Museo San Fedele di Milano
Museo San Fedele di Milano | |
Cripta (XVI secolo) | |
Categoria | Musei di Ordine religioso |
---|---|
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lombardia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Milano |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Indirizzo |
Piazza San Fedele, 4 20121 Milano (MI) |
Telefono | +39 02 863521 |
Posta elettronica | sanfedele.artefede@gmail.com |
Sito web | [1] |
Proprietà | Compagnia di Gesù |
Tipologia | arte sacra, arte sacra contemporanea |
Contenuti | arredi sacri, ceramiche, dipinti, ex voto, grafica e disegni, istallazioni, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Chiesa di San Fedele ed ambienti adiacenti |
Datazione sede | 1569 - 1579 |
Data di fondazione | 31 dicembre 2014 |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
Il Museo San Fedele di Milano ha sede nella Chiesa di San Fedele e in alcuni ambienti adiacenti (la cripta, la «cappella delle ballerine», la sacrestia e la pinacoteca), è stato aperto al pubblico il 31 dicembre 2014 con l'obiettivo di offrire un inedito confronto tra arte antica e contemporanea, in un dialogo di nuovo e di classico in cui tecniche, periodi e sensibilità comunicano in un gioco di rimandi teologici.
Storia
L'itinerario museale, inaugurato il 31 dicembre 2014, al termine di restauri durati un decennio e che hanno interessato la Chiesa di San Fedele e gli ambienti adiacenti, è strettamente legato alla storia, iniziata negli anni Cinquanta, della Galleria San Fedele nella omonima Fondazione.
Padre Arcangelo Favaro, fondatore della Galleria San Fedele, nel dibattito animato di quel tempo si propose come un interlocutore del dialogo tra arte e fede, tema poi esplicitato da papa Paolo VI nel 1964 nel suo celebre discorso agli artisti nella Cappella Sistina e ancora oggi al centro del dibattito ecclesiale.
La Galleria San Fedele, insieme ad alcune altre realtà ecclesiali italiane, negli anni ha, infatti, invitato numerosi artisti a riflettere sui grandi temi dell'uomo contemporaneo e della spiritualità cristiana. A questo cantiere sperimentale, laboratorio espressivo, hanno collaborato celebri artisti quali: Carlo Carrà, Mario Sironi e Lucio Fontana. Le sperimentazioni presso gli spazi della galleria trovano pienezza di senso negli interventi nello spazio liturgico della Chiesa di San Fedele.
L'arte cosiddetta "sacra" non è morta, come tante volte si è affermato nel Novecento, ma necessita di una "conversione" del linguaggio che non può essere separato da un messaggio "interpretato" secondo i linguaggi attuali. Per questo, padre Favaro aveva chiesto a Lucio Fontana di realizzare il bassorilievo con 28 formelle raffiguranti l'Apparizione del Sacro Cuore a santa Margherita Maria Alacoque (1956), in ceramica smaltata e invetriata, che ancora oggi si trova nella chiesa.
David Simpson, Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Sean Shanahan e Claudio Parmiggiani sono alcuni degli artisti interpellati negli ultimi anni per riflettere su temi fondamentali della fede, come l'Apocalisse, la Croce, la Gerusalemme celeste, gli ex voto, con opere pensate per gli spazi e negli spazi della chiesa.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale, che presenta opere e suppellettile liturgica databili dal XIV al XXI secolo, si propone come un vero e proprio itinerario di fede, che inizia dall'ingresso della chiesa per continuare con l'abside e concludersi con il sacello della cripta: è il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla redenzione, alla pienezza della rivelazione, alla visione della luce.
A partire dall'ingresso della chiesa, dove sono collocati i confessionali (fine XVI - inizio del XVII secolo), in legno intagliato di noce, dei fratelli Taurino, che delineano, in un dialogo continuo tra immagini tratte dalle scritture ebraiche e dal Nuovo Testamento, la storia della salvezza in cui è inserita la vita dell'uomo.
Altare maggiore ed abside
Il percorso attraversa l'arco trionfale, immagine del trionfo della vita sulla morte, che si attualizza con la celebrazione eucaristica che si compie sull'altare maggiore. Realizzato nel XIX secolo, l'altare accoglie nell'antico "tronetto":
- Corona di spine (2014), filo spinato, nichel ed oro, di Claudio Parmiggiani.
Nel Sancta sanctorum, che conserva alcuni reliquari, Nicola De Maria ha affrescato la cupola, con i colori che esprimono la gioia della Gerusalemme celeste (2015) che scende dal cielo, e che ha come fondamenta il sangue e le ossa dei martiri.
La visita prosegue nell'abside con due suggestive opere:
- Coro ligneo (metà del XVI secolo);
- Gerusalemme celeste (1995), installazione di tre monocromi in acrilico con cristalli e titanio di David Simpson, la quale esalta la funzione luministica dei tre finestroni.
Cripta
La stessa dialettica morte/vita è ancora simbolicamente evocata negli altri spazi dell'itinerario, soprattutto nella cripta, con la presenza di opere antiche e contemporanee, in dialogo tra esse, in un continuo rimando tra redenzione e rivelazione, attraverso il sacrificio di Gesù Cristo, tra le quali si segnalano:
- Croce processionale (fine del XV secolo), in rame dorato lavorato a bulino, argento sbalzato, bronzo, gemme di cristallo di rocca, granato e vetro, di bottega lombarda;
- Installazione dell'Apocalisse (2012) di Jannis Kounellis.
Inoltre, nella cripta sono collocati:
- 14 formelle ovali con Via Crucis (1957), in terracotta, di Lucio Fontana;
- Monumento funebre di prelato giacente (Giovanni Maria Tosi ?), inizio del XVI secolo, in marmo, dello scultore lombardo Agostino Busti detto il Bambaia.
"Cappella delle ballerine" e sagrestia
Nella "cappella delle ballerine", così chiamata perché fino agli anni Ottanta le danzatrici del Teatro alla Scala portavano i fiori la sera prima del debutto all'altare, dov'è collocata:
- Madonna del latte (XIV secolo), affresco.
Nell'ambiente è inserita un'installazione di ex voto dell'artista della Transavanguardia Mimmo Paladino, che si aggiunge ad alcuni interventi di Sean Shanahan.
Il percorso è, inoltre, arricchito dall'imponente sagrestia lignea, intagliata nel XVII secolo dai fratelli Taurino, e dalla sala dell'antisacrestia dove sono collocate due opere raffiguranti:
- Incoronazione di Maria Vergine (1583), olio su tela, di Giovanni Ambrogio Figino;
- Trasfigurazione di Gesù Cristo e santi (1565), olio su tela, di Bernardino Campi in collaborazione con Carlo Urbino.
Pinacoteca
Nella pinacoteca, accanto a opere di celebri artisti come Gerolamo Romanino, Francesco Cairo, Carlo Maratta, Giacomo Favretto, riferibili al XVI e XVII secolo, si trovano autori moderni come Lucio Fontana, Mario Sironi, Vittorio Tavernari, Umberto Milani e Alexander Archipenko, fino ad accogliere interpreti contemporanei come Joel Meyerowitz, Ettore Spalletti, Mimmo Paladino e Lawrence Carroll, in un dialogo tra le diverse arti, compresa la fotografia, troppo ignorata dalla cosiddetta «arte sacra». Di particolare rilievo:
- Visione di san Girolamo a Maria Vergine (fine XVI secolo), olio su tela, attribuito a Jacopo Robusti detto il Tintoretto;
- Madonna con Gesù Bambino, sant'Ignazio di Loyola e altri santi della Compagnia di Gesù (inizio XVII secolo), olio su tela, di scuola veneta;
- Apparizione di Maria Vergine a san Stanislao Kostka (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, di Carlo Maratta;
- Decollazione di san Giovanni Battista (1654 - 1662), olio su tela, di Pier Francesco Cairo;
- Cena di Emmaus (terzo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Giambattista Langetti;
- San Filippo Neri (prima metà del XVIII secolo), olio su tela, attribuito a Giovanni Battista Piazzetta;
- Ex voto con La chiesa dei gesuiti di Venezia (seconda metà del XIX secolo), olio su tela, di Giacomo Favretto;
- Annunciazione (1950), tempera su tela, di Mario Sironi;
- Untitled (2002), olio, cera, tela e legno, di Lawrence Carroll;
- Sacro Sud (2010), tecnica mista su tela e legno, di Mimmo Paladino.
Reliquiari
Gli ambienti del Museo si integrano negli spazi della chiesa in cui sono collocati:
- Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1573 - 1578), olio su tela, di Simone Peterzano: opera direttamente confrontabile, con quella di analogo soggetto, dipinta tra il 1600 ed il 1604 dal suo più celebre allievo, Caravaggio.
- Visione di sant'Ignazio di Loyola (1622 ca.), olio su tela, di Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
Una raccolta saletta esagonale situata sotto l'altare maggiore conserva reliquiari, databili al XVIII e XIX secolo, mentre una stanza adiacente alla cripta raccoglie numerosi oggetti liturgici, quali crocifissi, cartaglorie e reliquiari.
Inoltre, la chiesa custodisce quasi unica delle reliquie di tutti i santi dell'anno, una per giorno, a testimonianza della venerazione per chi incarna nella propria vita i valori evangelici.
Galleria fotografica
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