Virtù

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Andrea Mantegna, Trionfo della Virtù, 1502. Nella palude si allignano i vizi, raffigurati come esseri deformi e personaggi mitologici, in Cielo le tre Virtù cardinali: giustizia, fortezza e temperanza

Il concetto di virtù fu introdotto dalla filosofia greca per indicare gli atteggiamenti di fondo della persona valutati come positivi dal giudizio etico. In questo senso si parla di virtù intellettuali, intendendo quelle che perfezionano l'intelletto, anche al fine di una più perfetta conoscenza delle verità religiose, e virtù cristiane, quelle che portano a maturazione la vita cristiana.

Nella storia della Chiesa

I Padri della Chiesa ripresero il concetto di virtù dalla tradizione del pensiero aristotelico e stoico. In particolare Sant'Ambrogio, nel IV secolo, approfondì le attitudini morali e la loro incidenza nella vita del cristiano.

I Padri distinsero quindi le virtù in base:

  • al loro oggetto
  • alla loro origine
  • al loro fine
  • al loro grado

Tipologia secondo l'oggetto

Le virtù che hanno per oggetto formale Dio e la sua conoscenza si chiamano teologali; esse sono:

Le virtù che hanno per oggetto formale l'attività morale si dicono cardinali perché considerate il cardine della vita umana; esse sono:

Di queste, le prime tre hanno come campo di applicazione le relazioni interpersonali ed il controllo delle proprie spinte vitali-istintive.

L'ultima, la prudenza, è considerata come la ragionevolezza suprema, in quanto orientata alla produzione di un giudizio che fa appello alle più alte finalità della famiglia umana, senza tuttavia dimenticare le circostanze della vita individuale.

La ragionevolezza cui tendono le virtù non si identifica con il calcolo utilitaristico o con un procedimento razionale, ma coincide con la lenta conquista di una consapevolezza più grande, il valore della vita, il fine ultimo dell'esistenza, la considerazione dei beni della terra.

Tipologia secondo l'origine

In base alla loro origine le Virtù si dividono in:

  • infuse: quelle donate direttamente dalla Grazia divina;
  • acquisite: quelle ottenute con la costanza del comportamento retto.

Tipologia secondo il fine

In base al loro fine le virtù si dividono in:

  • naturali: quelle che migliorano i rapporti all'interno della collettività
  • soprannaturali: quelle attinenti alla relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo

Tipologia secondo il grado

Le virtù si identificano in base al loro grado di intensità e di pratica in:

Approfondimento

La tradizione teologica cristiana ha per molto tempo considerato la teoria della virtù come il quadro etico-filosofico attraverso il quale presentare il messaggio di salvezza proposto dalla Rivelazione.

La prospettiva biblica esclude che la realizzazione etica di sé possa essere raggiunta con le sole forze umane della ragione e della volontà. Indica nella grazia il decisivo aiuto offerto da Dio alla libera azione dell'uomo.

Bibliografia
  • Aa.Vv., Enciclopedia del Cristianesimo, De Agostini, Novara, 2000
Voci correlate