Sant'Elia
Sant'Elia Personaggio dell'Antico Testamento | |
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Santo | |
Profeta | |
Giovanni Gerolamo Savoldo, Elia(prima metà del XVI secolo), olio su tavola trasportata su tela; Washington (USA), National Gallery | |
Nascita | Tisbe IX secolo a.C. |
Morte | Monte Carmelo 850 a.C. ca. |
Venerato da | Chiesa cattolica e da tutte le altre Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 20 luglio |
Nel Martirologio Romano, 20 luglio, n. 2:
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Sant'Elia (Tisbe, IX secolo a.C.; † Monte Carmelo, 850 a.C. ca.) è un personaggio dell'Antico Testamento, profeta ebreo fra i primi d'Israele e una delle figure più carismatiche dell'Antico Testamento; le sue gesta sono narrate nei due Libri dei Re. In conformità con il giudaismo che attendeva un ritorno di Elia prima della venuta del Messia, San Giovanni Battista viene indicato da Gesù stesso come l'"Elia che deve venire" (Mt 11,4 ).
Tratti biografici veterotestamentari
Di Elia si parla in 1Re 17-21 e in 2Re 1-2 . Viene presentato come un grande profeta.
Svolge la sua missione sotto il re Acab, del quale combatte aspramente la deriva idolatrica, pilotata dalla regina Gezabele.
Risuscita il figlio della vedova di Sarepta che lo ospita durante una carestia (1Re 17,17-24 ); ultimo fedele al Dio di Abramo, sfida, vince e uccide i falsi profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui dimostra poi la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata (1Re 18,20-40 ). Fugge verso il sud e nel cammino un angelo gli porge il cibo; all'Oreb parla con Dio (1Re 19 ). Chiama Eliseo a seguirlo e a essere il suo successore (1Re 19,19-21 ). Infine è rapito in cielo su un carro di fuoco e scompare (2Re 2,1-13 ).
Morto?
La scomparsa di Elia ha fatto pensare a tutta la tradizione dell'Antico Testamento che Elia non era morto, ma che era stato assunto in cielo e che pertanto doveva riapparire sulla terra per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizza che Elia sarebbe tornato prima del giorno del Signore (Mal 3,23 )[1].
La formazione del ciclo di Elia
La tradizione orale circa le vicende di Elia mostra influssi della fantasia popolare. La fissazione di tali episodi iniziò subito dopo la scomparsa del profeta e giunse a una prima conclusione verso la fine del IX secolo a.C.. A quell'epoca il documento scritto comprendeva due gruppi di testi:
- Un gruppo di narrazioni e aneddoti dove Elia è presentato come profeta, taumaturgo e dove è attivamente coinvolto nella lotta contro l'idolatria e quindi contro la casa di Acab: 1Re 17-19 .
- Un gruppo di narrazioni dove il nome di Elia è accompagnato dal titolo il tisbita e dove Acab è chiamato re di Samaria ed è trattato con minore durezza: 1Re 20-21 ; 2Re 1,2-8 .
- Un terzo elemento della tradizione comprende i due racconti di 1Re 17,17-24 e 2Re 1,9-16 : in essi Elia è presentato come l'uomo di Dio e il miracoloso è messo in massima evidenza. Tali due aneddoti sono come un trait d'union tra i due primi gruppi di testi.
L'intero ciclo di Elia subì poi una certa rielaborazione nei circoli deuteronomistici, quando questi lo introdussero nei libri dei Re.
Così come appare nei libri della Bibbia, il ciclo di Elia è tra i più antichi testimoni della letteratura biblica e tra i capolavori della prosa ebraica.
Nel Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento afferma che la profezia di Mal 3,23 si è adempiuta in Giovanni Battista (cfr. Mt 17,10-13 ; Lc 1,17 ).
Elia appare poi con Mosè durante la trasfigurazione di Gesù, a esprimere il fatto che la legge (Mosè) e i profeti (Elia, appunto) trovano il loro compimento in Cristo (Mt 17,3 ; Mc 9,4 ; Lc 9,30 ).
I Vangeli ci informano che alcuni pensavano che Gesù fosse Elia ritornato[2].
Nella Tradizione cristiana
Nella tradizione cristiana Elia è il modello dei contemplativi e dei monaci. L'ordine del Carmelo, sorto nei luoghi in cui Elia svolse la sua missione, lo considera proprio padre e ispiratore.
Elia è invocato come protettore contro i fulmini e i temporali, poiché nella Bibbia si dice di lui che era in grado di far discendere "il fuoco dal [[cielo]". Inoltre, proprio per essere stato assunto in Cielo, è patrono degli aviatori. È poi patrono di Buonabitacolo, in provincia di Salerno, di Maschito, in provincia di Potenza e di Peschici in provincia di Foggia.
Nell'arte
Elia è raffigurato sulla porta lignea della Chiesa di Santa Sabina a Roma (ca. 430), col cocchio di fuoco divenuto una biga, mentre un angelo strappa il profeta verso Dio.
Significativa è anche la tela settecentesca di Giovanni Battista Piazzetta, conservata alla National Gallery di Washington, di forte tensione mistica.
Nel 1846, su commissione del Festival di Birmingham che ne ospitò la prima esecuzione diretta dall'autore, Felix Mendelssohn Bartholdy compose l'oratrio Elias. Per il testo Mendelssohn si servì di passi biblici scelti in collaborazione con l'amico pastore Julius Schubring.
Martin Buber, filosofo ebreo, pubblicò nel 1963 il dramma Elia[3]: in essa il profeta entra nell'eternità senza gustare la morte per essere il messaggero dell'eterna presenza di Dio nell'uomo giusto.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |