Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Comboniani)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Missionari Comboniani del Cuore di Gesù
in latino Missionarii Comboniani Cordis Iesu
Stemma Comboniani.jpg
Lo stemma dei Comboniani
Istituto di vita consacrata
Congregazione religiosa maschile di diritto pontificio
Altri nomi
Fondatore san Daniele Comboni
Data fondazione 1867
sigla M.C.C.I.
Prima approvazione da

7 giugno 1895.

Approvazione diocesana 8 dicembre 1871 dal vescovo di Verona
Approvato da Pio X
Data di approvazione 19 febbraio 1910
Motto '
Scopo evangelizzazione dei popoli
Santo patrono Sacro Cuore di Gesù
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Scheda su gcatholic.com
Scheda su catholic-hierarchy.org

I Missionari Comboniani del Cuore di Gesù (in latino Missionarii Comboniani Cordis Iesu) costituiscono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla M.C.C.I..

Sono dediti principalmente all'evangelizzazione dei popoli; le caratteristiche del loro servizio missionario si racchiudono nelle seguenti quattro dimensioni: ad gentes, ad pauperes, ad extra e ad vitam.

Storia

I comboniani furono fondati dal santo Daniele Comboni (1831-1881), impegnato nella lotta contro la schiavitù, promotore di centri di formazione in Africa e primo vescovo di Khartoum (Sudan). Egli fondò nel 1867 l'Istituto per le Missioni dell'Africa, inserito nell'associazione missionaria internazionale, Opera del Buon Pastore, e nel 1872, a Verona, le Suore Missionarie Pie Madri della Nigrizia. Morì a Khartoum il 10 ottobre 1881, prima di poter consolidare i propri istituti a livello internazionale.

Durante la rivolta mahdista le missioni fondate da Comboni in Sudan furono distrutte e monsignor Francesco Sogaro, suo successore, nel 1885 ottenne dalla Santa Sede che l'Istituto fosse trasformato in una Congregazione religiosa con il nome di Figli del Sacro Cuore di Gesù.

La direzione dell'Istituto fu affidata ad alcuni sacerdoti gesuiti che aiutarono l'istituto comboniano a rafforzare la forma di vita consacrata con voti. Le prime ordinazioni avvennero nel 1887, nel 1895 giunse l'approvazione ufficiale ed il primo capitolo generale della congregazione si tenne nel 1899. Nel 1910 furono approvate definitivamente le costituzioni nelle quali si stabiliva che lo scopo dell'istituto è la conversione dei popoli dell'Africa centrale e di altri popoli che venissero affidati all'Istituto dalla Congregazione di Propaganda Fide.

A causa delle tensioni all'interno dell'istituto, la Propaganda Fide, nel 1923 decise la sua suddivisione in due congregazioni, di cui una, composta prevalentemente da membri italiani, mantenne il nome originario e l'altra, con membri in maggioranza di lingua tedesca, prese il nome di Missionari Figli del Sacro Cuore di Gesù. I due istituti si svilupparono autonomamente, anche se la spinta internazionale si allentò, ma la finalità missionaria rimase sostanzialmente immutata. Nel frattempo, nuovi campi di lavoro vennero aperti in America Latina.

Dopo il Concilio Vaticano II, nel 1975, i capitoli generali dei due istituti, convocati in sessione congiunta ad Ellwangen/Jagst (Germania), decisero la riunione delle due congregazioni in un unico istituto. Nel 1979, con un decreto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, fu sancita la riunione delle due congregazioni comboniane con il nome attuale.

Attività e diffusione

L'istituto, oltre ai missionari, fratelli e sacerdoti, oggi comprende anche le suore missionarie comboniane, eredi delle pie madri della nigrizia, nonché laici consacrati o secolari e laici associati.

In Italia i comboniani sono particolarmente impegnati nella formazione missionaria per i giovani, nel servizio agli immigrati, nella promozione della giustizia e della pace, in collaborazione con la Chiesa locale. Molto nota per la competenza riguardo all'Africa e al mondo nero è la rivista mensile Nigrizia.

Dal 2000 i Missionari Comboniani hanno lanciato quattro edizioni della Carovana della Pace, evento di animazione missionaria che ha attraversato tutto il Paese.

Alla fine del 2005 i Missionari Comboniani del Cuore di Gesù erano 1.861 (di cui 1.321 sacerdoti) e contavano 339 case, presenti in più di 40 paesi.[1]

Il più famoso di loro è probabilmente padre Alessandro Zanotelli, che ha diretto per anni la rivista Nigrizia conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano. È vissuto in Africa per molti anni e ha condiviso vita e speranze dei poveri, a Korogocho, una gigantesca baraccopoli di Nairobi. Solo recentemente è tornato in Italia; è direttore responsabile della rivista Mosaico di pace promossa da Pax Christi; è tra i promotori della rete di Lilliput ed è una delle voci più prestigiose della nonviolenza nel nostro paese. Oggi vive la sua missione a Napoli.

Vescovi viventi appartenenti alla congregazione

  • Juan-José Aguirre Muñoz, M.C.C.I. (vescovo di Bangassou).
  • Eugenio Arellano Fernández, M.C.C.I. (vescovo-Vicario apostolico di Esmeraldas).
  • Camillo Ballin, M.C.C.I. (vescovo-Vicario apostolico di Kuwait).
  • Lorenzo Ceresoli, M.C.C.I. (vescovo-Vicario Apostolico di Awasa).
  • Giuseppe Franzelli, M.C.C.I. (vescovo di Lira).
  • Macram Max Gassis, M.C.C.I. (vescovo di El Obeid).
  • Aldo Gerna, M.C.C.I. (vescovo emerito di São Mateus).
  • Vittorino Girardi, M.C.C.I. (vescovo di Tilarán).
  • Paulino Lukudu Loro, M.C.C.I. (arcivescovo di Juba).
  • Cesare Mazzolari, M.C.C.I. (vescovo di Rumbek).
  • Antonio Menegazzo, M.C.C.I. (vescovo-Amministratore Apostolico di El Obeid).
  • Guerrino Perin, M.C.C.I. (vescovo di Mbaïki).
  • Jaime Rodríguez Salazar, M.C.C.I. (vescovo di Huánuco).
  • Michele Russo, M.C.C.I. (vescovo di Doba).
  • Miguel Angel Sebastián Martínez, M.C.C.I. (vescovo di Lai).
  • Menghesteab Tesfamariam, M.C.C.I. (vescovo di Asmara).
Note
  1. Dati statistici riportati dall'Annuario Pontificio per l'anno 2007, Città del Vaticano, 2007, p. 1483.
Voci correlate
Collegamenti esterni