San Vincenzo di Saragozza

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San Vincenzo di Saragozza
Diacono · Martire
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Santo
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Francisco Ribalta (scuola di), San Vincenzo di Saragozza in prigione (XVII secolo), olio su tela
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Huesca
III secolo
Morte Valencia
22 gennaio 304
Sepoltura
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Appartenenza
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Ordinato diacono
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Predecessore {{{predecessore}}}
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Extra San Vincenzo di Saragozza
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 22 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Palma, dalmatica, macina legata al collo e croce di Sant'Andrea
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Vicenza, vinai
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

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Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 22 gennaio, n. 1:
« San Vincenzo, diacono di Saragozza e martire, che dopo aver patito nella persecuzione dell'imperatore Diocleziano il carcere, la fame, il cavalletto e le lame incandescenti, a Valencia in Spagna volò invitto in cielo al premio per il suo martirio. »

San Vincenzo di Saragozza (Huesca, III secolo; † Valencia, 22 gennaio 304) è stato un diacono e martire iberico, sotto l'imperatore Diocleziano.

Biografia

Secondo la tradizione più attendibile nacque a Huesca, alle propaggini dei Pirenei, ma anche le città spagnole di Valencia e Saragozza ne rivendicano la nascita.

Di nobile famiglia, figlio del console Eutichio e della matrona Enola, Vincenzo ebbe un'educazione pari al suo stato: destinato alle lettere, venne ben presto affidato dal padre a Valerio, vescovo di Saragozza, perché provvedesse alla sua formazione spirituale. Il vescovo lo nominò arcidiacono, considerandolo suo braccio destro e affidandogli anche il compito di predicare in sua vece.

Intanto Diocleziano scatenava la persecuzione contro i cristiani: gli editti dell'imperatore imponevano la distruzione di edifici, libri e arredi cristiani; i cristiani che ricoprivano cariche pubbliche dovevano essere esautorati e sottoposti a torture e tutti i sudditi dell'Impero prima di compiere una qualsiasi azione pubblica dovevano offrire sacrifici agli dei.

In questo clima terribile il vescovo Valerio e l'arcidiacono Vincenzo non si sottrassero ai loro doveri continuando a testimoniare la loro fede e Daciano, il prefetto della provincia spagnola nella quale vivevano, ordinò il loro arresto. Condotti a Valencia, dove Daciano teneva il tribunale, furono fustigati, torturati e infine uccisi.

Vincenzo morì il 22 gennaio 304. La leggenda vuole che il suo corpo, gettato in pasto alle bestie selvatiche, si stato difeso da un corvo; allora fu legato in un sacco insieme a un grosso macigno ma il corpo galleggiò e tornò a riva, dove finalmente i cristiani lo raccolsero per dargli degna sepoltura.

Il culto

Inizio del culto

Con l'avvento dell'imperatore Costantino, che si era convertito al cristianesimo, a Valencia veniva eretta una basilica in onore di san Vincenzo e sotto l'altare principale venivano composte le sue reliquie. Tuttavia, in seguito all'invasione dei Mori, le reliquie furono traslate al sicuro in Portogallo, in una chiesetta fatta appositamente costruire sul promontorio oggi detto Capo San Vincenzo. Dopo la reconquista furono imbarcate in una nave che fece rotta verso Lisbona.

Narra una leggenda devozionale che durante il viaggio alcuni corvi si posarono sulla prua e sulla poppa di tale nave quasi a voler significare la loro rinnovata protezione al Santo martire che già un giorno avevano salvato dalle fiere. Giunto in città, il corpo venne deposto nella chiesa di San Giusto e Santa Rufina e dopo qualche tempo, il 15 settembre 1173, trasportato solennemente in cattedrale. In ricordo vennero coniate delle monete.

Oggi

Lo stemma della città di Lisbona

Protettore in particolare degli orfani, delle vedove e dei poveri, san Vincenzo porta un nome che, da Vincens, è simbolo e un augurio di vittoria. Vincenzo è il vincente, colui che vince il male, qualunque esso sia. San Vincenzo São Vicente è patrono di Lisbona. Lo stemma della città raffigura la nave che trasportò i resti mortali di san Vincenzo, dall'Algarve a Lisbona, governata, a poppa e a prua, dai due corvi, che vegliano sulle reliquie del santo.

San Vincenzo è fra i martiri maggiormente conosciuti e venerati nel mondo cattolico e il suo culto, sin dai tempi più remoti, si è tramandato in molti paesi e non solo della Spagna sua patria. A tal proposito Agostino scriveva:

« Qual è oggi la contrada, qual è la provincia dove si estendono l'impero romano e il nome di Cristo che non celebri con gioia l'anniversario del martirio di San Vincenzo? »

Agostino, dal 410 al 413 ogni 22 gennaio pronunciava, dalla basilica Restituta di Cartagine, discorsi in onore del diacono martire Vincenzo. San Vincenzo si festeggia ancora il 22 gennaio. In Italia 91 tra parrocchie e chiese venerano il suo nome; sin dal Trecento è protettore della città di Vicenza che, secondo una vecchia leggenda, ne porta il nome, di Adrano (CT), di Nole (TO), di Ugento (LE) e dell'omonima Diocesi e di Miggiano (LE).

Nell'arte

Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:

Collegamenti esterni