San Sebastiano
San Sebastiano Martire | |
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Santo | |
Marco Palmezzano, San Sebastiano - Budapest, Museo di Belle Arti | |
Età alla morte | circa 41 anni |
Nascita | Milano 263 ca. |
Morte | Roma 304 ca. |
Sepoltura | Roma, Basilica di San Sebastiano fuori le Mura |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 20 gennaio |
Altre ricorrenze | 18 dicembre (Chiesa ortodossa) |
Santuario principale | Roma, Basilica di San Sebastiano fuori le Mura |
Attributi | Frecce, palma |
Devozioni particolari | Invocato contro la peste |
Patrono di | Atleti, arcieri, tappezzieri, vigili urbani |
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Nel Martirologio Romano, 20 gennaio, n. 2 (nel Rito ambrosiano ha grado di memoria obbligatoria):
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San Sebastiano (Milano, 263 ca.; † Roma, 304 ca.) è stato un soldato e martire latino, ucciso a colpi di frecce sotto l'imperatore Diocleziano.
Biografia
Secondo la tradizione il santo visse al tempo dell'imperatore Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito, fu comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano scoprì che Sebastiano era cristiano lo condannò a morire trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio i carnefici, credutolo morto, lo abbandonarono, ma amorevolmente curato sarebbe riuscito a guarire. Ritornato da Diocleziano per rimproverarlo, questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte e poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
Sant'Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Le maggiori informazioni sulla sua vita ci sono giunte dalla Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine e dalla Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo.
Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio Martirum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.
Tuttavia le agiografie che lo vedono al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento di Ivo l'Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.
Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce.
La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette di San Sebastiano.
San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio romano sul versante orientale del Palatino.
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