Don Camillo (film 1952)
Don Camillo | |
Locandina del film | |
Titolo originale: | Le Petit monde de Don Camillo |
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Lingua originale: | italiano |
Paese: | Francia/Italia |
Anno: | 1952 |
Durata: | 109' min |
Colore: | bianco/nero |
Audio: | sonoro |
Rapporto: | 1,37 : 1 |
Genere: | commedia |
Regia: | Julien Duvivier |
Soggetto: | Giovannino Guareschi |
Ambientazione Storica: | XX secolo |
Tratto da: | Mondo piccolo: don Camillo (1948), romanzo di Giovannino Guareschi |
Sceneggiatura: | Julien Duvivier, René Barjavel |
Produttore: | Giuseppe Amato |
Casa di produzione: | Cineriz di Rizzoli-Amato |
Distribuzione (Italia): | Cineriz |
Interpreti e personaggi: | |
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Doppiatori italiani: | |
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Fotografia: | Nicolas Hayer, Osvaldo Civirani |
Montaggio: | Maria Rosada |
Musiche: | Alessandro Cicognini |
Scenografia: | Virgilio Marchi |
Coreografia: | Virgilio Marchi |
Trucco: | Leandro Marini |
Sequel: | Il ritorno di Don Camillo (1953) di Julien Duvivier |
Nome remake: | Don Camillo (1983) |
Premi: | |
Don Camillo è un film commedia del 1952, diretto dal regista francese Julien Duvivier (1896 – 1967), è il primo di una serie di cinque film tratti dal romanzo Mondo piccolo: don Camillo (1948) del giornalista ed umorista Giovannino Guareschi (1908 - 1968), che ha come protagonisti due irriducibili amici/nemici:
- Il parroco Don Camillo, interpretato dall'attore francese Fernandel (1903 – 1971) che parla con il Crocifisso per chiedergli perdono tutte le volte che gli verrebbe voglia di menare le mani.
- Il sindaco del paese, nonché segretario della sezione comunista locale, Peppone interpretato dall'attore italiano Gino Cervi (1901 – 1974).
Trama
Nel secondo Dopoguerra, in un paese della Bassa Padana, Brescello (Reggio Emilia), Don Camillo, il robusto e combattivo parroco, e Giuseppe Bottazzi detto Peppone, il sindaco comunista, si trovano perennemente in contrasto, ma dopo scontri talvolta violenti, finiscono col mettersi d'accordo, lasciandosi guidare dal buon senso.
La narrazione del film inizia con i "rossi" che festeggiano, con un comizio, la loro vittoria alle elezioni e la nomina a sindaco di Peppone; Don Camillo, per protesta e per impedirne lo svolgimento, suona le campane a morte.
Il sindaco si prenderà la sua rivincita quando può annunciare l'imminente costruzione della Casa del Popolo. Il parroco, che non riesce a completare la costruzione del suo oratorio, il Villaggio del fanciullo, si domanda dove Peppone trovi i soldi ma, ripensandoci, ricorda la storia della cassa d'una divisione militare scomparsa misteriosamente. Messo alle strette, Peppone viene indotto a cedere una parte del bottino. Risultato della disputa: i due edifici verranno inaugurati lo stesso giorno alla presenza del Vescovo.
Don Camillo si lascia spesso trasportare dal suo temperamento, ma poi si pente delle sue intemperanze e accetta umilmente i rimproveri che gli vengono dal Crocifisso dell'altare maggiore.
I rossi proclamano uno sciopero agricolo e Don Camillo fa di tutto per farlo fallire, ma poi non rinuncia di benedire la Casa del Popolo e a celebrare il battesimo dell'ultimo figlio del sindaco.
Tra un Battesimo (quello del figlio del sindaco), una partita a calcio (Gagliarda di Don Camillo vs Dynamo di Peppone) e un tempestoso amore tra Mariolino della Bruciata, giovane comunista, e Gina Filotti, la figlia d'un possidente, benché abbia lieto fine con il matrimonio dei due giovani, i due amici/nemici litigano in continuazione.
Dopo l'ennesima scazzottata, il Vescovo lo invierà per un po' in "vacanza", cioè lo trasferisce a Montenara, una parrocchia di montagna, per punire le sue intemperanze, ma il primo a dispiacersene è il suo eterno rivale: il sindaco. Infatti, se da una parte Peppone proibisce ai suoi amministrati di salutarlo quando lascia il paese, ma Don Camillo sarà festeggiato alle più vicine stazioni ferroviarie sia dai suoi fedeli, sia dallo stesso sindaco con i compagni di partito.
Tutti i litigi fra Don Camillo e Peppone si stemperano su un un fondo di reciproca stima consolidata nel comune passato partigiano. Nel loro amore-odio, nelle loro battaglie e nelle loro alleanze, nelle loro macchinazioni e nella loro coesistenza pacifica i due personaggi rappresentano l'italiano alle prese con la politica negli anni della Ricostruzione.
Location
Le riprese degli esterni del film sono state girate principalmente nel territorio emiliano:
- Brescello: la panoramica "aerea" iniziale; la piazza del comizio è Piazza Matteotti; Via Giglioli; la chiesa "di" Don Camillo è la Chiesa di Santa Maria Nascente; la casa di Peppone è in Via Carducci; il Centro Culturale San Benedetto è un ex convento usato per simulare la Casa del Popolo di Peppone; la stazione ferroviaria è quella di Brescello-Viadana, e così via.
- Boretto: la seconda parte della processione dove Don Camillo porta da solo il Crocifisso, il luogo in cui avviene l'incontro tra il parroco e Peppone con i suoi compagni ed insieme si avviano verso il fiume Po, è stato girato in Via Pietro Saccani.
- Gualtieri: nel finale del film, la stazione ferroviaria di questa località è il luogo dove Peppone con i compagni di partito saluteranno Don Camillo.
- Lentigione (frazione di Brescello): qui si trova la proprietà detta nel film "La Bruciata", nella realtà è la Tenuta SAIT.
Gli interni, per la maggior parte, furono girati presso gli Studi cinematografici di Cinecittà a Roma.
Doppiaggio
Nella versione italiana dei cinque film che compongono la serie, la voce di Don Camillo è quella di Carlo Romano (noto all'epoca come voce italiana di Jerry Lewis, anziché quella del genovese Lauro Gazzolo, che normalmente doppiava Fernandel, poiché Romano (a parte Lewis), era solito doppiare attori corpulenti e robusti e sembra, inoltre, che la cadenza dialettale emiliana non riuscisse troppo bene a Gazzolo.
Per donare invece una voce sufficientemente carismatica al Crocifisso, si decise di affidarne il doppiaggio a Ruggero Ruggeri, uno dei più prestigiosi attori teatrali italiani dell'epoca. Nella versione francese, invece, la voce del Crocifisso è quella di Jean Débucourt, attore e regista teatrale francese.
Nella versione statunitense, la Voce narrante è quella di Orson Welles, mentre nella francese è quella di Jean Debucourt.
Frasi e dialoghi celebri
Tra le frasi e i dialoghi celebri del film, si ricordano:
- Peppone, mostrando dal balcone della sua casa il figlio appena nato:
« | Compagni, un compagno di più! » |
- Il Crocifisso, riferito al bastone che don Camillo tiene fra le mani e di cui vuole servirsi per dare una lezione a Peppone, afferma:
« | "Don Camillo, buttalo via!" - Il parroco risponde: "Ma non è mica di noce, Signore, è di pioppo! Leggero, morbido..." » |
- Don Camillo afferma:
« | Le mani sono fatte per benedire; Signore... ma i piedi? » |
Differenze di versione
La versione francese presenta scene che non compaiono in quella italiana:
- Quando Don Camillo e Peppone mungono le mucche nella stalla "occupata", oltre a a tirare il latte, i due nemici-amici fanno nascere pure un vitellino.
- La sequenza finale del tentato suicidio è più lunga e drammatica: Gina e Mariolino vengono mostrati in modo più dettagliato quando s'immergono nel fiume per uccidersi.
- La scena dove Don Camillo si picchia con i comunisti, venuti dalla città per lo sciopero, è più lunga.
- Dopo la confessione di Peppone, il calcio, che nella versione italiana si intuisce più che vedersi, in quella francese si vede molto più chiaramente.
- Il funerale della signora Cristina è più lungo e accuratamente filmato.
- Don Camillo, oltre che con il Crocifisso, c'è un breve dialogo fra il parroco e la statua della Madonna.
Sequel & remake
Il film ebbe cinque seguiti, per un totale quindi di sei pellicole, tutti prodotti dalla Cineriz:
- Il ritorno di Don Camillo (1953) di Julien Duvivier
- Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955) di Carmine Gallone
- Don Camillo monsignore... ma non troppo (1961) di Carmine Gallone
- Il compagno Don Camillo (1965) di Luigi Comencini
- Don Camillo e i giovani d'oggi, non venne terminato a causa della malattia e poi della morte di Fernandel (26 febbraio 1971); venne realizzato solo nel 1972, con Gastone Moschin nella parte di Don Camillo e Lionel Stander in quella di Peppone.
Nel 1983 venne girato un remake, dal titolo:
- Don Camillo (The world of Don Camillo), con Terence Hill nel ruolo del sacerdote e Colin Blakely in quello del sindaco comunista.
Curiosità
- Gino Cervi avrebbe dovuto inizialmente interpretare Don Camillo, ma si ritrovò nel ruolo di Peppone, poiché i suoi tratti fisici lo rendevano più simile al sindaco, descritto nel romanzo di Giovannino Guareschi, ispiratosi per questo personaggio a sua volta alle fattezze di Stalin, somigliante in realtà anche allo stesso scrittore.
- Per questo primo film dedicato a Don Camillo e Peppone, i produttori avevano chiamato il regista statunitense Frank Capra, che aveva accettato e che avrebbe portato Spencer Tracy nelle vesti del parroco. A rivelarlo sono Egidio Bandini e Guido Conti, che, nel realizzare un catalogo e una mostra documentaria per il centenario della nascita di Giovannino Guareschi, hanno potuto lavorare su materiali inediti dell'archivio di famiglia. Da un carteggio, ha detto Bandini, emerge "che le due star di Hollywood dovettero rinunciare all'impegno italiano per i rispettivi contratti che li legavano alle potenti case produttrici". Frank Capra, ha aggiunto Conti, avrebbe sempre detto che quella "era stata la sua occasione perduta". [1]
- La partitura originale della colonna sonora composta dal maestro Alessandro Cicognini, con il famoso leitmotiv del Don Camillo, era andata perduta e solo nel 2009 è stata ricostruita, partendo dalle registrazioni delle scene del film. Le musiche, eseguite dall'Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Alessandria, sono state registrate e pubblicate su un CD, prodotto da Cinevox Record.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |