Adorazione dei Magi (Masaccio)

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GER Berlino Gemäldegalerie Masaccio AdorazioneMagi part.SacraFamiglia+Magi 1426.jpg

Masaccio, Adorazione dei Magi (part. Sacra Famiglia e Magi) 1426, tempera su tavolahttp://gospelart.wordpress.com/
Adorazione dei Magi
Opera d'arte
Stato bandiera Germania
Regione - class="hiddenStructure noprint"
Comune Berlino
Diocesi Berlino
Ubicazione specifica Gemäldegalerie
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Pisa
Luogo di provenienza Chiesa di Santa Maria del Carmine, cappella di San Giuliano
Oggetto scomparto di predella
Soggetto Adorazione dei Magi
Datazione 1426
Ambito culturale
Scuola fiorentina
Autore Masaccio (Tommaso di Giovanni Cassai)
detto Masaccio
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 21 cm; l. 59,6 cm
Virgolette aperte.png

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele»....
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Virgolette chiuse.png

L'Adorazione dei Magi è un dipinto, che costituiva lo scomparto centrale della predella del Polittico di Pisa, eseguito nel 1426, a tempera su tavola, da Tommaso di Giovanni Cassai, detto Masaccio (1401 - 1428), proveniente dalla cappella di San Giuliano nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa ed ora conservato presso la Gemäldegalerie di Berlino.

Il Polittico di Pisa, oggi purtroppo, è smembrato in molteplici parti e diviso in vari musei nel mondo.

Descrizione

Soggetto

La scena dell'Adorazione dei Magi si svolge davanti alla capanna della Natività, all'interno della quale si trovano il bue e l'asino accanto ad umile sella da somaro, e dove all'esterno compaiono:

  • Maria, avvolta in un manto blu notte con fodera dorata e seduta su un faldistorio con protomi e zampe leonine, che offre Gesù Bambino all'adorazione dei Magi e degli astanti; sulla sua veste si vede una stella simbolo di verginità.
  • San Giuseppe, in piedi, a fianco della Madonna, che tiene in mano il dono del Magio anziano.
  • Magi indossano splendide vesti e che portano i doni in preziose pissidi. Essi, come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia):
    • Magio anziano con la barba bianca, inginocchiato e che bacia un piede del piccolo Gesù: ha già deposto la corona a terra ed il suo dono è nelle mani di san Giuseppe;
    • Magio d'età matura vestito con una tunica rosa, inginocchiato, in adorazione del Bambino, mentre un servitore gli ha appena tolto la corona.
    • Magio giovane, in piedi, anche lui in adorazione del Bambino, mentre un servo gli sta togliendo la corona dalla testa ed un altro ne porta il dono.
  • corteo dei Magi, che si dispone in maniera tradizionale, procedendo orizzontalmente verso la capanna che si trova all'estremità sinistra. In esso si scorgono vari personaggi riccamente abbigliati, fra i quali si distinguono:
    • due uomini borghesi, vestiti di cappelli alla moda dell'epoca e da lunghi mantelli grigi, che lasciano scoperte le gambe coperte da calzamaglie. Si tratta probabilmente delle figure dei committenti: il notaio ser Giuliano di Collino, più alto in secondo piano, e suo nipote, più basso e in primo piano, posto sopra una montagnola del terreno.
    • servi e staffieri con i cavalli, fra i quali si nota quello che guarda verso lo spettatore, tra le due teste di cavallo, che è identificabile secondo alcuni studiosi come l'autoritratto dell'artista o, secondo altri, con Giovanni detto lo Scheggia, fratello di Masaccio.

Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, come:

  • il basto con le cordicelle e la pelliccia al disotto,
  • la paglia del tetto,
  • i cavalli raffigurati con estremo realismo anche nei minimi particolari, quali i finimenti, le criniere, la coda annodata di uno dei cavalli, i chiodi ribaditi dei ferri sugli zoccoli, ecc.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Nel dipinto, il Masaccio non ha inteso rappresentare, in forma rituale, un dogma religioso, ma un fatto realmente accaduto. Infatti, la scena è perfettamente plausibile e realistica in relazione alle modalità della visione ottica, come se l'artista avesse trasferito sullo scomparto un episodio a cui fosse stato presente ed avesse inteso dare anche all'osservatore la possibilità di parteciparvi. Le figure sono tangibili e volumetriche, tanto da proiettare le loro ombre sul terreno e si calano nella profondità in uno spazio ben definito, in uno scenario misurabile, chiuso da un fondale roccioso più vicino, separato cromaticamente dalle montagne più lontane.
  • Lo stile della pittura è a tratti morbido e sfumato, come nello sfondo, a tratti forte e incisivo, come nei mantelli dei due committenti. In ogni caso la luce e la ricca cromia unificano tutta la rappresentazione, senza squilibri.
Masaccio, Adorazione dei Magi (1426), tempera su tavola

Notizie storico-critiche

Il polittico fu commissionato a Masaccio, nel 1426, dal notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella, dedicata a san Giuliano l'ospitaliere, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine di Pisa.

Nel 1568 Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse ancora integro e nella sua ubicazione originaria. [1]

Nel corso del XVII o XVIII secolo, il polittico fu rimosso dall'altare, smembrato e disperso in vari musei del mondo.

I tre scomparti della predella si trovano tutti alla Gemäldegalerie di Berlino, dove giunsero però in date diverse:

Note
  1. Giorgio Vasari, Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri (1568)
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 152 - 153 ISBN 9788842445227
  • John T. Spike, Masaccio, Editore Rizzoli, Milano 2002 - ISBN 9788874230079
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 agosto 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.