Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori
La Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori ( CISM ) è un organismo di diritto pontificio, costituito con Decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il 30 novembre 1960. È istituita dalla Santa Sede con lo scopo primario della promozione della vita religiosa nella comunione ecclesiale.
L'esistenza e l'azione sono ispirate, guidate e sostenute dalle indicazioni del Magistero.
Con Decreto del Presidente della Repubblica n. 391 del 23 aprile 1966, la CISM ha ottenuto il riconoscimento civile come persona giuridica senza fini di lucro. La CISM cura la ricerca, il coordinamento e la diffusione delle esperienze di vita religiosa e di impegno apostolico; promuove riunioni, convegni e iniziative ai vari livelli e nei diversi settori; organizza ed erige Istituti che possano servire alla formazione e all'aggiornamento; opera per facilitare l'inserimento degli Istituti nella pastorale delle Chiese particolari, salva l'identità di ciascun Istituto; mantiene un rapporto attivo istituzionale con la Conferenza Episcopale Italiana. Nelle diverse diocesi la CISM è presente attraverso Segretariati Diocesani o Interdiocesani in Segretariati Diocesani e Interdiocesani costituiti dall'Assemblea della Conferenza Regionale e composti dai superiori delle comunità presenti in una determinata Chiesa locale, o da tutti i religiosi presenti in diocesi, se pochi in un determinato territorio. Oggi sono costituiti in circa 147 diocesi.
Finalità dell'Istituzione nel Magistero Ecclesiale
Perfectae caritatis
Nel testo conciliare sulla vita religiosa Perfectae Caritatis, viene detto: "Si devono favorire le Conferenze e i Consigli dei Superiori Maggiori eretti dalla Santa Sede, i quali possono molto contribuire a far conseguire meglio il fine proprio dei singoli Istituti, a promuovere una più efficace collaborazione per il bene della Chiesa, a distribuire più razionalmente gli operai del Vangelo in un determinato territorio, nonché a trattare le questioni che i Religiosi hanno in comune, stabilendo una conveniente opera di coordinamento e di collaborazione con le Conferenze Episcopali per quanto riguarda l'esercizio dell'apostolato " (Perfectae Caritatis n. 23, 28 ottobre 1965).
Accenni e riferimenti sono nella Ecclesiae sanctae di Paolo VI[1] e in Regimini Ecclesiae universae sempre di Paolo VI.[2]
Mutuae relationes
Nel documento Mutuae Relationes[3] della Congregazione dei Religiosi e dei Vescovi si dice, tra l'altro: "Nell'ambito della Vita Religiosa vengono istituiti dalla S. Sede... i Consigli dei Superiori Maggiori... Il loro scopo primario è la promozione della Vita Religiosa inserita nella compagine della missione ecclesiale; la loro attività consiste nell'offrire servizi comuni, iniziative di fraternità, proposte di collaborazione rispettando l'indole propria di ciascun Istituto"[4].
"Le associazioni dei Religiosi e Religiose si dimostrano assai utili (e) vanno incoraggiate:
a) sia come organismi di mutuo collegamento e di promozione e rinnovamento della Vita Religiosa nella fedeltà alle direttive del Magistero ecclesiastico e nel rispetto dell'indole propria di ciascun Istituto;
b) sia come organismi per discutere i problemi misti tra Vescovi e Superiori, nonché per coordinare le attività delle famiglie religiose con l'azione pastorale della diocesi sotto la guida del Vescovo"[5].
Lettera di Giovanni Paolo II ai "Cari confratelli vescovi degli U.S.A."
Affronta il tema della vita religiosa, e si sofferma proprio sulle Conferenze dei Superiori e delle Superiore Maggiori.
Dopo aver richiamato i can. 708 e 709 del Codice di Diritto Canonico, afferma: « Queste Conferenze esistono per assistere i Superiori Maggiori nel loro compito di rafforzare e approfondire la vita dei loro singoli Istituti. Essi inoltre hanno anche la possibilità di affrontare problemi comuni, negoziare affari comuni, e fornire un mezzo per un opportuno coordinamento e cooperazione con la Conferenza Episcopale come pure con i singoli Vescovi. Tali Conferenze hanno diretto rapporto con la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica, dalla cui giurisdizione esse dipendono... il diritto di tutte le Superiore Generali... a far parte della Conferenza è chiara. I membri hanno il diritto di far sentire le loro preoccupazioni. La Conferenza deve cercare modi realistici ed opportuni per esprimere le preoccupazioni... » (22 febbraio 1989).
Il fondamento nel Codice di Diritto Canonico
Il Codice di Diritto Canonico dedica due canoni (can. 708 e 709) alla CISM :
"I Superiori Maggiori possono utilmente associarsi in Conferenze o Consigli per conseguire più agevolmente, nell'unione delle forze, il fine proprio dei singoli istituti, salvi sempre l'autonomia, l'indole e lo spirito proprio di ognuno, sia per trattare affari di comune interesse, sia per instaurare un opportuno coordinamento con le Conferenze Episcopali ed anche con i singoli Vescovi"[6]
Genesi della CISM
Il "Congressus Generalis de statibus perfectionis" (Congresso generale degli stati di perfezione) tenutosi a Roma nel dicembre 1950, aveva incoraggiata l'iniziativa di una "Foederatio vel Unio sive Monasteriorum síve Congregationum Religiosarum" (Federazione o Unione sia dei Monasteri che delle Congregazioni religiose) affermando che tale iniziativa di unione "multum contulit novo vigori vitae Relígiosae" (giova molto a dare nuovo vigore alla vita religiosa)[7].
Iniziative erano già sorte in altre Nazioni. Le Religiose Italiane avevano costituito l' USMI. (Unione Superiore Maggiori Italiane)
I Superiori Generali, nel 1957, si erano anch'essi confederati nella Unione Romana dei Superiori Generali, con sede in via Aurelia, 290[8], divenuta poi Unione dei Superiori Generali (USG).
Nel marzo 1957, per desiderio della Sacra Congregazione dei Religiosi e gli Istituti Secolari, e su invito del Presidente dell'Unione Romana Superiori Generali, si costituì in Roma, con sede in via degli Astalli 16, un Comitato di Padri Provinciali, che prese l'iniziativa di estendere l'invito ai Superiori Maggiori di tutta Italia.
Nel dicembre 1957, i Provinciali Italiani convenuti a Roma, eleggevano a Presidente Giandomenico Maddalena S.J. Provinciale Romano della Compagnia di Gesù. Consiglieri vennero designati Reginaldo Bernini, Provinciale dei Domenicani; Luigi Fiora, Ispettore Romano dei Salesiani; Silvestro Ghetti, Provinciale dei Fatebenefratelli. Inoltre veniva formulato un Regolamento provvisorio, che fu inviato a tutti i Provinciali d'Italia, perché ne prendessero visione e comunicassero eventuali correzioni o punti di vista in merito.
Su 140, mandarono osservazioni 51 provinciali, mentre tutti aderirono, alcuni con molto entusiasmo, alla Costituzione della CISM. su scala nazionale e regionale.
Nel novembre 1960, si riunì in Roma, il I Congresso Nazionale CISM dal quale uscì la redazione definitiva dello Statuto, che fu approvato dalla Congregazione dei Religiosi, il 30 Novembre 1960, "ad quinquennium" con Decreto che erigeva il Comitato anche in persona morale collegiale (A.G. 2166/60).
Al Decreto si accompagnava una lettera del Card. Valeri, Prefetto, esprimente la viva soddisfazione per i lavori del Congresso.
In quella circostanza, il 15 novembre, il Santo Padre Giovanni XXIII ricevette in speciale udienza, nella sala Clementina, i Superiori Maggiori. Rivolse loro un notevole discorso, riportato da " l'Osservatore Romano " del 17 novembre 1960.
Un felice indirizzo programmatico indicò il Papa con queste parole: "Approfondire l'intesa tra i Superiori Provinciali dei singoli Istituti;
studiare i problemi riguardanti la formazione religiosa, specialmente dei giovani; trasmettersi i frutti delle diverse esperienze di governo e di azione apostolica, per venire incontro con maggiore preparazione alle esigenze della vita odierna: tutto ciò è ben degno di nota e di incoraggiamento ".
L'Annuario Pontificio 1961, nell'elenco delle Federazioni Nazionali di Religiosi, inserì il nuovo Comitato CISM.
Nel dicembre 1961 ebbero inizio le convocazioni dell'Assemblea Generale CISM, che da allora, si ripetono ogni anno.
Essendo l'Assemblea l'organo supremo CISM, da ogni sua convocazione, a conclusione di studi approfonditi vengono sempre nuovi suggerimenti e direttive per una migliore organizzazione.
Nel giugno 1966, essendo scaduto il quinquennio dell'approvazione dello Statuto, la Congregazione dei Religiosi lo confermò per un altro quinquennio, e, secondo i documenti ufficiali del Concilio Ecumenico, chiamò Conferenza l'antico Comitato e diede il suo beneplacito per alcuni emendamenti allo Statuto e per il Regolamento dei Comitati Regionali.
Il 23 aprile del 1966, con Decreto del Presidente della Repubblica, riportato sul n. 116 della Gazzetta Ufficiale, veniva riconosciuta anche dallo Stato la personalità Giuridica della CISM.
Il 10 luglio 1971 con Decreto della Congregazione dei Religiosi ed Istituti secolari, a firma del Cardinal Antoniutti, veniva dichiarato "definitivo" lo "Statuto della Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori CISM".
Con il trascorrere degli anni, la CISM è cresciuta, soprattutto a livello regionale e diocesano: attraverso i Comitati Regionali e i Segretariati Diocesani o Interdiocesani: per cui è emersa la necessità di aggiornare e precisare alcune norme già presenti nello Statuto del 1971, e aggiungere altre, data la nuova situazione.
Lo Statuto allora pubblicato, è stato compilato e redatto dopo lunghe consultazioni. Il Consiglio Nazionale della CISM in data 19 marzo 1980, aveva approvato aggiornamenti, modifiche e norme aggiuntive.
Il 23 aprile lo Statuto venne presentato alla Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari per l'approvazione, che fu concessa ad quinquennium, a firma del Cardinal Prefetto Eduardo Francisco Pironio, in data 29 giugno 1980.
Il 30 novembre 1985 la Conferenza ha celebrato il XXV anniversario della erezione canonica ed ha ripreso il nuovo cammino verso tempi più lunghi. Il 14 febbraio 1986 la Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari ha confermato per 12 anni e cioè fino al febbraio 1998 con Decreto a firma del Card. Prefetto Jean Jérôme Hamer, lo Statuto CISM adattato alla nuova normativa del Codice di Diritto Canonico.
In questi ultimi anni si è sentita la necessità di ristrutturare in maniera più organica ed efficiente la Conferenza CISM sia a livello nazionale, regionale e diocesano, per questo si istituì una Commissione Giuridica che, dopo aver elaborato il nuovo Statuto anche alla luce dei suggerimenti pervenuti dai vari Superiori Maggiori, presentava il testo sia al Consiglio Plenario, sia al Consiglio Nazionale per ulteriori suggerimenti.
Finalmente, nella XXXVII Assemblea Generale, tenutasi a Collevalenza dal 3 al 7 novembre 1997, i Superiori Maggiori approvarono lo Statuto che veniva consegnato alla CIVCSVA (Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica) per l'approvazione, che avvenne il 20 febbraio 1998 a firma del Prefetto Cardinal Eduardo Martínez Somalo.
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