Chiesa di Santa Maria della Scala in San Fedele (Milano)
Chiesa di Santa Maria della Scala in San Fedele | |
La facciata della chiesa e la piazza San Fedele. | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lombardia |
Comune | Milano |
Località | Centro storico |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Religione | Cattolica di Rito ambrosiano |
Indirizzo | Piazza San Fedele, 4 20121 Milano |
Telefono | (†39) 02 86352215 |
Fax | (†39) 02 86352804 |
Posta elettronica | parrocchia@sanfedele.net |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Parrocchiale |
Dedicazione | San Fedele di Como |
Sigla Ordine qualificante | S.J. |
Sigla Ordine reggente | S.J. |
Architetto | Pellegrino Tibaldi |
Stile architettonico | manierismo |
Data di consacrazione | XVIII secolo |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
La Chiesa di Santa Maria della Scala in San Fedele, più semplicemente chiamata Chiesa di San Fedele è la chiesa dei Gesuiti nell'arcidiocesi di Milano.
Storia e architettura
Situata nel cuore di Milano, fra Palazzo Marino e la Galleria Vittorio Emanuele II, nell'omonima piazza, la chiesa fu dedicata in origine a san Fedele, protomartire della diocesi di Como e destinata ai Gesuiti. Dopo la soppressione dell'ordine nel 1773, la chiesa fu affidata ai canonici provenienti dalla vicina chiesa trecentesca di Santa Maria della Scala, abbattuta (1776) per far posto al Teatro alla Scala. La chiesa assunse allora il titolo di Santa Maria della Scala in San Fedele e si arricchì di molti degli addobbi e delle opere d'arte provenienti dal distrutto edificio.
La realizzazione dell'edificio, prima casa dei Gesuiti a Milano, si inseriva nel programma di riordino della diocesi voluto da Carlo Borromeo, che incaricò del progetto Pellegrino Tibaldi (1569). L'artista si attenne alle esigenze liturgiche stabilite dal Concilio di Trento e fatte proprie dall'ordine, prevedendo un edificio a navata unica, che esaltasse la centralità dell'altare per la Celebrazione eucaristica e prevedesse un pulpito laterale per facilitare la predicazione. Il Pellegrini assicurò fasto e monumentalità architettonica al complesso strutturando l'ambiente in due grandi campate, coperte da volte a tazza, poggianti su sei grandi colonne corinzie addossate alle pareti e poggianti su alti plinti. Un grande arco trionfale separa l'aula dal presbiterio.
San Fedele ha conosciuto diverse fasi di costruzione: principale artefice fu Pellegrino Tibaldi, ma dopo la sua partenza l'edificio fu continuato da Martino Bassi e poi da Francesco Maria Richini, cui si devono anche l'abside con le tre grandi finestre (1633), il coro e lo scurolo nella cripta, le cui volte a vela sono sorrette da diciotto colonne e la sagrestia. La cupola fu invece realizzata dopo la morte del Richini, avvenuta nel 1658.
La stessa elegante facciata fu completata solo nel 1835, sempre rispettando i disegni del Tibaldi: essa riflette lo spazio unico dell'interno, e appare dominata dal grande frontone triangolare che riconduce a unità il dinamico e articolato prospetto. La facciata appare infatti divisa in due ordini, con un grande portale con timpano centinato, sovrastato da una finestra a timpano triangolare; quest'alternanza delle cornici si ripete in quella delle quattro edicole decorate con statue tra coppie di colonne.
Il fianco sinistro della chiesa può essere considerato un prospetto autonomo, con un ordine superiore di finestre e uno inferiore di nicchie incorniciate da colonne corinzie e sovrastate da timpani triangolari e centinati.
L'eleganza dell'interno è ottenuta grazie agli effetti cromatici dei materiali utilizzati per le membrature architettoniche, e in particolare la pietra d'angera, proveniente dal Lago Maggiore, le cui tonalità rosee sono state recuperate dal recente restauro.
Le pareti risultano fortemente ritmate e articolate su due ordini di archi minori, corrispondenti a un matroneo in quello superiore e in quello inferiore a otto confessionali intagliati (Giovanni, Giacomo e Gianpaolo Taurini, 1596 - 1603), con scene dal Vecchio e Nuovo Testamento.
Sono presenti quattro cappelle laterali, contenute nello spessore delle mura, le cui decorazioni testimoniano momenti vicini nel tempo ma già diversi. Di particolare interesse la seconda cappella sulla parete destra, intitolata alla Ascensione di Cristo e realizzata su progetto del Tibaldi, che presenta un raro caso di colonne dislocate, in cui l'architrave è retto dalle vicine mezze figure di angelo: forse un'intenzionale metafora dell'abbandono in cui versava la diocesi milanese quale la trovò Carlo Borromeo.
Opere artistiche
La pala originaria con l'Incoronazione di Maria di Ambrogio Figino (1581-1587) fu poi sostituita dalla Trasfigurazione e Santi firmata da Bernardino Campi in collaborazione con Carlo Urbino (1565), proveniente da Santa Maria della Scala; entrambe si trovano oggi nell'antisagrestia, per far posto al Sacro Cuore in ceramica di Lucio Fontana (1956), mentre sono rimasti in loco i quattro pannelli sulle pareti laterali. Il Figino aveva anche dipinto per San Fedele la Madonna del Serpe, oggi nella chiesa di Sant'Antonio, di cui si ricorderà Caravaggio, a Roma.
Nella prima cappella a destra troviamo invece la Visione di Sant'Ignazio di Loyola di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, di poco successiva alla beatificazione del Loyola (1622) e la cui decorazione in stucco presenta una ricchezza già barocca. Nelle due cappelle della parete sinistra si trovano altre due opere provenienti dalla trecentesca Santa Maria della Scala, cioè la Deposizione di Simone Peterzano (1591), il cui drammatico uso della luce dovette influenzare il suo allievo Michelangelo Merisi da Caravaggio, in procinto di trasferirsi a Roma; e, nella seconda cappella, un affresco quattrocentesco di Madonna con Bambino, fortemente ridipinto in tempi successivi.
Nel presbiterio si trova, sempre proveniente dalla chiesa della Scala, un coro cinquecentesco a stalli lignei decorati con prospetti di edifici, mentre l'altare maggiore fu realizzato solo nel XIX secolo da Pietro Pestegalli sul progetto del Tibaldi per quello del Duomo.
Alla sinistra dell'Altare Maggiore vi è una lapide in bronzo che ricorda il punto dove si recava a pregare Alessandro Manzoni il quale morì a causa di una caduta con la quale batté il capo contro la balaustra e che gli sarà fatale. Per tale motivo sulla piazza antistante la Chiesa venne eretta una statua in memoria dell'artista.
Opere principali
- Simone Peterzano: Deposizione
- Giovanni Battista Crespi detto il Cerano: Sant'Ignazio
- Bernardino Campi: Quattro santi
- Lucio Fontana: Sacro Cuore
- Ambrogio Figino: Madonna della serpe (oggi collocata nella chiesa di Sant'Antonio Abate)
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Tutti i beni architettonici
- Beni architettonici in Italia
- Beni architettonici della Lombardia
- Beni architettonici del XVIII secolo
- Beni architettonici dedicati a San Fedele di Como
- Chiese in Italia
- Chiese per nome
- Chiese di Milano
- Chiese del XVIII secolo
- Chiese della Lombardia
- Milano
- Chiese di Pellegrino Tibaldi
- Pellegrino Tibaldi
- Chiese dedicate a San Fedele di Como
- San Fedele di Como
- Arcidiocesi di Milano