Crocifissione di Gesù Cristo (Bramantino)
Bramantino, Crocifissione di Gesù Cristo (1510 – 1512 ca.), olio su tela | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Milano |
Diocesi | Milano |
Ubicazione specifica | Pinacoteca di Brera, sala 15 |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Crocifissione di Gesù Cristo |
Datazione | 1510 - 1512 ca. |
Ambito culturale | |
Ambito lombardo | |
Autore |
Bramantino (Bartolomeo Suardi) detto Bramantino |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 372 cm; l. 270 cm |
La Crocifissione di Gesù Cristo è un dipinto, eseguito tra il 1510 ed il 1512 ca., ad olio su tela, da Bartolomeo Suardi detto Bramantino (1465 ca. - 1530), conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
Descrizione
Ambientazione
La scena è ambientata davanti ad una Gerusalemme irreale, arroccata su un crinale ed avvolta da una leggera nebbia, dal quale emergono torri ed edifici ispirati ad un classicismo essenziale e rigoroso che si dispiegano uniformemente senza sosta.
Sulla città incombe un cielo con nubi chiare e sceniche, sul quale appaiono:
- Sole e luna antropizzati, piangono per la morte di Cristo.
- Angelo e diavolo, inginocchiati su nubi, affiancano Gesù Cristo crocifisso e sembrano incedere presso di lui: questa duplice presenza iconografica è molto strana, poiché normalmente viene usata nelle scene della contesa dell'anima di un peccatore dopo la morte.
Soggetto
La scena della Crocifissione di Gesù Cristo è divisa in due registri:
- nella metà superiore (celeste) compaiono:
- al centro, Gesù Cristo crocifisso presenta un corpo levigato e impostato geometricamente;
- ai lati, Due ladroni crocifissi, posti di scorcio, hanno anche essi come Gesù un corpo liscio e composto regolarmente.
- nella metà inferiore (terrestre), si trovano:
- Maria Vergine che sta per svenire, viene sorretta da san Giovanni apostolo e da una pia donna;
- Santa Maria Maddalena abbraccia la croce, cingendola con il manto rosso;
- Astanti, che si mostrano sorpresi, indifferenti o dolenti come il giovane che si asciuga le lacrime con la manica del mantello.
- teschio di Adamo, a terra davanti alla croce, rimanda al posto della crocifissione (detto Golgota, che nella lingua ebraica significa "luogo del cranio"), dove secondo la tradizione venne sepolto il primo uomo.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Nel dipinto prevale un senso di misurata espressione dei sentimenti, poiché l'artista si dimostra più interessato alla resa plastica dei corpi e dei panneggi semplificati o agli effetti di luce, che commuovere e coinvolgere lo spettatore.
- Secondo alcuni studiosi, l'iconografia del dipinto farebbe riferimento ai Sermones de Oneribus (metà del XII secolo) del monaco cistercense Aelredo di Rievaulx (1110 – 1167), dai quali trarebbe le attinenze simboliche, come:
- tempio (in secondo piano, a destra) indica l'origine della Chiesa dalla religione ebraica, che a sua volta è debitrice dalla tradizione egizia, simboleggiata dalla piramide accanto;
- due figure (in primo piano, a destra), delle quali una piange, alludendo così all'atto del pentimento che bisogna fare prima di accostarsi alla Chiesa cattolica;
- Gesù Cristo crocifisso tra la luna e dal sole lo indica quale raccordo fra l'Antico (luna) ed il Nuovo Testamento (sole), poiché il primo si comprende solo alla luce del secondo;
- demonio inginocchiato ed a mani giunte dichiara la sua sottomissione a Cristo;
- santa Maria Maddalena, che abbraccia la croce, evoca la Chiesa che riconosce la propria origine nel sacrificio di Gesù;
- teschio (in primo piano) simboleggia sia la mortalità dell'uomo, sia la redenzione dal peccato originale.
Notizie storico-critiche
L'opera, pur essendo registrata dal 1806 fra i primi dipinti della raccolta annessa all'Accademia di Brera, non c'era alcuna annotazione circa la sua provenienza, tanto che qualche studioso ha ipotizzato che era originariamente ubicata nella vicina Chiesa di Santa Maria di Brera o nel Duomo di Milano. Sottovalutata persino dalla Pinacoteca stessa, per l'iconografia non convenzionale, intorno alla metà del XIX secolo venne messa in deposito e poi prestata alla parrocchiale di Villincino (Erba), sarà di nuovo esposta solo dietro le proteste di alcuni eruditi dell'epoca, forse perché ritenuta opera di Bramante.
Attribuita finalmente al Bramantino nel 1871, ma deve attendere il XX secolo per essere collocata nella giusta fascia cronologica, accanto ad altre opere del pittore ed architetto, quali:
- San Giovanni evangelista a Patmos (1510 - 1515 ca.), tempera su tavola, conservato nel Palazzo Borromeo all'Isola Bella.
- Mausoleo Trivulzio (1511), addossato alla Basilica di San Nazaro a Milano.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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