San Sebastiano, martire, che, originario di Milano, venne a Roma, come riferisce sant'Ambrogio, al tempo in cui infuriavano violente persecuzioni e vi subì la passione; a Roma, pertanto, dove era giunto come ospite straniero, ebbe il domicilio della perpetua immortalità; la sua deposizione avvenne sempre a Roma ad Catacumbas in questo stesso giorno.»
Secondo la tradizione il santo visse al tempo dell'imperatore Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito, fu comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano scoprì che Sebastiano era cristiano lo condannò a morire trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio i carnefici, credutolo morto, lo abbandonarono, ma amorevolmente curato sarebbe riuscito a guarire. Ritornato da Diocleziano per rimproverarlo, questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte e poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio Martirum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.
Tuttavia le agiografie che lo vedono al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento di Ivo l'Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.
Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce. La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette di San Sebastiano.
San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio romano sul versante orientale del Palatino.
Bibliografia
Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano2002, pp. 331 - 337 ISBN 9788843596744