico e culturale, ma soprattutto spirituale, della mente e del cuore di Brigida. Molti luoghi dell'Italia la videro ancora pellegrina, desiderosa di venerare le reliquie dei santi. Fu così a Milano, Pavia, Assisi, Ortona, Bari, Benevento, Pozzuoli, Napoli, Salerno, Amalfi, al Santuario di san Michele Arcangelo sul Monte Gargano. L'ultimo pellegrinaggio, compiuto fra il 1371 e il 1372, la portò a varcare il Mediterraneo, in direzione della Terra santa, permettendole di abbracciare spiritualmente oltre i tanti luoghi sacri dell'Europa cattolica, le sorgenti stesse del cristianesimo nei luoghi santificati dalla vita e dalla morte del Redentore. »
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Di poco posteriore è l'altra grande figura di donna, santa Caterina da Siena, il cui ruolo negli sviluppi della storia della Chiesa e nello stesso approfondimento dottrinale del messaggio rivelato ha avuto riconoscimenti significativi, che sono giunti fino all'attribuzione del titolo di dottore della Chiesa. »
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Caterina tuttavia sapeva bene che a tale conclusione non si poteva efficacemente pervenire, se gli animi non erano stati prima plasmati dal vigore stesso del Vangelo. Di qui l'urgenza della riforma dei costumi, che ella proponeva a tutti, senza eccezione. Ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro proprietà: consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi la santa e vera giustizia, facendosi padri dei poveri [2]. L'esercizio della sovranità non poteva infatti essere disgiunto da quello della carità, che è insieme anima della vita personale e della responsabilità politica [3]. »
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Con Edith Stein — santa Teresa Benedetta della Croce — siamo in tutt'altro ambiente storico-culturale. Ella ci porta infatti nel vivo di questo nostro secolo tormentato, additando le speranze che esso ha acceso, ma anche le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato. Edith non viene, come Brigida e Caterina, da una famiglia cristiana. Tutto in lei esprime il tormento della ricerca e la fatica del pellegrinaggio esistenziale. Anche dopo essere approdata alla verità nella pace della vita contemplativa, ella dovette vivere fino in fondo il mistero della Croce. »
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L'incontro col cristianesimo non la portò a ripudiare le sue radici ebraiche, ma piuttosto gliele fece riscoprire in pienezza. Questo tuttavia non le risparmiò l'incomprensione da parte dei suoi familiari. Soprattutto le procurò un dolore indicibile il dissenso della madre. In realtà, tutto il suo cammino di perfezione cristiana si svolse all'insegna non solo della solidarietà umana con il suo popolo d'origine, ma anche di una vera condivisione spirituale con la vocazione dei figli di Abramo, segnati dal mistero della chiamata e dei doni irrevocabili di Dio Rm 11,29 . »
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Cresca, dunque, l'Europa! Cresca come Europa dello spirito, sulla scia della sua storia migliore, che ha proprio nella santità la sua espressione più alta. L'unità del Continente, che sta progressivamente maturando nelle coscienze e sta definendosi sempre più nettamente anche sul versante politico, incarna certamente una prospettiva di grande speranza. Gli Europei sono chiamati a lasciarsi definitivamente alle spalle le storiche rivalità che hanno fatto spesso del loro Continente il teatro di guerre devastanti. Al tempo stesso essi devono impegnarsi a creare le condizioni di una maggiore coesione e collaborazione tra i popoli. Davanti a loro sta la grande sfida di costruire una cultura e un'etica dell'unità, in mancanza delle quali qualunque politica dell'unità è destinata prima o poi a naufragare. »
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Note |
- ↑ Sal 127 [126], 1
- ↑ cfr Lettera n. 235 al Re di Francia
- ↑ cfr Lettera n. 357 al re d'Ungheria
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