Promissio Carisiaca

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La donazione di Pipino il Breve a papa Stefano II (754).

La Promissio Carisiaca (nota anche come Donatio Carisiaca, donazione di Pipino, trattato di Quierzy o donazione di Quierzy) sarebbe stato un atto (testimoniato da alcune fonti, ma la cui esistenza è incerta) con il quale Pipino il Breve nel 754 avrebbe promesso a papa Stefano II la restituzione delle terre strappate alla Chiesa dal re longobardo Astolfo. Il territorio in questione corrispondeva per lo più all'Esarcato di Ravenna e alla Pentapoli bizantine, oltre ad alcune terre della Chiesa, ma includeva anche terre ad essa mai appartenute in precedenza. In particolare, alla Santa Sede dovevano ritornare il ducato di Spoleto e quello di Benevento, le terre dalla Lunigiana a Parma e a Monselice e, infine, la Corsica e Venezia.

Pipino e il Pontefice avevano avuto già altri incontri in precedenza, nel tentativo di persuadere Astolfo a restituire i territori senza ricorrere alle armi. Una prima assemblea di grandi si era tenuta a Braisne (1º marzo del 754) e una seconda - quella in questione - appunto a Quierzy, in Francia, il 14 aprile, giorno di Pasqua, in cui si decise di muovere guerra ai Longobardi.

Le terre che vennero riconquistate furono poi effettivamente donate alla Chiesa nel 756, sancendo la creazione dello Stato Pontificio, de facto già istituito dalla donazione di Sutri. All'epoca di queste donazione va forse fatto risalire il falso Constitutum Constantini, la cui preparazione, secondo Lorenzo Valla, Nicola Cusano e successivi filologi, è della seconda metà dell'ottavo secolo.

L'aggettivo carisiaca deriva dal nome latino di Quierzy (Carisium).

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