Arcipelago Gulag

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Arcipelago Gulag
Solgenitzin 01.jpg
Sigla biblica
Titolo originale Архипелаг ГУЛаг, Arhipelag GULag
Altri titoli
Nazione bandiera Russia
Lingua originale russo
Traduzione
Ambito culturale
Autore Aleksandr Isaevič Solženicyn
Note sull'autore
Pseudonimo
Serie
Collana
Editore
Datazione 1973
Datazione italiana
Luogo edizione
Numero di pagine
Genere saggio
Ambientazione
Ambientazione Geografica
  • U.R.S.S.
  • Siberia
Ambientazione Storica XX secolo

Personaggi principali:

Titoli dei racconti
Della serie {{{Serie}}}
Libro precedente
Libro successivo
Adattamento teatrale
Adattamento televisivo {{{adattamentotelevisivo}}}
Adattamento cinematografico
Note
Premi:
Collegamenti esterni:
ID ISBN

Arcipelago Gulag è un saggio d'inchiesta narrativa edito in tre volumi scritto da Aleksandr Solženicyn nel quale si ripercorre, con lucidità e precisione, il periodo di dittatura comunista in URSS e il terrificante utilizzo della giustizia politica e dei campi di concentramento amministrati dal Gulag disseminati in tutta l'Unione Sovietica.

L'opera di Solženicyn unisce i tratti caratteristici dell'autobiografia, della ricerca storiografica e della critica incessante verso il potere sovietico, descrivendo minuziosamente, attraverso anche numerose testimonianze di superstiti, il percorso carcerario dall'istruttoria ai lager speciali, dall'arresto causato da una delazione fino al termine della pena. Arcipelago Gulag ha avuto grande risonanza nell'opinione pubblica internazionale per aver fornito il più radicale e circostanziato ritratto dell'altra faccia dell'URSS.

Ricezione dell'opera in Italia

Concepito già nel 1958, Solženicyn dovette far trafugare il testo in Occidente poiché il KGB era riuscito ad entrare in possesso di una copia e a sequestrarla. L'autore riuscì a microfilmare il testo e a consegnarlo ad alcuni amici francesi. Arcipelago Gulag fu pubblicato in prima edizione a Parigi nel 1973, dando origine ad un vero e proprio sommovimento culturale.

L'opera uscì in Italia il 25 maggio 1974 per i tipi della Mondadori, ma non suscitò un analogo interesse da parte dei nostri intellettuali. Scarse furono le recensioni sui giornali. Solzenicyn non piaceva ovviamente alla sinistra, ma anche la destra non lo lesse, cercando soltanto di sfruttarlo per un uso esclusivamente politico. Quanto ai democratici di centro, essi subivano, secondo alcuni critici, la cosiddetta "egemonia culturale della sinistra", per cui preferirono non commentare né nel bene né nel male[1]. La stessa Mondadori non preparò l'uscita del libro con un adeguato battage pubblicitario, anzi fece precedere l'uscita dell'Arcipelago da un libro della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, che oscurò quasi completamente l'opera del molto meno noto scrittore russo. L'unica recensione di rilievo sui quotidiani fu quella di Pietro Citati sul Corriere della Sera del 16 giugno, che però lo considerò solamente il memoriale di un prigioniero scampato a una più dura sorte[2]. Nessuno, nel mondo intellettuale italiano, venne attratto dal suo modo di fare storia, che univa il metodo di ricerca storiografica (volto alla ricerca della verità) con l'utilizzo della prosa d'arte.

Sommario dell'opera

Parte prima - L'industria carceraria

  • L'arresto
  • Storia delle nostre fognature
  • L'istruttoria
  • Le mostrine celesti
  • Prima cella, primo amore
  • Quella primavera
  • Nel reparto macchine
  • La legge neonata
  • La legge sta maturando
  • La legge è maturata
  • Alla misura suprema
  • "Tjurzak"

Parte seconda - Moto perpetuo

  • Le navi dell'Arcipelago
  • I porti dell'Arcipelago
  • Carovane di schiavi
  • Da un'isola all'altra

Parte terza - Lavoro di sterminio

  • Le dita dell'aurora
  • L'Arcipelago sorge dal mare
  • L'Arcipelago metastatizza
  • L'Arcipelago si pietrifica
  • Su cosa si regge l'Arcipelago
  • Hanno portato i fascisti!
  • La vita quotidiana degli indigeni
  • La donna del lager
  • I pridurki
  • Invece dei politici
  • I benpensanti
  • Toc-toc-toc
  • Doppiamente scorticati
  • Barattare il destino!
  • Gli sizo, le BUR, le ZUR
  • I socialmente vicini
  • I minorenni
  • Le Muse del GULag
  • Gli zek come gruppo etnico
  • Un servizio da cani
  • Il mondo intorno ai lager
  • Noi costruiamo

Parte quarta - L'anima e il reticolato

  • Ascesa
  • O corruzione?
  • La libertà tartassata
  • La sorte di alcuni

Parte quinta - La galera

  • Votati alla morte
  • Il venticello della rivoluzione
  • Catene, catene...
  • Perché l'avete tollerato?
  • Poesia sotto una lastra, verità sotto una pietra
  • Un fuggiasco convinto
  • Il gattino bianco
  • Evasioni con problemi morali e evasioni con problemi d'ingegneria
  • Quei bravi figlioli col mitra
  • Quando il terreno della zona comincia a scottare
  • A tastoni spezziamo le nostre catene
  • I quaranta giorni di Kengir

Parte sesta - Il confino

  • Il confino dei nostri primi anni di libertà
  • La peste contadina
  • Il confino s'infittisce
  • La deportazione dei popoli
  • Dal lager al confino
  • La vita e gli agi del confinato
  • Gli zek in libertà

Parte settima - Stalin non è più

  • Un'occhiata da sopra la spalla
  • I dirigenti cambiano, l'Arcipelago resta
  • La legge oggi

Edizioni

Voci correlate

Note
  1. Marta Dell'Asta, «Così l'Italia censurò l'Arcipelago Gulag», Avvenire, 3 settembre 2008.
  2. Marta Dell'Asta, «Così l'Italia censurò l'Arcipelago Gulag», Avvenire, 3 settembre 2008.
Collegamenti esterni