Don Camillo (libro)

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Don Camillo
Guareschi Don Camilo romanzo.jpg

Copertina del libro
Titolo originale Don Camillo. Mondo piccolo{{{titolo originale}}}
Altri titoli Don Camillo
Nazione bandiera Italia
Lingua originale italiano
Autore Giovannino Guareschi
Editore Rizzoli
Datazione 1948
Luogo edizione Milano
Genere raccolta di racconti
umoristico
Ambientazione Geografica Pianura Padana
Ambientazione Storica 1946 - 1947
Personaggi principali:
Libro successivo Don Camillo e il suo gregge (1953); Il compagno Don Camillo (1963)
Adattamento cinematografico Don Camillo (1952) di J. Duvivier; Don Camillo (1983) di T. Hill

Don Camillo è una raccolta di racconti scritta da Giovannino Guareschi (1908-1968) e pubblicata a Milano nel 1948. Era già apparso, con il titolo di Mondo piccolo, sul Candido, il settimanale umoristico di cui lo scrittore era condirettore, insieme con Giovanni Mosca.

Trama

La Seconda Guerra Mondiale è terminata da poco e la vita sta riprendendo lentamente, lasciandosi alle spalle sofferenze e terribili ricordi. La vicenda del romanzo, ambientata nella Pianura Padana, si svolge, infatti, tra il 1946 e il 1947.

I due protagonisti, il parroco Don Camillo e il sindaco Giuseppe Bottazzi, detto Peppone, sono descritti come due uomini travolgenti e maneschi, ma anche di buon cuore e generosi. Nel "mondo piccolo" che il paese costituisce, infatti, il parroco e il sindaco vengono spesso in lite per motivi politici, ma nei momenti gravi e difficili prevale in entrambi il buon senso e l'umanità.

Delle vicende descritte da Guareschi nel romanzo ricordiamo le seguenti:

  • Don Camillo, tutti gli anni, per la festa del paese, porta in processione, dall'altare della chiesa fino al fiume Po, il Crocifisso, per benedire il fiume che scorre lento e maestoso, ma che talvolta può provocare gravi danni. Quell'anno però il sindaco comunista Peppone vuole portare in processione anche la bandiera del suo partito. Ne nasce una forte disputa tra i due "nemici-amici" che come sempre finirà bene.
  • Durante il Battesimo dell'ultimo figlio di Peppone, volendo il padre chiamarlo "Lenin, Libero, Antonio", Don Camillo lo invita a battezzarlo in Russia. Ne nasce uno scontro violento, che terminerà con la vittoria di don Camillo. Il bambino sarà battezzato con il nome di "Libero, Camillo, Lenin".
  • Nella novella intitolata Il Proclama, il sindaco viene descritto come un ignorante, poiché ha lasciato gli studi in terza elementare e perciò quando scrive le ordinanze commette vari errori di grammatica e ortografia. Don Camillo non riesce a resistere alla tentazione di sottolineare gli errori con la matita rossa, ma anche questa volta la vicenda termina in modo commovente, poiché Peppone si rivolge proprio al parroco, per correggere l'ennesimo testo, il quale è ben felice di riparare al male fatto e ne farà una revisione "tutta sua".
  • I braccianti della "Grande" (un'azienda agricola enorme con una stalla di cento vacche) decidono di scioperare, su consiglio di Peppone, per ottenere condizioni di lavoro più adeguate. Le vacche dopo due giorni per la fame e perché non erano state munte muggivano così forte che si udivano anche da lontano. Al quarto giorno cessarono improvvisamente di lamentarsi e il padrone della tenuta ritenne che fossero allo stremo delle forze, cossiché cedette alle richieste degli operai; in realtà il silenzio era dovuto al lavoro di Don Camillo e Peppone, che avevano munto e foraggiato le bestie insieme per tutta la notte, per evitarne la morte.

Queste e tante altre vicende dei due protagonisti attorniati da altri personaggi caratteristici costituiscono la realtà di un paese, come tanti in Italia, che è uscito da poco dalla terribile e devastante esperienza della guerra e ora riprende lentamente il cammino verso un nuovo futuro. La narrazione mette in rilievo i valori condivisi tra Don Camillo e Peppone, nonché la loro fede semplice e genuina. Colpisce, in particolare, il rapporto diretto di Don Camillo con Gesù, che gli parla dal Crocifisso, quasi fosse un novello San Pellegrino Laziosi, ma anche il fatto che Peppone, pur costretto a mantenere, per l'ideologia del Partito, un ufficiale distacco dalla Chiesa, non perde mai la fede.

Per questa loro autenticità, pur se su fronti politicamente diversi, ma uniti dall'interesse per la povera gente, i due protagonisti mantengono sempre la stima e l'affetto reciproci. L'insegnamento del testo, quindi, conserva ancora oggi una sua vivezza e attualità.

Fortuna dell'opera

Grande fu il successo di quest'opera, anche grazie alla prima trasposizione cinematografica Don Camillo, cui ne seguirono altre, e all'interpretazione dei due protagonisti che ne diedero due grandi attori quali Fernandel (Fernand Joseph Désiré Contandin) e Gino Cervi. Per questo Guareschi, sulla traccia della grande popolarità, fece rivivere le vicende di Don Camillo e Peppone in altri romanzi:

  • Don Camillo e il suo gregge (1953)
  • Il compagno Don Camillo (1963)

Pubblicati postumi:

  • Don Camillo e i giovani d'oggi (romanzo, 1969)
  • Gente così (1980)
  • Lo spumarino pallido (1981)
  • Noi del Boscaccio (1983)
  • L'anno di Don Camillo (1986)
  • Il decimo clandestino (1987)
  • Ciao Don Camillo (1996)
  • Don Camillo e Don Chichì (1996)
Bibliografia
  • Comoglio Anna, Don Camillo, in "Dizionario dei Capolavori", vol. 1 (a - f), Editore Garzanti, Torino 1994, p. 476 - 477.
  • Gulisano Paolo, Quel cristiano di Guareschi. Un profilo del creatore di Don Camillo, Ancora, Milano 2008.
Voci correlate
Collegamenti esterni