Abbazia di Santa Maria di Farneta (Cortona)
Abbazia di Santa Maria di Farneta | |
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Abbazia di Santa Maria di Farneta, complesso monumentale | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Arezzo |
Comune | Cortona |
Località | Rosano |
Diocesi | Arezzo-Cortona-Sansepolcro |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Str. Provinciale Manzano, 3 Loc. Farneta 52044 Cortona (AR) |
Telefono | +39 0575 610010 |
Fax | +39 0575 610010 |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Data fondazione | IX secolo |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | IX secolo |
Soppressione | 1799 |
Altitudine | 320 s.l.m. |
Note | Attualmente affidata al clero secolare |
Coordinate geografiche | |
Toscana | |
L'Abbazia di Santa Maria di Farneta è un complesso monumentale che ospitò un monastero benedettino, situato nell'omonima località, frazione del comune di Cortona (Arezzo), del quale attualmente rimane soltanto la chiesa.
Toponimo
Gli studiosi ritengono che il toponimo "Farneta" derivi da quercus farnia, cioè "quercia gentile".
Storia
Il monastero benedettino fu fondato tra il IX ed il X secolo per munificenza dei conti di Ronzano, ma di esso abbiamo una prima notizia soltanto in un documento del 1014.
Nel XIII secolo, l'abbazia raggiunse un notevole livello economico e sociale, arrivando a controllare gran parte della Valdichiana inferiore, ma già nel XV secolo era ormai in decadenza.
Nel XVI secolo, dopo la parentesi degli abati commendatari, il monastero venne affidato ai monaci olivetani.
L'abbazia, dopo essere passata nel 1780 al clero secolare, nel 1799 fu soppressa dal granduca di Toscana, Pietro Leopoldo I.
Da questo momento il complesso monastico venne lasciato all'incuria del tempo, tanto che ne rimase la sola chiesa, fino ai lavori di ristrutturazione e restauro, condotti tra il 1940 ed il 1944.
Il 30 gennaio 1974, al complesso monumentale è stato restituito il titolo abbaziale.
Descrizione
Del complesso monastico rimane soltanto la chiesa abbaziale, mutilata nel XVIII secolo, che ad un'attenta lettura presenta un particolare interesse storico-architettonico, anche per essere (in quel che conserva della sua struttura originaria) la più antica manifestazione dell'arte romanica nel territorio aretino.
Chiesa
Esterno
La facciata attuale della chiesa non è quella originale, che venne abbattuta nel XVIII secolo: l'attuale si presenta a semplice a capanna con un unico portale ed una monofora.
Il campanile a vela ha sostituito quello originario abbattuto nel XVIII secolo, che era addossato al transetto sinistro.
Interno
L'interno, a pianta a croce commissa ed unica navata con soffitto a capriate, presenta il presbiterio sopraelevato sulla cripta e terminate in cinque absidi semicircolari (tre centrali e due laterali), rivolte ad oriente: questa tipologia planimetrica costituisce uno dei primi esempi di pianta a croce commissa in Italia.
Un tempo le absidi, che erano fiancheggiate da nicchie (rimosse nel 1924 perché credute non originali), avevano un aspetto trilobato.
Fra le opere di particolare interesse storico-artistico conservate, si notano:
- sul presbiterio, alla parete destra, dipinto murale con Madonna con Gesù Bambino tra san Rocco e san Sebastiano (1527), affresco, di Tommaso Bernabei detto Papacello.
- all'ingresso,
- a sinistra, Acquasantiera a conchiglia (XVII secolo), sorretta da due capitelli romani in marmo.
- a destra, Fonte battesimale esagonale (1712), in pietra arenaria.
Cripta
Dal transetto, si scende nella cripta (IX - X secolo), l'ambiente più interessante della chiesa - rimesso in luce con i lavori di restauro degli anni Quaranta- di planimetria particolare, divisa in tre celle pluriabsidate (la centrale con quattro nicchie, le laterali con tre) con volte a botte ed a crociera, senza sottarchi, sorrette da colonne e capitelli romani di spoglio, una delle quali, in granito rosso egiziano.
Galleria fotografica
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Bibliografia | |
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