Crocifissione di Gesù Cristo (Pordenone)
Pordenone, Crocifissione di Gesù Cristo (1521), affresco | |
Crocifissione di Gesù Cristo | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica | Lombardia |
Provincia | Cremona |
Comune | |
Diocesi | Cremona |
Ubicazione specifica | Cattedrale di Santa Maria Assunta, controfacciata |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Cremona |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | Crocifissione di Gesù Cristo |
Datazione | 1521 |
Ambito culturale | Ambito romano |
Autore |
Pordenone (Giovanni Antonio de' Sacchis) |
Materia e tecnica | affresco |
Misure | h. 920 cm; l. 1200 cm |
Iscrizioni | INRI; SPQ(R) |
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La Crocifissione di Gesù Cristo è un dipinto murale, eseguito tra il 1520 ed il 1521, ad affresco, da Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone (1484 - 1539), ubicato sulla controfacciata della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Cremona.
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto si svolge su uno scorcio prospettico vorticoso e sullo sfondo di un cielo torvo, dove compaiono:
- Soldato, vero perno della scena, si rivolge verso lo spettatore (fedele) indicando teatralmente Gesù morto in croce: l'armatura e la spada lo connotano come un lanzichenecco.
- Gesù Cristo crocifisso in posizione asimmetrica tra le croci dei due ladroni.
- Due ladroni legati sulle croci di sbieco ed in maniera contorta:
- a sinistra, Disma, il buon ladrone, si rivolge verso Gesù in un ultimo spasimo;
- a destra, cattivo ladrone si dibatte sulla croce.
- Maria Vergine sopraffatta dal dolore, sviene inutilmente sostenuta dalle pie donne.
- Cavalieri e folla di vari personaggi, che anima vorticosamente la scena, muovendosi in modo scomposto, con i cavalli che ci contorcono in scorci bruschi che danno loro un aspetto quasi maligno. Tra le figure si notano:
- al centro, il centurione Longino, comandante dell'esecuzione, che in sella ad un cavallo, guarda verso Gesù con un espressione di sincero pentimento;
- a destra, soldato che, con inaudita violenza, sta colpendo con una mazza le gambe del ladrone per spezzarle ed abbreviarne così l'agonia;
- a destra, gruppo di farisei appare calmo nell'animazione generale che scuote la scena, ma dai gesti si comprende che stanno discutendo.
Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come:
- terra, al centro in basso, si sta spaccando per il terribile sisma citato nel Vangelo di Matteo (Mt 27,51 );
- gonfalone nero, in mano ad un soldato a sinistra, si è gonfiato di vento, aumentando il senso di inquietudine ed angoscia che pervade tutto il dipinto.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La rappresentazione della Crocifissione è legata a precisi significati religiosi per i quali i committenti avevano dato al pittore chiare indicazioni: in primo piano, ai piedi del centurione che indica verso Gesù, la terra è divisa dalla profonda spaccatura che, secondo il Vangelo di Matteo, si aprì nell'attimo in cui Cristo spirò e alla stessa interpretazione è legato il cielo scuro e denso di nubi. La profonda fessura divide le figure ai piedi delle croci in due parti distinte: l'umanità redenta, sottolineata in primo piano dal gruppo di Maria Vergine e delle pie donne, di san Longino a cavallo in atto di pentimento e, sullo sfondo, dal buon ladrone sulla croce, e l'umanità dannata indicata dalla brutale immagine del soldato che spezza le gambe al cattivo ladrone.
- Il dipinto condensa, anzitempo, azzerando ogni filtro e mediazione idealizzante, il senso di tragedia che serpeggiava in un'Italia ormai preda delle monarchie europee. Solo più tardi il presagio di questa crisi toccò le coscienze degli artisti impigliati nelle lussuose reti della curia pontificia, e con esiti disposti, all'opposto, alla eleganza intellettuale ed estetica. Pittore geniale e fuori dal comune nel panorama del Cinquecento italiano, il Pordenone intuì forse, all'opposto di altri, la direzione verso cui procedevano le sorti del suo tempo, osservando senza timore la realtà che stava vivendo.
Iscrizioni
Nel dipinto si trovano due iscrizioni, a lettere capitali, collocate:
- sulla terminazione superiore del montante della croce di Gesù, dove si legge il titulus crucis:
(LA) | (IT) | ||||
« | I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udaeorum) » | « | Gesù il Nazareno, Re dei Giudei » |
- sul gonfalone in mano al cavaliere di sinistra, figura:
(LA) | (IT) | ||||
« | S(enatus) P(opulus)Q(ue Romanus) » | « | Il Senato e il popolo romano » |
Notizie storico-critiche
Nel 1519 venne incaricato di concludere la decorazione del Duomo di Cremona, il bresciano Girolamo di Romano detto il Romanino, che vi rappresentò alcuni episodi delle Storie della Passione di Gesù Cristo. Tuttavia i Massari nel 1520 gli ritirarono la commissione, preferendogli il Pordenone, che, reduce dall'esperienza romana, poté concludere la decorazione con un linguaggio considerato più avanzato perché aggiornato sulle novità di Raffaello e, soprattutto, Michelangelo.
Bibliografia | |
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