Crocifissione di Gesù Cristo (Cimabue)
Cimabue, Crocifissione di Gesù Cristo (1280 ca.), affresco | |
Crocifissione di Gesù Cristo | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica | Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Assisi |
Diocesi | Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Parrocchia o Ente ecclesiastico | Sacro Convento |
Ubicazione specifica | Basilica di San Francesco, Chiesa superiore, transetto sinistro, parete orientale, registro inferiore |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Assisi |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | Crocifissione di Gesù Cristo |
Datazione | 1280 ca. |
Ambito culturale | |
Scuola fiorentina | |
Autore |
Cimabue (Cenni di Pepo) detto Cimabue |
Materia e tecnica | affresco |
Misure | h. 350 cm; l. 690 cm |
|
La Crocifissione di Gesù Cristo è un dipinto murale, eseguito nel 1280 circa, ad affresco, da Cenni di Pepo, detto Cimabue (1240 ca. - 1302), ed aiuti, ubicato nella parete orientale del transetto nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi (Perugia).
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto si svolge su uno scorcio prospettico vorticoso e sullo sfondo di un cielo torvo, dove al centro compaiono:
- Gesù Cristo crocifisso si erge vistosamente inarcato verso sinistra, con il capo particolarmente dolente, proteso in avanti, anziché adagiato sulla spalla, le braccia non sono parallele alla croce, ma se ne distaccano ad indicare tutto il peso del martirio in corso.
- San Francesco d'Assisi, inginocchiato, quasi rannicchiato, alla base della croce si bagna con il sangue di Gesù che scorre sulla montagnola del Golgota fino al teschio nascosto di Adamo. Il Santo appare qui come un intermediario tra l'evento sacro ed il fedele, tra Cristo e gli uomini proprio nel momento in cui questi si dividono e si scontrano.
La metà superiore (celeste) è affollata da:
- Angeli, che manifestano tutto il loro dolore, volando in cerchio attorno alla traversa della croce, coprendosi il viso piangente, alzando le mani al cielo e raccogliendo pietosamente il sangue di Gesù con alcune ciotole.
Nella metà inferiore (terrestre), ai lati della croce si trovano due gruppi di figure:
- a sinistra,
- Santa Maria Maddalena protende le braccia e solleva anche un ginocchio, come se volesse disperatamente lanciarsi sulla croce accanto a Gesù;
- Maria Vergine addolorata con la mano al petto, nel gesto tipico del dolente;
- san Giovanni evangelista tiene la mano della Madonna per prendersene cura da allora in poi, secondo quanto narrato nel Vangelo di Giovanni;
- Pie donne che si uniscono alla disperazione ed al grido di dolore di santa Maria Maddalena;
- Folla di astanti, in secondo piano, tra cui si riconoscono numerosi uomini con il capo coperto, gli Ebrei.
- a destra, Soldati romani e uomini ebrei con espressioni sia di scherno ed odio, sia gesti di perplessità (come il toccarsi la barba), di ripensamento (come portare un dito alla bocca in segno di dubbio) e di impotenza (come afferrare il polso). Tra questi personaggi si nota:
- Uomo ebreo, accanto alla croce, che allunga il braccio quasi a toccare il perizoma prolungato di Gesù, a simboleggiare il riconoscimento della figura divina di Cristo;
- Longino, il centurione che si batte il petto in segno di pentimento, seguendo un passo del Vangelo (Lc 23,47 );
- Ultimo personaggio (a destra, in prima fila) con un viso più caratterizzato fisiognomicamente degli altri: alcuni studiosi hanno ipotizzato che si tratti di un autoritratto di Cimabue.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Lo schema compositivo del dipinto segue un ordine molto razionale. È divisa in 5 parti:
- L'atmosfera ed il ritmo drammatico sono resi ancora più tragici dal triangolo di linee di forza, dato dalle pose tragiche delle due figure ai lati della croce: santa Maria Maddalena con le braccia alzate e l'uomo ebreo che allunga la sua mano per afferrare il perizoma del Cristo.
- L'opera è piena di contrappunti, è una scena che è tutta uno scontro: di masse, di forme, di linee, che corrisponde ad uno scontro di sentimenti: odio e dolore. Infatti, c'è un contrasto tra:
- cielo, dove volano sparpagliati gli angeli, e terra, dove stanno raggruppate le figure umane;
- destra, dove sono gli ebrei che gridano contro Gesù, e sinistra, dove sono i dolenti che piangono;
- il gesto disperato di santa Maria Maddalena, con le braccia tese come se volesse raggiungere Cristo, bilanciato dalla parte opposta dai gesti di minaccia degli ebrei e soldati.
- Il pittore dipinse le figure uno dietro l'altro per dare idea di profondità, ma non seppe risolvere il conflitto di come essi poggiassero al suolo: ecco che i pochi piedi dipinti (solo per i personaggi in primo piano), si pestano uno sull'altro, come nei mosaici bizantini della Basilica di San Vitale a Ravenna. Infatti, i pochi colori originari superstiti, sopravvissuti proprio in questa zona, dimostrano una grande raffinatezza, che doveva da un effetto di delicata magnificenza: rosa, ocra, verde marcio, marrone.
- Cimabue resta ancora legato stilisticamente ad alcuni schemi della cultura bizantina (come i personaggi a destra e sinistra della croce, che sono volutamente più piccoli rispetto alla figura di Cristo), ma la sua abilità pittorica sta proprio nella capacità di dare corpo e volume non solo ai personaggi, ma anche ai loro sentimenti. Di conseguenza le espressioni convenzionali dei volti e gli atteggiamenti statici delle figure vengono sostituiti da espressioni e gesti conseguenti agli avvenimenti narrati.
Notizie storico-critiche
Il dipinto murale fa parte di un ciclo comprendente le Storie di Maria Vergine, dell'Apocalisse e degli Apostoli che Cimabue realizzò, insieme ai suoi collaboratori, sulle vele del presbiterio e sulle pareti del transetto nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi.
La datazione del ciclo dei dipinti murali è piuttosto discorde, sebbene negli studi più recenti si sia assestata al 1280 circa, mentre l'attribuzione a Cimabue non è mai stata messa in dubbio.
L'opera oggi si presenta in pessime condizioni di conservazione, perché sfigurata da abrasioni (in parte colmate dall'ultimo restauro) e con i colori che hanno subito un'inversione cromatica per l'ossidazione della biacca dei colori chiari, diventati ormai scuri. Solo nella zona inferiore esistono alcune tracce dei colori originali, che sono preziosi, perché danno l'idea di quello che doveva essere in origine il dipinto. Proprio in questi frammenti si scopre una sofisticata e sorprendente gamma di colori. Da notare l'accostamento del rosa al verde marcio, all'ocra e al marrone.
Bibliografia | |
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