Ecclesiae Unitatem
Ecclesiæ Unitatem Lettera apostolica di Benedetto XVI in forma di Motu proprio | |
Data |
2 luglio 2009 (V di pontificato) |
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Argomenti trattati | Riguardo la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incaricata di rimarginare lo scisma del lefebvrianesimo dalla Chiesa cattolica in seguito al Concilio Vaticano II. |
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Ecclesiæ Unitatem (in italiano L’unità della Chiesa) è il titolo della Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio promulgata da papa Benedetto XVI il 2 luglio 2009.
Il motu proprio riguarda la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incaricata di rimarginare lo scisma del lefebvrianesimo dalla Chiesa cattolica in seguito al Concilio Vaticano II.
Contenuto
Nel motu proprio, dopo aver ricordato che il suo predecessore Giovanni Paolo II nel 1988 aveva istituito la Pontificia Commissione Ecclesia Dei allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale con gli aderenti del lefebvrianesimo, dopo aver ricordato che nella sua lettera apostolica Summorum Pontificum aveva ampliato la possibilità di utilizzare il Messale romano del 1962, ed infine dopo aver ricordato come recentemente aveva tolto la scomunica ai vescovi della comunità lefebvriana per «togliere un impedimento che poteva pregiudicare l'apertura di una porta al dialogo», emana nuove disposizioni circa la composizione e l'ordinamento della suddetta commissione.
In particolare, Benedetto XVI dispone che:
« | a) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
b) La Commissione ha una propria tabella organica composta dal Segretario e da Officiali. c) Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice. » | |
(Dal Motu Proprio Ecclesiae Unitatem 6)
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Queste modifiche, che, collegano in modo stretto, la Commissione con la Congregrazione per la Dottrina della Fede, ha ragion d'essere - secondo il Papa - perché, i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità Sacerdotale San Pio X sono di natura essenzialmente dottrinale.
Nel motu proprio il Papa ricorda in modo esplicito che, nonostante la remissione delle scomuniche, le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero.
Conseguenze
Il primo effetto è stato la sostituzione del, fino a quel momento, presidente della commissione, cardinal Darío Castrillón Hoyos, con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinal William Joseph Levada.
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