San Daniele Comboni
San Daniele Comboni, M.C.C.I. Vescovo | |
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Santo | |
Fondatore dei Comboniani | |
Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Limone sul Garda 15 marzo 1831 |
Morte | Khartum 10 ottobre 1881 |
Appartenenza | Diocesi di Trento |
Ordinazione presbiterale | Trento, 31 dicembre 1854 da mons. Giovanni Nepomuceno de Tschiderer |
Nominato vescovo | 31 luglio 1877 da Pio IX |
Consacrazione vescovile | 12 agosto 1877 dal card. Alessandro Franchi |
Incarichi ricoperti | |
Iter verso la canonizzazione | |
Beatificazione | 17 marzo 1996, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 5 ottobre 2003, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 10 ottobre |
Attributi | Baculo pastorale |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org (EN) Scheda su catholic-hierarchy.org Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 10 ottobre, n. 13:
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San Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831; † Khartum, 10 ottobre 1881) è stato un missionario, vescovo e fondatore italiano dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia. Canonizzato da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003, viene commemorato il 10 ottobre.
Comboni esemplificò la peculiarità del suo piano missionario con il motto
« | Salvare l'Africa con l'Africa » | |
(Daniele Comboni)
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Biografia
Daniele Comboni nacque a Limone sul Garda, in provincia di Brescia, il 15 marzo 1831, in una famiglia contadina al servizio di un facoltoso signore della zona. Molto amato dai genitori, era il quarto di otto figli, morti quasi tutti giovanissimi.
La famiglia era unita, ricca di fede e di umanità, ma priva di adeguati mezzi economici. Per questo motivo Daniele lasciò il paese per andare a studiare a Verona, presso l'Istituto fondato dal sacerdote don Nicola Mazza. Qui Daniele scoprì la sua vocazione sacerdotale, completando gli studi di filosofia e teologia e decidendo di diventare missionario in Africa Centrale, colpito dalle testimonianze dei primi missionari maziani tornati dal continente africano.
Nel 1854 Daniele Comboni venne ordinato presbitero tre anni dopo, l'8 settembre 1857, partì per l'Africa con altri cinque missionari maziani. Arrivato a Khartoum, capitale del Sudan, dopo quattro mesi di viaggio, profondamente colpito dalla realtà africana, Daniele comprese le difficoltà che la sua nuova missione avrebbe incontrato. La fatica, il clima, le malattie e la la morte di numerosi compagni missionari, insieme alla povertà della gente, non lo fecero desistere dal suo impegno, intrapreso con tanto entusiasmo, ma rafforzarono i suoi propositi.
Dalla missione di Santa Croce scrisse ai genitori:
« | Dovremo faticare, sudare, morire, ma il pensiero che si suda e si muore per amore di Gesù Cristo e della salute delle anime più abbandonate del mondo è troppo dolce per farci desistere dalla grande impresa. » |
Dopo aver assistito alla morte in Africa di un giovane compagno missionario, senza scoraggiarsi decise di continuare la sua missione, coniando il motto: O Nigrizia o morte, o l'Africa o la morte.
Rientrato in Italia nel 1859 a causa delle insistenti febbri malariche, mise a punto una nuova strategia missionaria. Nel 1864, mentre pregava sulla tomba di San Pietro a Roma, ebbe un'intuizione dalla quale nacque il suo famoso Piano per la rigenerazione dell'Africa, cioè il progetto di Salvare l'Africa con l'Africa, frutto della sua fiducia nelle capacità dei popoli africani.
Daniele Comboni, nonostante le difficoltà e le incomprensioni, capì che l'Europa e la Chiesa cattolica dovevano prendere in maggiore considerazione la missione dell'Africa Centrale. Per questo propagandò tale missione in ogni angolo d'Europa, rivolgendosi sia a Re, vescovi e signori, sia a gente povera e umile, creando inoltre la prima rivista missionaria in Italia. Spinto dalla sua fede nel Signore e nell'Africa creò, rispettivamente nel 1867 e nel 1872, l'Istituto maschile e l'Istituto femminile dei suoi missionari, conosciuti in seguito come Missionari Comboniani e Suore Missionarie Comboniane.
Partecipò al Concilio Vaticano I in qualità di teologo del vescovo di Verona, facendo sottoscrivere a 70 vescovi la Postulatum pro Nigris Africæ Centralis, petizione in favore dell'evangelizzazione dell'Africa Centrale. Il 2 luglio 1877 fu nominato Vicario Apostolico dell'Africa Centrale e un mese dopo fu consacrato vescovo, a conferma della validità delle sue idee e delle sue iniziative per l'annuncio del Vangelo e la liberazione dell'Africa, da molti considerate troppo innovative.
Negli anni 1877-78, insieme ai suoi missionari e missionarie, soffrì le conseguenze materiali e spirituali di una siccità e carestia senza precedenti, che dimezzò la popolazione locale.
Nel 1880 ritornò per l'ottava e ultima volta in Africa, a fianco dei suoi missionari e missionarie, deciso a continuare la lotta contro lo schiavismo e a consolidare l'attività missionaria con la collaborazione degli stessi africani. Un anno dopo, provato dalla fatica, dalla morte di diversi collaboratori e dall'amarezza di accuse e calunnie, Daniele Comboni si ammalò. Il 10 ottobre 1881, a soli cinquant'anni, segnato dalla Croce che mai lo aveva abbandonato, morì a Khartoum, tra la sua gente, cosciente che la sua opera missionaria non sarebbe scomparsa. "Io muoio - disse - ma la mia opera non morirà".
Le date fondamentali
- Daniele Comboni nasce a Limone sul Garda (Brescia - Italia) il 15 marzo 1831.
- Consacra la sua vita all'Africa (1849), realizzando un progetto che lo porta più volte a rischiare la vita fin dal 1857, anno in cui va per la prima volta in Africa.
- Il 31 dicembre 1854, anno della proclamazione della Immacolata Concezione di Maria, viene ordinato presbitero dal beato Giovanni Nepomuceno Tschiderer, Vescovo di Trento.
- Convinto che gli africani sarebbero divenuti protagonisti della loro evangelizzazione, dà vita a un progetto che ha lo scopo di salvare l'Africa con l'Africa (Piano del 1864).
- Fedele al suo motto "O Nigrizia o morte", nonostante le difficoltà fonda nel 1867 l'Istituto dei Missionari Comboniani.
- Annuncia alla Chiesa tutta, particolarmente in Europa, che è giunta l'ora della salvezza dei popoli dell'Africa. Semplice sacerdote, si presenta al Concilio Vaticano I, per chiedere ai vescovi che ogni Chiesa locale venga coinvolta nella conversione dell'Africa (Postulatum, 1870).
- Coraggiosamente, per primo fa partecipare le Suore missionarie alla missione dell'Africa Centrale e nel 1872 fonda un suo Istituto di Suore esclusivamente consacrate alle missioni: le Suore Missionarie Comboniane.
- Per gli africani si batte per l'abolizione della schiavitù.
- Il 26 maggio 1872 è nominato Pro-Vicario Apostolico dell'Africa Centrale in Sudan.
- Il 31 luglio 1877 viene ordinato vescovo e nominato Vicario Apostolico dell'Africa Centrale e assume l'incarico di Vescovo titolare di Claudiopoli di Isauria.
- Muore a Khartoum (Sudan), provato dalle fatiche e dalle croci, la sera del 10 ottobre 1881.
- Il 26 marzo 1994 viene riconosciuta l'eroicità delle sue virtù.
- Il 6 aprile 1995 viene riconosciuto il miracolo operato per sua intercessione a favore della ragazza afro-brasiliana Maria José de Oliveira Paixão.
- Il 17 marzo 1996 viene beatificato da Giovanni Paolo II in San Pietro.
- Il 20 dicembre 2002 viene riconosciuto il secondo miracolo operato per sua intercessione, a favore della mamma musulmana sudanese Lubna Abdel Aziz.
- Il 5 ottobre 2003 viene canonizzato da Giovanni Paolo II in San Pietro.
Il miracolo per la canonizzazione
In generale, ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Daniele Comboni, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Lubna Abdel Aziz, una sudanese di 32 anni di religione musulmana.
Nata a Khartoum nel 1965, l'11 novembre 1997 venne ricoverata al St. Mary's Maternity Hospital di Khartoum, gestito dalle suore comboniane, per il suo quinto parto cesareo. Dopo la nascita di un bambino di 5 libbre, sopravvennero per la donna gravi complicazioni: si verificarono ripetute emorragie con nuovi interventi chirurgici, tra cui un'isterectomia. Nonostante le trasfusioni la donna era in fin di vita: polso e pressione non erano misurabili e si era verificato anche un edema polmonare.
Intanto, nonostante il pessimismo dei medici, le suore avevano iniziato una novena di preghiere all'allora beato Daniele Comboni. Il 13 novembre la donna si riprese inaspettatamente e il 18 novembre fu dimessa in buone condizioni di salute.
La Consulta medica della Congregazione per le Cause dei Santi, nella seduta dell'11 aprile 2002, dichiarò la guarigione: "rapida, completa, scientificamente inspiegabile."[1]
Nel Congresso Peculiare del 6 settembre 2002, i Consultori Teologi riconobbero la guarigione come soprannaturale e dovuta all'intercessione del beato Daniele Comboni. Alle medesime conclusioni giunsero i cardinali e i vescovi nella Sessione Ordinaria del 15 ottobre 2002.
Il decreto sul miracolo è stato promulgato il 20 dicembre 2002, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, che ha canonizzato il beato il 5 ottobre 2003.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vicario apostolico dell'Africa centrale | Successore: | |
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vacante dal 1847 | 1872-1881 | Francesco Sogaro, M.C.C.I. 1882-1895 |
Predecessore: | Vescovo di Claudiopoli di Isauria | Successore: | |
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Ildefonso Joaquín Infante y Macías, O.S.B. 23 maggio 1876 - 20 marzo 1877 nominato vescovo di San Cristóbal de La Laguna o Tenerife |
31 luglio 1877 - 10 ottobre 1881 - deceduto | José Benito Salvador de la Reta, O.F.M. 18 novembre 1881 - 21 gennaio 1897 deceduto |
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Italiani del XIX secolo
- Vicari apostolici dell'Africa centrale
- Vescovi di Claudiopoli di Isauria
- Santi e beati del martirologio del 10 ottobre
- Presbiteri ordinati nel 1854
- Presbiteri italiani del XIX secolo
- Presbiteri del XIX secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1877
- Vescovi italiani del XIX secolo
- Vescovi del XIX secolo
- Vescovi per nome
- Presbiteri ordinati da Giovanni Nepomuceno de Tschiderer
- Vescovi consacrati da Alessandro Franchi
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- Beati proclamati da Giovanni Paolo II
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- Biografie
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