Crocifissione di Gesù Cristo (Masaccio)

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Napoli MuCapodimonte Masaccio CrocifissioneCristo 1426.jpg

Masaccio, Crocifissione di Gesù Cristo (1426), tempera su tavola
Crocifissione di Capodimonte
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Campania
Regione ecclesiastica Campania
Provincia Napoli
Comune Napoli
Diocesi Napoli
Ubicazione specifica Museo Nazionale di Capodimonte,
sala 3
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Pisa
Luogo di provenienza Chiesa di Santa Maria del Carmine, cappella di San Giuliano
Oggetto cuspide di polittico
Soggetto Crocifissione di Gesù Cristo con Maria Vergine, san Giovanni evangelista e santa Maria Maddalena
Datazione 1426.
Ambito culturale
Scuola fiorentina
Autore Masaccio (Tommaso di Giovanni Cassai)
detto Masaccio
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 83 cm; l. 63,5 cm
Virgolette aperte.png
25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. 28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
Virgolette chiuse.png

La Crocifissione di Gesù Cristo è un dipinto, che costituiva la cuspide centrale del Polittico di Pisa, eseguito nel 1426, a tempera su tavola, da Tommaso di Giovanni Cassai detto Masaccio (1401 - 1428), proveniente dalla cappella di San Giuliano nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa ed ora conservato presso il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.

Il Polittico di Pisa, oggi purtroppo, è smembrato in molteplici parti e diviso in vari musei nel mondo.

Descrizione

Soggetto

Nella scena del dipinto compaiono:

  • Gesù Cristo crocifisso, in posizione frontale, ha la testa incassata nelle spalle ed appare come arreso alla morte. Il volto brunito è colto nel momento del trapasso, quando ha appena pronunciato, rivolto a san Giovanni, le parole «Ecco la tua madre!», con le quali gli ha affidato Maria.
  • Santa Maria Maddalena, inginocchiata di spalle, ai piedi della croce, con lunghi capelli biondi disciolti sul manto rosso sangue, piega la schiena ed allarga disperata le braccia protendendo le mani verso l'alto, in un incontenibile moto di angoscia e di dolore: i suoi gesti drammatici ricordano le lamentatrici nell'antico pianto funebre della tradizione mediterranea. Di lei il pittore riesce a farci intuire lo straziante dolore anche senza mostracene il volto.
  • a sinistra: Maria Vergine immobile e severa con le mani giunte, che si stringono nel dolore, avvolta nell'ampio e pesante mantello blu, volge lo sguardo verso il Figlio con un'espressione di grande angoscia.
  • a destra: san Giovanni evangelista, smunto e piangente, con il capo mestamente reclinato sulle mani congiunte, ed il movimento delle braccia è sottolineato dal blu di una manica che contrasta con il rosso del manto. Ha il volto affranto e l'espressione attonita, quasi come se non potesse credere a ciò che vede e che sta vivendo.
  • sul terminale del montante della croce: Albero della vita, simbolo della rinascita.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Il Cristo, osservato frontalmente, dà la la sensazione che sua la figura presenti un errore anatomico: non ha il collo. In realtà il dipinto, essendo una cuspide di polittico, era collocata nella parte alta dell'opera e lo spettatore ne aveva una visione dal basso verso l'alto ed in questa prospettiva il collo appare nascosto dal torace innaturalmente sporgente. Coerentemente con questo punto di vista, Masaccio cercò di rappresentare l'immagine del Cristo come se anche lo spettatore (fedele) stesse ai piedi della croce. In questo caso, infatti, la sporgenza dello sterno impedirebbe la visione del collo. Masaccio, tenendo conto di ciò, costruisce la figura di Gesù con il busto sporgente e la testa più arretrata, da cui derivò l'immagine finale con il Cristo senza il collo: questo fu il primo tentativo del genere e ben testimonia il clima sperimentale del primo Rinascimento fiorentino.
  • La rappresentazione sembra immobile — come se con il trapasso di Cristo anche il tempo si fosse fermato — se non fosse per la presenza della Maddalena che irrompe con la sua figura con un'impareggiabile forza espressiva, segnando il culmine del pathos della scena.
  • Nella composizione non vi sono elementi architettonici, ma è la plasticità delle figure che basta a determinare la spazialità della scena. Non vi è paesaggio, ma soltanto un lembo di terreno, tale però da offrire ai protagonisti una solida piattaforma su cui posare i piedi. Ogni elemento decorativo, ogni connotazione retorica recedono per non distrarre l'attenzione dello spettatore che deve entrare nella composizione e vivere un dramma, che Masaccio non vuole sia un dramma storico, ma quotidiano.

Notizie storico-critiche

Il polittico fu commissionato a Masaccio, nel 1426, dal notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella, dedicata a san Giuliano l'ospitaliere, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine di Pisa.

Nel 1568 Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse ancora integro e nella sua ubicazione originaria.[1]

Nel corso del XVII o XVIII secolo, il polittico fu rimosso dall'altare, smembrato e disperso in vari musei del mondo.

Galleria fotografica

Note
  1. Giorgio Vasari, Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri (1568)
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 145 - 147 ISBN 9788842445227
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, p. 316 ISBN 9788808079503
  • * John T. Spike, Masaccio, Editore Rizzoli, Milano 2002 - ISBN 9788874230079
  • Mariella Utili (a cura di), Museo di Capodimonte, vol. 2, Editore Touring, Milano 2004, p.32 ISBN 9788836525776
  • Stefano Zuffi, La pittura italiana, Editore Mondadori-Electa, Milano 1997, p. 58 ISBN 9788843559114
Voci correlate
Collegamenti esterni