Religiose di Nostra Signora di Sion

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Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Sion
in latino '''''
Theodore Ratisbonne.jpg
Théodore Marie Ratisbonne, fondatore della congregazione

Istituto di vita consacrata
Congregazione religiosa femminile di diritto pontificio

Altri nomi
Fondatore Théodore Marie Ratisbonne
Data fondazione 1843
sigla N.D.S.
Madre superiora Maureen Cusick
Data di approvazione 14 dicembre 1863
Motto In Sion firmata sum
Scopo promozione del dialogo interreligioso,
istruzione e catechesi,
opere di assistenza sociale e sanitaria.
Collegamenti esterni
Sito ufficiale

Le Religiose di Nostra Signora di Sion (in francese Religieuses de Notre-Dame de Sion) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla N.D.S.[1]

Cenni storici

La congregazione venne fondata da Théodore Marie Ratisbonne (1802-1884): nato a Strasburgo da una famiglia di banchieri ebrei, si era convertito al cattolicesimo nel 1827 e nel 1830 era divenuto sacerdote. Venne stimolato a creare una nuova comunità religiosa da suo fratello minore Alphonse Marie, che gli riferì di aver ricevuto, il 20 gennaio 1842, mentre si trovava nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte di Roma, la visione di Maria.[2]

A Parigi c'erano numerosi ebrei provenienti dai paesi dell'Europa dell'est desiderosi di far educare cristianamente i figli e nel 1843 Ratisbonne aprì una scuola gestita dalle prime due religiose:[2] la congregazione venne intitolata a Nostra Signora di Sion (Sion, ovvero città della Pace, era uno dei nomi biblici di Gerusalemme, e "figlia di Sion" era uno dei titoli mariani).

L'istituto ricevette il pontificio decreto di lode l'8 settembre 1863 e venne approvato definitivamente dalla Santa Sede il 14 dicembre 1874.[2]

Durante la seconda guerra mondiale, all'indomani della retata al ghetto di Roma e fino alla Liberazione, la Casa generalizia della Congregazione in via Garibaldi apre le porte a 187 ebrei romani, salvandoli dalle deportazione. È numericamente il più alto contributo dato a un Istituto religioso femminile romano alle operazioni di assistenza agli ebrei perseguitati.[3]

Comincia per la Congregazione un cammino di riflessione che la porterà ad essere in prima fila nel nascente dialogo ebraico-cristiano. Ricorda suor Marie-Dominique Gros:

« Fu a partire dagli orrori della Shoà che scoprimmo che, mentre chiedevamo a Dio di perdonare gli ebrei per la loro infedeltà, questi morivano nei campi di sterminio, vittime proprio della loro fedeltà. Chi erano in realtà gli infedeli? Non eravamo forse noi, i cristiani, che per i nostri pregiudizi e la nostra mancanza di conoscenza, spesso il nostro disprezzo, abbiamo lasciato che si giungesse a un tale abominio? »
(Marie-Dominique Gros, "La congrégaton Notre-Dame de Sion avant et après le Concile Vatican II", Sens 9/10 2002, p. 489.)

Nel 1955 la Congregazione apre a Parigi un "Centro di Studi e Informazione su Israele". Dopo la promulgazione della Nostra aetate da parte del Concilio Vaticano II nel 1965, con il sostegno del cardinal Augustin Bea e di padre Cornelius Rijk promuove la costituzione, con sede a Roma, del Service International de Documentation Judéo-Chrétienne (SIDIC) che dal 1966 fino al suo scioglimento nel 2009 svolgerà un ruolo di primo piano a livello internazionale nella definizione dei nuovi rapporti tra Chiesa cattolica ed ebraismo.[4]

Attività e diffusione

Le Religiose di Nostra Signora di Sion hanno oggi come fine principale la promozione del dialogo interreligioso tra cattolici ed ebrei, ortodossi e musulmani; si dedicano all'istruzione, alla catechesi e ad altre opere di assistenza sociale e sanitaria.

Sono presenti in Europa (Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Regno Unito, Romania, Spagna, Svizzera, Turchia), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Canada, Costa Rica, Nicaragua, Stati Uniti d'America), in Africa (Egitto, Tunisia), in Israele, in Australia e nelle Filippine.[5] La sede generalizia è a Roma.[1]

Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 501 religiose in 85 case.[1]

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Ann. Pont. 2007, p. 1647.
  2. 2,0 2,1 2,2 DIP, vol. VI (1980), coll. 430-432, voce a cura di M.D. Gros.
  3. Renzo De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Mondadori, Milano 1977.
  4. Ombretta Pisano, "Il contributo del SIDCI per le relazioni ebraico-cristiane, 1966-2009", SeFeR 126 (aprile-giugno 2009), pp. 9-12.
  5. Les Soeurs de Notre-Dame de Sion su evry.catholique.fr. URL consultato il 14-7-2009
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni