Adorazione dei Magi (Masaccio)
Masaccio, Adorazione dei Magi (part. Sacra Famiglia e Magi) 1426, tempera su tavolahttp://gospelart.wordpress.com/ | |
Adorazione dei Magi | |
Opera d'arte | |
Stato | Germania |
Regione | - class="hiddenStructure noprint" |
Comune | Berlino |
Diocesi | Berlino |
Ubicazione specifica | Gemäldegalerie |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Pisa |
Luogo di provenienza | Chiesa di Santa Maria del Carmine, cappella di San Giuliano |
Oggetto | scomparto di predella |
Soggetto | Adorazione dei Magi |
Datazione | 1426 |
Ambito culturale | |
Scuola fiorentina | |
Autore |
Masaccio (Tommaso di Giovanni Cassai) detto Masaccio |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 21 cm; l. 59,6 cm |
|
L'Adorazione dei Magi è un dipinto, che costituiva lo scomparto centrale della predella del Polittico di Pisa, eseguito nel 1426, a tempera su tavola, da Tommaso di Giovanni Cassai, detto Masaccio (1401 - 1428), proveniente dalla cappella di San Giuliano nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa ed ora conservato presso la Gemäldegalerie di Berlino.
Il Polittico di Pisa, oggi purtroppo, è smembrato in molteplici parti e diviso in vari musei nel mondo.
Descrizione
Soggetto
La scena dell'Adorazione dei Magi si svolge davanti alla capanna della Natività, all'interno della quale si trovano il bue e l'asino accanto ad umile sella da somaro, e dove all'esterno compaiono:
- Maria, avvolta in un manto blu notte con fodera dorata e seduta su un faldistorio con protomi e zampe leonine, che offre Gesù Bambino all'adorazione dei Magi e degli astanti; sulla sua veste si vede una stella simbolo di verginità.
- San Giuseppe, in piedi, a fianco della Madonna, che tiene in mano il dono del Magio anziano.
- Magi indossano splendide vesti e che portano i doni in preziose pissidi. Essi, come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia):
- Magio anziano con la barba bianca, inginocchiato e che bacia un piede del piccolo Gesù: ha già deposto la corona a terra ed il suo dono è nelle mani di san Giuseppe;
- Magio d'età matura vestito con una tunica rosa, inginocchiato, in adorazione del Bambino, mentre un servitore gli ha appena tolto la corona.
- Magio giovane, in piedi, anche lui in adorazione del Bambino, mentre un servo gli sta togliendo la corona dalla testa ed un altro ne porta il dono.
- corteo dei Magi, che si dispone in maniera tradizionale, procedendo orizzontalmente verso la capanna che si trova all'estremità sinistra. In esso si scorgono vari personaggi riccamente abbigliati, fra i quali si distinguono:
- due uomini borghesi, vestiti di cappelli alla moda dell'epoca e da lunghi mantelli grigi, che lasciano scoperte le gambe coperte da calzamaglie. Si tratta probabilmente delle figure dei committenti: il notaio ser Giuliano di Collino, più alto in secondo piano, e suo nipote, più basso e in primo piano, posto sopra una montagnola del terreno.
- servi e staffieri con i cavalli, fra i quali si nota quello che guarda verso lo spettatore, tra le due teste di cavallo, che è identificabile secondo alcuni studiosi come l'autoritratto dell'artista o, secondo altri, con Giovanni detto lo Scheggia, fratello di Masaccio.
Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, come:
- il basto con le cordicelle e la pelliccia al disotto,
- la paglia del tetto,
- i cavalli raffigurati con estremo realismo anche nei minimi particolari, quali i finimenti, le criniere, la coda annodata di uno dei cavalli, i chiodi ribaditi dei ferri sugli zoccoli, ecc.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Nel dipinto, il Masaccio non ha inteso rappresentare, in forma rituale, un dogma religioso, ma un fatto realmente accaduto. Infatti, la scena è perfettamente plausibile e realistica in relazione alle modalità della visione ottica, come se l'artista avesse trasferito sullo scomparto un episodio a cui fosse stato presente ed avesse inteso dare anche all'osservatore la possibilità di parteciparvi. Le figure sono tangibili e volumetriche, tanto da proiettare le loro ombre sul terreno e si calano nella profondità in uno spazio ben definito, in uno scenario misurabile, chiuso da un fondale roccioso più vicino, separato cromaticamente dalle montagne più lontane.
- Lo stile della pittura è a tratti morbido e sfumato, come nello sfondo, a tratti forte e incisivo, come nei mantelli dei due committenti. In ogni caso la luce e la ricca cromia unificano tutta la rappresentazione, senza squilibri.
Notizie storico-critiche
Il polittico fu commissionato a Masaccio, nel 1426, dal notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella, dedicata a san Giuliano l'ospitaliere, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine di Pisa.
Nel 1568 Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse ancora integro e nella sua ubicazione originaria. [1]
Nel corso del XVII o XVIII secolo, il polittico fu rimosso dall'altare, smembrato e disperso in vari musei del mondo.
I tre scomparti della predella si trovano tutti alla Gemäldegalerie di Berlino, dove giunsero però in date diverse:
- Adorazione dei Magi e Crocifissione di san Pietro e decapitazione di san Giovanni Battista si trovavano nella collezione Capponi a Firenze, quando furono venduti, nel 1880, al museo berlinese.
- Storie di san Giuliano l'ospitaliere e san Nicola di Bari entrarono nel museo nel 1908.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
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