Abbazia di Saint-Vincent de Metz

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Abbazia di Saint-Vincent de Metz
Basilique Saint-Vincent.JPG Abbaziale
Stato bandiera Francia
Regione Grande Est
Dipartimento Mosella
Comune Metz
Diocesi Diocesi di Metz
Religione Cattolica
Oggetto tipo Abbazia
Dedicazione San Vincenzo di Saragozza
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Data fondazione {{{Data fondazione}}}
Inizio della costruzione X secolo
Soppressione 1790
Data di consacrazione 1030
Coordinate geografiche
49°07′25″N 6°10′22″E / 49.12359, 6.17288 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Saint-Vincent de Metz
Abbazia di Saint-Vincent de Metz
Parigi
Parigi

L'Abbazia di Saint-Vincent de Metz, dedicata a San Vincenzo di Saragozza. Fu un'antica abbazia benedettina situata a Metz, nel dipartimento francese della Mosella.

Storia

Nel 968 il vescovo di Metz Thierry I fu un signore di alto lignaggio, legato in particolare ai re di Francia ma soprattutto all'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I, che seguì nei suoi viaggi in Italia e da dove riportò le reliquie di san Vincenzo di Saragozza. Per custodirle, Thierry I decise di fondare un'abbazia che avrebbe affidato ai benedettini. Si avvalse dell'aiuto dei due monasteri più illustri della sua diocesi: l'abbazia di Gorze, fondata dal grande vescovo san Crodegango di Metz, e l'abbazia di Saint-Arnould, luogo di sepoltura dei re carolingi. Così, la prima chiesa abbaziale di Saint-Vincent, che sostituì un precedente oratorio dei viticoltori dell'isola di Chambière, fu opera del monaco Odilberto (o Odolbert), prevosto di Gorze e poi abate di Saint-Vincent. Il vescovo Thierry dedicò la nuova chiesa il 6 agosto 972, collocandovi le reliquie di San Vincenzo e Santa Lucia, tuttoggi presenti, che aveva riportato dai suoi viaggi in Italia al fianco di Ottone I, il primo principe del Sacro Romano Impero. Così la nuova abbazia fu posta sotto la protezione di San Vincenzo ma anche di Santa Lucia. Il vescovo fu sepolto in questa chiesa nel 984.

La chiesa abbaziale fu consacrata nel 1030 da Thierry II. L'imperatore Ottone II la prese sotto la sua protezione, così come papa Giovanni XIII. Questo esentava l'abbazia dal giogo di ogni potere temporale e conferiva al suo abate un potere predominante: era autorizzato, in assenza del vescovo, a celebrare la messa nella cattedrale. Questi diritti furono confermati nel 1051, 1096 e alla fine del XVI secolo. L'abbazia di Saint-Vincent non era solo molto potente; era anche un centro di istruzione, una vera e propria università ante litteram. Il primo maestro di scuola di Saint-Vincent fu Adalberto che ci ha lasciato un bellissimo elogio della città di Metz.

Il maestro di scuola più famoso fu Sigebert de Gembloux[1] che arrivò a Saint-Vincent nel 1051. Diresse le scuole di Metz per venticinque anni. Gli studi erano costituiti da due livelli, il trivio e il quadrivio. Il primo comprendeva la grammatica, la retorica e la dialettica; il secondo, l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la musica. A seconda della carriera a cui ogni studente era destinato, a queste discipline si aggiungevano la medicina, la teologia scolastica e l'utrolque iure. Lo studio delle lingue greca ed ebraica costituiva una sorta di coronamento di questo vasto programma. Il latino era tanto più studiato seriamente in quanto tutto l'insegnamento veniva fatto in questa lingua. L'abbazia di Saint-Vincent era molto ricca e la maggior parte dei suoi monaci proveniva da Gorze e Saint-Arnould. Verso la metà del XIII secolo, a causa della sua crescente sviluppo, si rese necessario l'ampliamento dell'abbazia.

L'abate Warin ordinò nel 1248 la demolizione della vecchia chiesa abbaziale e l'erezione, sullo stesso sito, di un nuovo santuario più prestigioso. Fu il 7 dicembre 1248 che l'abate Warin pose la prima pietra di Saint-Vincent. I lavori erano già iniziati quando abate Warin morì nel 1251, e si protrassero per più di un secolo fino al 1376, quando il vescovo di Metz Thierry de Boppard[2] procedette alla consacrazione della futura basilica.

A partire dal XVII secolo, il monastero ebbe solo abati commendatari; il più illustre di loro fu il cardinale Giulio Mazzarino. I monaci non trascurarono però la loro chiesa: nel 1613 sostituirono l'altare maggiore; nel 1655, l'esplosione di una polveriera distrusse le vetrate che i monaci sostituirono. Nel 1682, 1686 e 1724 furono apportate piccole trasformazioni all'interno della chiesa.

Nel XVIII secolo la grande torre, che, dalla metà del secolo precedente era pericolante e dopo vari incidenti, nel 1752 il vento ebbe la meglio sul campanile, che cadde, schiacciando le prime due campate della navata sotto la mole delle sue pietre. I restauri intrappresi dopo il crollo permisero di ingrandire e abbellire ancora di più la chiesa. Così, dal 1754 al 1756, furono costruite due nuove campate al livello della vecchia facciata.

Nel 1790, quando l'abbazia fu soppressa, solo un monaco si rifiutò di lasciare i locali, e fu trovato morto sei giorni dopo la sua espulsione forzata. Nel 1791 la chiesa divenne parrocchia e lo divenne di nuovo dopo il ristabilimento del culto nel 1802.

Note
  1. Sigebert de Gembloux su fr.wikipedia.org. URL consultato il 01-07-2023
  2. Thierry V Bayer de Boppard su fr.wikipedia.org. URL consultato il 01-07-2023
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