Don Camillo e l'onorevole Peppone

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Don Camillo e l'onorevole Peppone
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Locandina del film
Titolo originale: La grande bagarre de Don Camillo
Lingua originale: italiano
Paese: Francia/Italia
Anno: 1955
Durata: 100' min
Colore: bianco/nero
Audio: sonoro
Rapporto: 1,37 : 1
Genere: commedia
Regia: Carmine Gallone
Soggetto: Giovanni Guareschi
Ambientazione Geografica:
Ambientazione Storica: XX secolo
Tratto da: Mondo piccolo: Don Camillo (1948), romanzo di Giovanni Guareschi
Sceneggiatura: Giovanni Guareschi
Produttore: Giuseppe Amato
Casa di produzione: Cineriz di Rizzoli-Amato
Distribuzione (Italia): Cineriz
Interpreti e personaggi:
  • Fernandel: Don Camillo
  • Gino Cervi: Giuseppe Bottazzi, detto Peppone
  • Leda Gloria: moglie di Peppone
  • Gaston Rey: Bollini
  • Umberto Spadaro: Bezzi
  • Memmo Carotenuto: lo Spiccio
  • Saro Urzi: Brusco, il barbiere
  • Carlo Duse: Bigio
  • Guido Celano: il maresciallo
  • Mario Siletti: l'esaminatore
  • Marco Tulli: lo Smilzo
  • Lamberto Maggiorani: cittadino democristiano
  • Luigi Tosi: il prefetto
  • Renzo Giovampietro: il prigioniero ferito
  • Giovanni Onorato: il Lungo
  • Stefano Alberici: figlio di Peppone
Doppiatori italiani:
  • Fernandel: Carlo Romano
  • Fotografia: Anchise Brizzi, Osvaldo Civirani
    Montaggio: Nicolò Lazzari
    Musiche: Alessandro Cicognini
    Scenografia: Virgilio Marchi
    Coreografia: Virgilio Marchi
    Costumi: Pia Marchesi
    Trucco: Amato Garbini
    Prequel: Il ritorno di Don Camillo (1953) di Julien Duvivier
    Sequel: Don Camillo monsignore... ma non troppo (1961) di Carmine Gallone

    Don Camillo e l'onorevole Peppone è un film del 1955 diretto da Carmine Gallone, è il terzo di cinque film tratti dal romanzo Mondo piccolo: Don Camillo (1948) del giornalista ed umorista Giovanni Guareschi, che ha come protagonisti due irriducibili amici/nemici: il parroco Don Camillo e il sindaco del paese Peppone.

    In Italia il film fu proiettato in pubblico per la prima volta il 25 ottobre 1955.

    Trama

    In un paese della bassa emiliana il sindaco comunista Peppone si trova costantemente in conflitto col parroco Don Camillo, benché un segreto sentimento di reciproca simpatia e comprensione tenga avvinti i due, pur divisi dalle quotidiane battaglie: queste divengono più violente, durante il periodo elettorale, perché Peppone si presenta candidato nelle liste del Fronte Popolare (la Sinistra unita) per le elezioni politiche del 1953.

    A questo scopo Peppone si vede costretto a conseguire la licenza elementare, per questo studia seriamente per sostenere l'esame di quinta, ma non riuscirebbe a superarlo senza la collaborazione e qualche suggerimento non del tutto disinteressato di don Camillo, aiuto non del tutto disinteressato, giacché, in compenso, il sindaco deve mettere la sua firma sul progetto di costruzione di una cappella.

    Per dare al sindaco candidato un appoggio durante la campagna elettorale, il Partito invia una compagna energica sì, ma non priva di attrattive personali, alle quali Peppone non si mostra insensibile. L'episodio potrebbe essere disastroso per la serenità familiare del sindaco se Don Camillo non intervenisse opportunamente, per evitare che la moglie lo abbandoni.

    Altri episodi mettono uno di fronte all'altro i due eterni avversari, sempre in sospetto, sempre in cerca di una rivincita.

    Nel corso della campagna elettorale ogni mossa è lecita, anche il ritrovamento di un carro armato statunitense che viene "casualmente" ritrovato durante una passeggiata notturna in compagnia di Don Camillo e del Sindaco.

    Per la chiusura della campagna elettorale, Peppone tiene un comizio in piazza pieno di retorica comunista che Don Camillo, facendo suonare l'Inno del Piave, trasforma in un'affermazione di patriottismo ed in una malinconica rivisitazione dei valori risorgimentale, facendo poi dispiegare un enorme pannello con un ritratto del Sindaco "leggermente contraffatto"...

    Peppone viene eletto, rinuncia all'incarico di sindaco e si prepara a partire... A malincuore sale sul treno per Roma, lasciando il paese, la famiglia, il piccolo figlio che lo saluta dal balcone e il suo amico-nemico di sempre: Don Camillo. Ma non è soddisfatto... preferisce rimanere al suo paese, continuare a fare il sindaco. Ci ripensa quando è in treno, e in seguito alle parole di Don Camillo, andato a salutarlo, rinuncia al mandato e se ne torna a Brescello, insieme al prete che lo riaccompagna a casa in una corsa in bicicletta tutta da vedere e da godere.

    Location

    Le riprese degli esterni del film sono state girate principalmente nel territorio emiliano:

    • Brescello: Piazza Matteotti; Chiesa di Santa Maria Nascente; la scuola elementare; la canonica è un set costruito fra Via Costituente e Via San Marcellino, poi smontato a fine lavorazione (sarà però rimontato in occasione delle riprese del film successivo).
    • Boretto: nel finale, i due protagonisti tornano al paese in bicicletta, la sequenza nella finzione rispecchia piuttosto fedelmente la topografia dei luoghi: i due partono dalla stazione ferroviaria di questo paese e si avviano in bicicletta lungo la strada provinciale, ritornando così effettivamente verso Brescello, come dimostra anche la cupola della borettiana Basilica minore di San Marco che s'intravede sempre più lontana.

    Gli interni, per la maggior parte, furono girati presso gli Studi cinematografici di Cinecittà a Roma.

    Frasi celebri

    Tra le frasi e i dialoghi celebri del film, si ricordano:

    • Dialogo fra Peppone (Gino Cervi) e don Camillo (Fernandel):
    « Peppone:"Se siete un uomo aspettatemi qui fuori!" - Don Camillo: "Va bene...ma ricorda che siamo in due...Perché prima le prendi dall'uomo e poi le buschi dal prete!" »
    « "Ricordatevi: nel segreto dell'urna, Dio vi vede…" e don Camillo aggiunge con l'altoparlante: "E Stalin, No!" »
    • Don Camillo (Fernandel) rivolto a Peppone (Gino Cervi), parlando del quotidiano "L'Unità":
    « Oh, questo giornale è scritto in italiano, credevo fosse scritto in russo »
    « Signore, Peppone è stato eletto! Ah, io mi ricordo del cero che vi portò, per esser bello era bello, ma se basta un cero di un chilo per farsi eleggere deputato, Stalin con uno di una tonnellata si faceva eleggere Papa »
    • La voce narrante alla fine del film, durante la celebre corsa in bicicletta fra Peppone e Don Camillo:
    « Ecco... ricomincia l'eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però, se uno dei due s'attarda, l'altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita »

    Curiosità

    • Un carro armato è attualmente esposto nel Museo "Don Camillo e Peppone" di Brescello, ma in realtà non è quello usato nel film, che era un M26 Pershing (non la versione a canna lunga) nonostante il fatto in Italia non ne furono mai impiegati, ma era, all'epoca della creazione del film, in uso dall'esercito italiano.
    • Nel film vengono usati da Peppone alcuni interessanti vettori d'epoca:
      • Sidecar Moto Guzzi 500 Sport 14 del 1929;
      • Automobile Fiat 509 nera del 1929, targata "17902 RE";
      • Furgoncino Lancia Ardea per la propaganda elettorale.

    Galleria fotografica

    Bibliografia
    • Riccardo F. Esposito, Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, Recco 2008
    • Pasquale Iaccio, Non solo Scipione. Il cinema di Carmine Gallone, Napoli 2003
    • Paolo Gulisano, Quel cristiano di Guareschi. Un profilo del creatore di Don Camillo, Ancora, Milano 2008
    Collegamenti esterni
    Voci correlate