Donazione di Sutri

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Sutri (Viterbo), scorcio panoramico

Contesto storico

I domini longobardi alla morte di Rotari (652)

La donazione di Sutri è stata una cessione territoriale formale effettuata dal sovrano longobardo Liutprando a papa Gregorio II nel 728.

Con l'elezione quale re dei Longobardi di Liutprando (712), il nuovo sovrano si trovò a fronteggiare una serie di problemi quali la generale disgregazione e perdita di identità nazionale dei sempre più romanizzati Longobardi.

Per attuare questo scopo iniziò una politica di rafforzamento della sua monarchia che aveva innanzitutto come traguardo la conquista dei territori italiani a scapito dei bizantini. Dopo la guerra greco-gotica restavano ancora infatti nelle mani dell'Imperatore di Bisanzio la costa adriatica, compresa la capitale Ravenna, e tutto il territorio a sud della Toscana eccezion fatta per i ducati longobardi di Spoleto e di Benevento.

Liutprando seppe cogliere il momento propizio quando nei territori italiani governati dai bizantini si diffuse lo sdegno per l'appoggio dell'Imperatore all'eresia iconoclasta. La sua campagna militare iniziò da quei territori che dividevano in due la Langobardia, cioè l'area del ducato romano, ovvero quella circoscrizione territoriale contenente Roma che dipendeva dall'Impero. Il papa infatti, vescovo di Roma, grazie al primato morale conferitogli dal primato di San Pietro (e ribadito nei concili) era ormai a capo di un'organizzazione ecclesiastica alla quale si erano già sottomessi il regno dei franchi, i visigoti di Spagna, i burgundi, gli anglo-sassoni di Inghilterra e gli stessi Longobardi, ma non aveva alcun potere politico su alcun territorio.

Il significato politico della donazione

Quando il papa capì le intenzioni dei Longobardi - i quali erano probabilmente intenzionati a conquistare la stessa Roma - si sentì minacciato, in quanto era preferibile l'autorità di un imperatore eretico ma lontano, piuttosto che quella di un energico sovrano vicino. Nel 728 quindi Liutprando conquistò la città di Sutri ed il suo castello dalle milizie bizantine e papa Gregorio II chiese ed ottenne, con molto sforzo, di rinunciare ai territori già conquistati.

Liutprando, invece di rinunciare a favore dei Bizantini (ai quali, secondo diritto, dovevano essere restituiti in quanto legittimi possessori) donò ai «beatissimi apostoli Pietro e Paolo» il castello di Sutri. La donazione aveva ad oggetto la cessione gratuita alla Chiesa di Roma oltre che di Sutri, di alcuni castelli laziali (Bomarzo, Orte e Amelia). Nasceva così il patrimonium Petri, primissimo nucleo del potere temporale della Chiesa, che sarebbe durato fino al 1870.

Giovan Battista Fiorini, Liutprando conferma a papa Gregorio II la donazione di Ariperto (1565), affresco; Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, sala Regia

Già nel 742, Liutprando aveva restituito al Pontefice (papa Zaccaria) per donationis titulo quattro città (tra cui Vetralla, Palestrina, Ninfa e Norma) da lui occupate e una parte dei patrimoni della Chiesa in Sabina, sottratti dai duchi di Spoleto oltre trent'anni prima. Liutprando dal canto suo, aveva rilassato temporaneamente le tese tensioni con gli altri duchi longobardi, soprattutto dei ducati periferici e quindi più autonomo di Spoleto e Benevento, evitando una guerra civile.

Storicamente, la donazione di Sutri sarebbe successiva alla Donazione di Costantino del 321, con cui l'imperatore Costantino I cedeva alla Chiesa di Papa Silvestro I sovranità sullo Stato della Chiesa, donando il palazzo del Laterano, i simboli imperiali e la città di Roma. L'autenticità della donazione costantiniana venne tuttavia messa in discussione già nel XV secolo dall'umanista Lorenzo Valla, che ne dimostrò la falsità su base linguistica e filologica: essa sarebbe stata approntata, invece, tra l'VIII e il IX secolo. Il primo vero atto formale per la istituzione del Patrimonio di San Pietro sarebbe costituito, dunque, dalla Donazione di Sutri.

A conferma di questa tesi, ci sarebbe il fatto storico della nascita della "repubblica di san Pietro" nell'VIII secolo, intesa non solo come "Stato dei Papi" ma anche come entità politica autonoma, dotata di proprie strutture di governo e di un territorio. Il ruolo comunque della donazione è stato ridimensionato, non essendo più considerato l'atto formale di nascita di un potere temporale papale; ma rispetto alle molteplici donazioni avvenute anche prima del 728 a favore della Chiesa romana, va sottolineato che la donazione di Sutri acquista un valore simbolico notevole dato che ciò segna il riconoscimento di una sovranità che di fatto il papato esercitava sui territori romani, a discapito del governatore bizantino. Va ricordato comunque che grandi problemi e difficoltà investono le questioni storiografiche relative alla nascita di uno Stato della Chiesa e del potere temporale del papato; e spesso divergenti sono le interpretazione che atti - come quello di Liutprando - hanno subito negli anni.

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni