Aspersorio
L'aspersorio è uno strumento liturgico per l'aspersione con l'acqua benedetta e costituisce l'accessorio del secchiello.
Il termine aspersorio deriva dal latino aspersorium che indica uno "strumento utile a diffondere, emanare".
L'aspersorio viene anche detto con termine improprio, o comunque non preferibile, asperges.
Storia
Nei primi secoli del Cristianesimo per aspergere si utilizzava un ramoscello di alloro, di issopo, di olivo o mirto, uso che si è tramandato nel caso della consacrazione di una chiesa o di un altare.
La forma del manico con il ciuffo di setole risale probabilmente al XIII secolo; durante il Medioevo, l'aspersorio era formato da mazzetti di setole fissate ad un manico di argento o avorio, mentre risale al XV secolo il tipo mantenutosi fino ad oggi.
L'aspersorio nel Medioevo serviva anche per prendere l'acqua dall'acquasantiera, collocata all'ingresso della chiesa senza farlo direttamente con le mani, atto che veniva considerato irrispettoso rispetto alla sacralità dell'acqua benedetta.
Descrizione
L'aspersorio è costituito da una sfera (pigna o ghianda) forata posta all'estremità dell'impugnatura, terminante spesso in un anello.
All'interno del globo, realizzato in due semicoppe (dette calotte) di cui quella superiore con fori più o meno grandi, è contenuta una spugna o una ciocca di setole per assorbire l'acqua.
Esemplari significativi
Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico si ricorda:
- Aspersorio a pennello (1642), in argento sbalzato e cesellato, conservato presso il Cattedrale di San Zeno di Pistoia
- Aspersorio (1815 - 1839), in argento sbalzato e cesellato, di Vincenzo Bulgarini, conservato presso la Chiesa di Maria SS. del Suffragio di Grotte di Castro (Viterbo)
- Aspersorio (XIX secolo), in argento sbalzato, conservato presso la Chiesa di San Giuseppe di Siena
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