Commissum Nobis
Commissum Nobis Bolla pontificia di Urbano VIII | |
Data |
22 aprile 1639 (XVI di pontificato) |
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Traduzione del titolo | A noi affidato |
Argomenti trattati | Condanna della schiavitù |
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Commissum Nobis è una bolla di Papa Urbano VIII del 22 aprile 1639.
Fu promulgata su richiesta e pressione del gesuita Francisco Diartano, attivo nel Paraguay oggetto di scorrerie schiaviste dei trafficanti brasiliani, e come supporto all'editto di Filippo IV di Spagna che vietava la schiavitù degli indiani (1626). Rivolta al nunzio in Portogallo, in essa viene citata la Pastorale Officium di Paolo III (29 maggio 1537) e viene vietato, pena scomunica, «i suddetti Indios ridurre in servitù, vendere, comprare, scambiare o donare, separare da mogli e figli, spogliare di cose e beni, e deportare e trasmettere in altri luoghi, e in qualsiasi modo privare della libertà e trattenere in servitù».[1]
La bolla suscitò nei governanti e negli schiavisti una forte reazione. Quando i gesuiti lessero la bolla, a Rio de Janeiro si scatenò una rivolta che provocò il saccheggio del loro collegio locale e il ferimento di diversi sacerdoti. A Santos la folla travolse il vicario generale gesuita quando tentò di pubblicare la bolla.
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