Adorazione dei pastori (Charles Le Brun)

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FRA Parigi MuLouvre C.LeBrun AdorazionePastori 1689.jpg
Charles Le Brun, Adorazione dei pastori (1689), olio su tela
Adorazione dei pastori
Opera d'arte
Stato

bandiera Francia

Regione Île-de-France
Regione ecclesiastica [[|]]
Dipartimento Parigi
Comune

Stemma Parigi

Località
Diocesi Parigi
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo del Louvre, sala 34
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza
Luogo di provenienza
Oggetto dipinto
Soggetto Adorazione dei pastori
Datazione 1689
Datazione
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Ambito culturale scuola francese
Autore

Charles Le Brun

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tela
Misure h. 151 cm; l. 215 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Virgolette chiuse.png

L'Adorazione dei pastori è un dipinto, eseguito nel 1689, ad olio su tela, dal pittore francese Charles Le Brun (1619 - 1690), conservato presso il Museo del Louvre di Parigi (Francia).

Descrizione

L'Adorazione dei pastori è ambientata, secondo la tradizione, in un ricovero d'animali, all'interno del quale s'intravedono il bue e l'asino, dove compaiono:

  • Gesù Bambino è adagiato nudo tra le gambe della madre e una mangiatoia, dal suo corpo s'irradia una luce splendente, di purezza e potenza inaudite, che viene dall'alto e illumina ogni cosa. Questa immagine rievoca la locuzione presente nel Credo: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre". Il Bambino che nasce a Betlemme è Egli stesso divinità, lumen de lumine, gloria del Padre. La luce è venuta nel mondo, come proclama il Vangelo di Giovanni (Gv 3,19 ), ed è questa l'idea fondamentale che il pittore pone al centro della realizzazione fisica-semantica di un dipinto assolutamente unico il quale esprime al più alto grado tale Verità.
  • Maria Vergine custodisce in modo affettuoso e toccante nel suo grembo, il Bambino e lo contempla in atteggiamento di tenera adorazione. Maria è la sola che può guardare senza temere l'alone di luce che si diffonde dal cielo e che coinvolge il neonato, anzi n'è lei stessa partecipe nella sua santità e l'intimo gaudio fiorisce in dolce sorriso di madre.
  • san Giuseppe, in penombra, contempla il Bambino in un atteggiamento di preghiera e adorazione, creando un'atmosfera di profondo raccoglimento.
  • pastori, sono i primi a riconoscere la divinità di Gesù e vivificati dalla luce, che si espande dal Bambino, sono colti in adorazione del neonato.
  • in alto, angeli volano sopra la scena e con le loro movenze e panneggi svolazzanti, animano l'insieme della composizione.

Notizie storico-critiche

L'opera è parte di un insieme di quattro dipinti realizzati, tra il 1685 e il 1689, da Charles Le Brun per Luigi XIV (1638 - 1715), re di Francia, il quale possedeva una delle collezioni d'arte più ricche dei suoi tempi.

Dopo la Rivoluzione francese (1789 - 1799), il dipinto fu trasferito al Museo del Louvre.

Bibliografia
  • Michel Gareau, Charles Le Brun. First painter to King Louis XIV, Editore Abrams, New York 1992
  • Emma Muracchioli, Il Barocco in Europa: da Rembrandt a Rubens, esplode la luce, col. "La Bellezza di Dio. L'Arte ispirata dal Cristianesimo", Edizioni San Paolo, Palazzolo sull'Oglio (BS) 2003, pp. 64 - 65, 67
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 29 aprile 2018 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.