Arcieparchia di Prešov

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Arcieparchia di Prešov
Archieparchia Prešoviensis
Chiesa greco-cattolica slovacca
Prešov5.JPG
arcieparca metropolita Jozef Jonáš Maxim
Sede sede vacante
Prešov
Arcidieceze Presov reckokat.jpg
Stemma
Slovacchia - Arcieparchia di Presov.png
Mappa della diocesi
Nazione bandiera Slovacchia
diocesi suffraganee
Bratislava, Košice
Parrocchie 163
Sacerdoti 301 di cui 282 secolari e 19 regolari
391 battezzati per sacerdote
22 religiosi 73 religiose 2 diaconi
117.800 battezzati
Eretta 22 settembre 1818
Rito bizantino
Indirizzo
ul. Hlavná 1, pošt. schránka 135, 081-35 Prešov, Slovenská Republika
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Slovacchia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


L' arcieparchia di Prešov (in latino: Archieparchia Prešoviensis) è una sede metropolitana della Chiesa greco-cattolica slovacca.

Territorio

L'arcieparchia comprende la regione di Prešov.

Sede arcieparchiale è la città di Prešov, dove si trova la cattedrale di San Giovanni Battista.

Storia

L'eparchia di Prešov è stata eretta il 22 settembre 1818 con la bolla Relata semper di papa Pio VII, ricavandone il territorio dall'eparchia di Mukačevo. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Esztergom (oggi arcidiocesi di Esztergom-Budapest).

Pure avendo molte somiglianze con la Chiesa greco-cattolica rutena, l'eparchia di Prešov è divenuta il centro principale di una propria chiesa sui iuris, la Chiesa greco-cattolica slovacca.

Il 12 settembre 1880 fu inaugurato il seminario eparchiale.[1] Durante l'episcopato di Mikuláš Tóth vi furono dei tentativi di magiarizzazione dell'eparchia, come l'introduzione dell'ungherese come lingua liturgica, alla quale tuttavia l'eparca si oppose, e come lingua di insegnamento nelle scuole parrocchiali. Quando il vescovo ordinò ai sacerdoti di radersi la barba, scoppiò una clamorosa protesta guidata da Adolf Dobrjan'skyj, che rivolse un appello al Papa, perché i sacerdoti di rito bizantino potessero continuare a vivere in modo conforme alle loro tradizioni.[1]

L'eparca Ján Vályi fu invece favorevole all'introduzione dell'ungherese come lingua liturgica, ma incontrò la ferma opposizione della Santa Sede, che ribadì a più riprese come non fosse lecito l'uso liturgico delle traduzioni didattiche dei libri approvati, in quanto le traduzioni non erano mai state corrette e approvate. Tuttavia, sull'onda di una crescente magiarizzazione, alcuni sacerdoti si rifiutarono di obbedire e introdussero l'ungherese nella liturgia, incominciando dalle letture, dall'omelia e dall'orazione prima della Comunione. Gli ungheresi proposero l'erezione di una circoscrizione separata per gli ungheresi, che avrebbe dovuto adottare il greco come lingua liturgica.[2] L'8 giugno 1912 l'arcieparchia di Prešov cedette le parrocchie di lingua ungherese a vantaggio dell'erezione dell'eparchia di Hajdúdorog.

Il 2 settembre 1937 per effetto della bolla Ad ecclesiastici di papa Pio XI divenne una diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Durante il comunismo, la Chiesa greco-cattolica fu duramente perseguitata e infine proibita, secondo un preciso disegno volto a ridurre le differenze religiose e a farne confluire i fedeli, legati al rito bizantino, nella Chiesa ortodossa. Il vescovo Pavol Peter Gojdič venne incarcerato e morì durante la detenzione. È stato beatificato nel 2001.

La Chiesa greco-cattolica slovacca fu nuovamente riconosciuta dal governo dopo il 1968.

Il 18 gennaio 1996 e il 27 gennaio 1997 l'eparchia ha ceduto porzioni del suo territorio a favore dell'erezione rispettivamente dell'esarcato apostolico della Repubblica Ceca e all'esarcato apostolico di Košice (oggi eparchia).

Il 30 gennaio 2008 ha ceduto parte del suo territorio a vantaggio dell'erezione dell'eparchia di Bratislava e nel contempo è stata elevata ad arcieparchia metropolitana con la bolla Spiritali emolumento di papa Benedetto XVI.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Note
  1. 1,0 1,1 Kubinyj, op. cit., p. 111
  2. Kubinyj, op. cit., pp. 122-129
  3. Già amministratore apostolico dal 14 settembre 1926, con il titolo di Arpasa dal 7 marzo 1927.
  4. Già amministratore apostolico dal 2 aprile 1969.
Bibliografia
Collegamenti esterni