Viaggio dei Magi (Benozzo Gozzoli)
Benozzo Gozzoli, Viaggio dei Magi (part. Parete orientale), 1459, affresco | |
Cappella dei Magi | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Palazzo Medici-Riccardi, primo piano, cappella gentilizia |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | ciclo di dipinti murali |
Soggetto | Viaggio dei Magi |
Datazione | 1459 |
Ambito culturale | |
Autore | Benozzo Gozzoli (Benozzo di Lese) |
Materia e tecnica | affresco |
Iscrizioni | OPUS BENOTII d. |
Stemmi, Punzoni, Marchi | stemma della famiglia Medici |
Note | |
opera firmata | |
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Il Viaggio dei Magi è un ciclo di dipinti murali, eseguiti nel 1459, ad affresco, da Benozzo di Lese detto Benozzo Gozzoli (1420 - 1497), ubicato nella cappella del Palazzo Medici-Riccardi di Firenze.
Descrizione
Nella cappella Benozzo Gozzoli appronta una decorazione parietale di grande spettacolarità; alle pareti laterali, nella parte più vicina all'altare, schiere di angeli si volgono adoranti verso lo spazio occupato un tempo dalla pala d'altare di Filippo Lippi, amplificandone il contenuto in senso corale. Il pittore mette in comunicazione la pala con il resto della cappella. Infatti, il corteo dei Magi si svolge su tre pareti, senza cesure, cosicché ammirando il ciclo dal centro della sala si ha l'impressione di ammirare la sfilata dall'interno di una curva del suo percorso.
Cortei dei Magi
Ciascuno dei tre Magi con il proprio corteo occupa una parete del vano principale. I drappelli seguono lo schema adottato a Firenze in occasione di giochi e spettacoli cavallereschi, organizzati nel XV secolo. Infatti, l'intero corteo è suddiviso in tre drappelli distinti (detti "brigate"), ciascuno caratterizzato da un colore dominante nelle vesti e nei finimenti:
Secondo il codice cavalleresco, ogni drappello conta dodici persone ed è composto di:
- messere, signore a cavallo (in questo caso, il magio) che detta i colori delle vesti, gli ornamenti dei copricapo e le insegne;
- tre paggi a cavallo, che fanno l'avanguardia e hanno il compito di annunciare l'arrivo del loro signore;
- due cavalieri che portano rispettivamente la spada, segno di regalità (lo spatharius) e il dono del messere;
- sei paggi a piedi, armati alla leggera (con archi, balestre, lance) disposti a coppia che scortano il signore stesso.
Schema del ciclo
Lo schema di sviluppo dei dipinti murali, che decorano le pareti della cappella, è il seguente:
- parete orientale, Viaggio dei Magi: primo corteo;
- parete meridionale, Viaggio dei Magi: secondo corteo;
- parete occidentale, Viaggio dei Magi: terzo corteo
- angolo sud-occidentale, Viaggio dei Magi: terzo corteo
- abside e parete settentrionale: Scene di vita pastorale e Angeli in adorazione
Parete orientale
La scena è ambientata in un paesaggio dal gusto tardogotico, ricco di dettagli cortesi come castelli, scene di caccia e piante fantastiche, ispirato probabilmente agli arazzi fiamminghi, dove sono rappresentati:
- Magio giovane, biondo e imberbe, porta in dono la mirra, il balsamo cosparso sul corpo dei defunti e dunque allusivo alla natura terrena di Gesù Cristo. Vestito di bianco come i partecipanti al suo drappello, il magio guida il corteo della famiglia Medici e di parenti, alleati e ospiti illustri. Egli è impersonato da un elegante adolescente che precede il corteo su un cavallo bianco: questi è forse Lorenzo il Magnifico (1449 - 1492). La sua figura sostituisce quella del papa Eugenio IV a cui i Medici avevano ritirato l'appoggio nel 1443. Infatti, la sua presenza sarebbe anacronistica, poiché egli era nato nel 1449, ossia dieci anni dopo il Concilio di Firenze.
Vengono dietro:
- Piero de' Medici (1416 - 1469), padre di Lorenzo e committente dell'opera.
- Cosimo il Vecchio (1389 - 1464), nonno di Lorenzo e capofamiglia dei Medici, a cavallo di un asino.
- Carlo de' Medici (1428 ca. - 1492), religioso e presbitero, figlio illegittimo di Cosimo, s'intravede tra i primi due personaggi.
- due dignitari italiani, Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417 - 1468), signore di Rimini e Galeazzo Maria Sforza (1444 - 1476), duca di Milano, che furono in quegli anni ospitati dai Medici e sono qui rappresentati per celebrare i successi politici della casata. Inoltre, le casate dei Malatesta e degli Sforza si erano, di recente, imparentate con i Paleologi di Bisanzio, per questo essi sembrano fare da "garanti" al corteo dei partecipanti al concilio che si svolge dietro di loro, come se fossero dei protettori alleati ai Medici.
- arciere nero appiedato, davanti allo Sforza, è forse un'allusione all'alleanza difensiva conclusa tra Francesco Sforza e Cosimo de' Medici.
Seguono ancora figure della famiglia Medici e legate ad essa, fra questi si riconoscono:
- Gentile de' Becchi († 1497), vescovo, precettore di Lorenzo e Giuliano de' Medici;
- Giovanni de' Medici (1421 - 1463), figlio minore di Cosimo.
Dietro di loro si dispiega un corteo di letterati e filosofi platonici, tra i quali:
- gli umanisti Marsilio Ficino (1433 - 1499), Luigi Pulci (1432 - 1484) e il fratello;
- lo stesso pittore Benozzo Gozzoli, riconoscibile, perché guarda verso lo spettatore (secondo le indicazioni di Leon Battista Alberti) e per l'iscrizione sul tessuto del cappello rosso.
Inoltre, nella terza parte del corteo si riconosce una teoria di dignitari bizantini (dalla lunga barba), dove forse potrebbero essere stati raffigurati:
- Giorgio Gemisto, detto Pletone (1355 ca. - 1452), filosofo neoplatonico;
- Giovanni Argiropulo (1416 ca. - 1487), umanista e scrittore;
- Isidoro di Kiev (1380/1390 - 1463), teologo e cardinale;
- Teodoro Gaza (1415 ca. - 1475), umanista e traduttore;
- Niccolò Perotti (1430 ca. - 1480), umanista, filologo e arcivescovo cattolico.
Nella fila successiva si nota una figura che indossa un berretto rosso con ricco fregio dorato: quasi certamente si tratta di Enea Silvio Piccolomini (1405 - 1464), futuro papa Pio II all'epoca ancora cardinale [1].
Parete meridionale
Nella parete meridionale compaiono:
- Magio d'età virile, con la pelle scura, vestito di verde come il suo seguito, in sella ad uno splendido cavallo bianco, porta in dono è l'oro, simbolo di regalità; egli è personificato da Giovanni VIII Paleologo (1392 - 1448), imperatore di Bisanzio.
Vengono dietro:
- Tre ragazze a cavallo che sarebbero le tre figlie di Piero de Medici, sorelle di Lorenzo e Giuliano:
- Lucrezia de' Medici, detta Nannina (1448 - 1493);
- Bianca de' Medici (1445 - 1488);
- Maria de' Medici (1445 - 1474). [2].
Il dipinto di questa parete è mutilo di varie parti: a sinistra per l'apertura della finestra e a destra per la traslazione della porzione della parete occidentale. L'operazione disastrosa ha provocato l'abbattimento della fascia di parete dove erano raffigurati i paggi recanti, il dono e la spada del Magio.
Parete occidentale
Nella parete occidentale sono rappresentati:
- Magio anziano su una mula, guida il corteo dei tre Magi con il suo seguito vestito di rosso, porta in dono l'incenso, simbolo della preghiera e della sacralità e dunque allusivo alla divinità di Gesù Cristo; egli è impersonato da Giuseppe II (1360 ca. - 1439), patriarca di Costantinopoli.
I Magi sono preceduti da una processione di personaggi coevi, molti dei quali con fisionomie ben caratterizzate, fra le quali è forse possibile riconoscere ritratti di banchieri, collaboratori e sostenitori politici dei Medici. Tra questi, anticipa il Magio anziano:
- Giuliano de' Medici (1453 - 1478), fratello di Lorenzo, con un leopardo maculato sul cavallo [3][4].
Abside e parete settentrionale
Nelle pareti laterali dell'abside sono raffigurati:
- Due cori di angeli, nello stile del Beato Angelico[5] [6], che coronavano la pala d'altare con l'Adorazione di Gesù Bambino di Filippo Lippi, oggi conservata a Berlino e sostituita da una copia dell'originale, eseguita alla fine del XV secolo.
Iscrizioni
Nelle pareti dell'abside si trovano alcune iscrizioni:
- sulle aureole degli angeli in piedi e nella tunica a sinistra:
« | GLORIA, IN EXCELSIS DEO ET IN TERRA / ADORAMUS TE GLORIFICAMUS TE / ET IN TERR(a) PAX / GLORIA, IN EXCELSIS DE(o), ET IN TERRA » |
- sulle aureole degli angeli inginocchiati:
« | ADORAMUS TE GLORICA(mus te) » |
- sulla tunica dei due angeli all'estrema sinistra:
« | ET IN TERR(a) PAX » |
- sul libro, sotto l'aquila, simbolo di san Giovanni evangelista:
« | IOHA(nnes) » |
Nella parete orientale si trovano due iscrizioni:
- sul copricapo rosso, indossato dal pittore:
« | OPUS BENOTII » |
- sulla tunica dell'uomo che conduce il cavallo di Piero de' Medici e sulla livrea del cavallo:
« | SEMPER » |
Stemma
Nel dipinto della parete orientale, nei finimenti dei cavalli del Magio, di Cosimo e di Piero, si trova:
- stemma della famiglia Medici.
Notizie storico-critiche
Il ciclo di dipinti murali con il Viaggio dei Magi decora la cappella privata di famiglia, edificata da Michelozzo, al piano nobile (primo piano) del Palazzo Medici-Riccardi.
La cappella aveva in origine una forma quadrangolare (oggi un angolo è scantonato in conseguenza dei lavori seicenteschi allo scalone), con un'abside sempre a pianta quadrata, priva di finestre. Sull'altare già era collocata l'Adorazione di Gesù Bambino di Filippo Lippi (oggi conservata alla Gemäldegalerie di Berlino), un'opera molto raffinata, e ispirata ad una religiosità umanizzata e intimistica, difficilmente proponibile per una cappella pubblica. Altrettanto sarebbe impensabile di trovare fuori da questo contesto il ciclo di dipinti murali con il Viaggio dei Magi che Piero de' Medici, commissionò a Benozzo Gozzoli nel 1459. Il pittore si era formato a Firenze, lavorando prima con Lorenzo Ghiberti, poi con Beato Angelico che aveva seguito anche a Roma ed Orvieto.
L'intento celebrativo del ciclo è evidente; infatti, nel 1439, Firenze aveva ospitato il concilio ecumenico che doveva riconciliare e riunire le chiese dell'Occidente e dell'Oriente. In tale occasione Cosimo de' Medici accolse in città l'imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo e il patriarca di Costantinopoli, Giuseppe II. Accompagnati da nobili, prelati, teologi, questi incontrarono il papa Eugenio IV, a sua volta circondato da un imponente seguito d'alti dignitari della Chiesa.
Il 6 luglio 1439, i fiorentini per quanto abituati a cerimonie fastose, poterono assistere al corteo al seguito dell'imperatore, del patriarca e del papa, che per le vie della città s'incamminava verso la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con una sfilata simbolica che ricordava quella dei Magi.
Il Viaggio dei Magi venuti dai confini più lontani della terra per portare i loro doni al Bambino, era stata immaginata da Benozzo Gozzoli come un lento e sontuoso percorso attraverso il paesaggio toscano. Siamo nella residenza della più importante famiglia fiorentina, sovrana di fatto se non ancora di diritto, della città e della repubblica. I Medici con le loro riconoscibili fisionomie partecipano al corteo. Anch'essi, come i Magi, vogliono offrire la loro devozione e i loro doni a Gesù Bambino, così come offrono ordine, prosperità e pace alla città di cui si sentono e sono in effetti, i legittimi rappresentanti. I dipinti murali di Benozzo Gozzoli sono quanto di più lussuoso si può immaginare per l'epoca. Sfilano di fronte allo spettatore la ricchezza, il potere e la gloria di questo mondo; ma la meta del percorso è la nascita di Gesù raffigurata nell'opera che Filippo Lippi dipinse per l'altare della cappella e che oggi è sostituita da una modesta copia coeva, attribuita allo pseudo-Pier Francesco Fiorentino [7].
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