Adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino, san Bernardo e la Trinità (Filippo Lippi)




Adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino, san Bernardo e la Trinità | |
Filippo Lippi, Adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino, san Bernardo e la Trinità (1458 - 1460), tempera su tavola | |
Adorazione di Gesù Bambino di Palazzo Medici-Riccardi | |
Opera d'arte | |
Stato |
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Comune | Berlino |
Diocesi | Berlino |
Ubicazione specifica | Gemäldegalerie |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | Palazzo Medici-Riccardi, primo piano, cappella gentilizia |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Madonna in adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino, san Bernardo e la Trinità |
Datazione | 1458 - 1460 |
Ambito culturale | |
Autore | Filippo Lippi |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 129,5 cm; l. 118,5 cm |
Iscrizioni | Frater Philippus P. |
Note | |
opera firmata | |
|
L'Adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino, san Bernardo e la Trinità è una pala d'altare, eseguita tra il 1458 e il 1460, a tempera su tavola, da Filippo Lippi (1406 ca. - 1469), proveniente dalla cappella gentilizia, al piano nobile (primo piano), del Palazzo Medici-Riccardi di Firenze e ora conservato nella Gemäldegalerie di Berlino.
Descrizione
Soggetto
La scena è ambientata in un fitto paesaggio boschivo, quasi notturno, dove compaiono:
- al centro, Gesù Bambino, adagiato su un prato, che insieme alla colomba dello Spirito Santo e a Dio Padre eterno, formando la Trinità, sono il cardine visivo e simbolico della composizione.
- a destra:
- Madonna inginocchiata su un prato verdeggiante e fiorito con rose bianche e rosse e candidi gigli, attributi di Maria Vergine; ella è colta in adorazione del Bambino, in un atteggiamento di profonda meditazione sul destino del Figlio;
- san Giovannino, patrono di Firenze, è il "Precursore", ossia colui che precede la venuta del Messia;
- san Bernardo di Chiaravalle in preghiera, fondatore dell'Ordine cistercense: questi, insieme a san Giovanni Battista, sono personaggi, protagonisti di esperienze di vita eremitica, rappresentati in un paesaggio buio, illuminati solo dalla luce divina, sembrano indicare al fedele la via della penitenza, come l'unica che può condurre alla redenzione.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- L'assenza di san Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, evidenzia il virginale concepimento nel grembo della Madonna, per mezzo dello Spirito Santo.
- Nell'opera si coglie appieno la sottile intelligenza del pittore, il quale da una parte riesce a collegare l'ambientazione del suo dipinto con i fondali verdi e boscosi presenti nel ciclo del Gozzoli, dall'altra lo caratterizza dandogli un senso di silenziosa preghiera e di penitenza.
- Il dipinto è un groviglio di simboli che alludono alla vita eremitica, alla contemplazione al sacrificio di Gesù Cristo (come lEcce Agnus Dei di san Giovannino, il cardellino accanto a Gesù o i pellicani sullo sfondo) e che obbligano il sontuoso corteo a meditare di fronte al mistero del Verbo incarnato.
Iscrizioni
Sull'opera si trovano tre iscrizioni:
- nel manico dell'ascia, dove si legge la firma del artista:
« | Frater Philippus P. » |
- nell'aureola di san Bernardo:
« | S. BERNARDUS » |
- nel cartiglio di san Giovanni Battista:
« | ECCE AGNUS DEI » |
Notizie storico-critiche
La pala d'altare era in origine nella cappella gentilizia, al piano nobile (primo piano), del Palazzo Medici-Riccardi a Firenze ed era il fulcro del ciclo di dipinti murali con il Viaggio dei Magi (1459), opera di Benozzo Gozzoli (1420 - 1497).
Il corteo dei Magi, venuti dai confini più lontani della terra per portare i loro doni al Bambino, era stato immaginato da Benozzo Gozzoli come un lento e sontuoso percorso attraverso il paesaggio toscano. Siamo nella residenza della più importante famiglia fiorentina, sovrana di fatto, se non ancora di diritto, della città e della repubblica. I Medici con le loro riconoscibili fisionomie partecipano al corteo. Anch'essi, come i Magi, vogliono offrire la loro devozione e i loro doni a Gesù Bambino, così come offrono ordine, prosperità e pace alla città di cui si sentono (e lo sono in effetti) i legittimi rappresentanti. I dipinti murali di Benozzo Gozzoli sono quanto di più lussuoso si possa immaginare per l'epoca. Sfilano di fronte allo spettatore la ricchezza, il potere e la gloria di questo mondo; ma la meta del percorso è la nascita di Gesù raffigurata nell'opera che Filippo Lippi dipinse per l'altare della cappella e che oggi è sostituita da una modesta copia coeva, attribuita allo pseudo-Pier Francesco Fiorentino [1].
L'Adorazione di Gesù Bambino venne descritta nell'inventario di Palazzo Medici-Riccardi, redatto alla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492.
Nel 1821, l'opera pervenne al museo berlinese.
Note | |
Bibliografia | |
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