Famiglia Cristiana

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Famiglia Cristiana
Logo Famiglia Cristiana.gif
Stato bandiera Italia
Lingua italiano
Periodicità settimanale
Genere stampa nazionale
Formato magazine
Fondatore {{{fondatore}}}
Fondazione 25 dicembre 1931
Chiusura {{{chiusura}}}
Inserti e allegati
Editore Periodici San Paolo S.r.l.
Sede Milano e Alba
Altra Sede {{{altrasede}}}
Direttore don Antonio Sciortino
Condirettore {{{condirettore}}}
Vicedirettore {{{vicedirettore}}}
Redattore capo {{{redattore capo}}}
ISSN 00147095
Distribuzione
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Canale TV {{{tv}}}
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Smartphone {{{smartphone}}}
Sito web
http://www.famigliacristiana.it/ www.famigliacristiana.it
Posta elettronica
direzionefc@stpauls.it
famigliacristiana@stpauls.it
 

Famiglia Cristiana è un settimanale di ispirazione cattolica, fondato il 25 dicembre 1931[1] dal beato Giacomo Alberione, il quale sosteneva che la "nuova frontiera" dell'evangelizzazione fossero proprio i mezzi di comunicazione.

« Famiglia Cristiana non dovrà parlare di religione cristiana ma di tutto cristianamente »

Con una media di tre milioni di lettori è oggi uno dei periodici più diffusi in Italia.[2]

Storia

Dalla fondazione alla seconda guerra mondiale

Originariamente, il settimanale si chiamava "La Famiglia Cristiana" ed era dedicato alle madri e alle ragazze e offriva indicazioni su come vivere la fede all'interno dell'ambito familiare. La censura fascista, infatti, era molto rigida e non permise la nascita di un organo d'informazione indipendente cattolico.

Dopo il "lancio" da parte del beato Alberione, la rivista fu affidata a due direttori: il sacerdote Matteo Bernardo Borgogno e la suora Evelina Capra, finora la prima e unica donna a dirigere Famiglia.

Il settimanale si diffuse velocemente fra il popolo, soprattutto nelle realtà rurali del Nord, grazie alla distribuzione che veniva effettuata dai giovani volontari nelle famiglie e l'accettazione, per l'acquisto, anche di beni in baratto.

Dalla seconda guerra mondiale alle dimissioni di don Zega

Dopo la seconda guerra mondiale, Famiglia Cristiana modificò totalmente il suo stile e divenne un organo d'informazione culturale, politico e sociale, punto di confronto fra i cattolici italiani e tribuna delle idee cattoliche nei confronti della società italiana. Famiglia Cristiana rafforzava in seguito il proprio ruolo, sostituendo negli anni persino Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani.

Sotto la direzione di Giuseppe Zilli, Famiglia Cristiana toccò, all'inizio degli anni sessanta, il milione di copie stampate per la prima volta. In questo periodo, la redazione si trasferì da Alba al centro di Milano.

Nel 1971, in occasione di uno speciale sui cinquant'anni di FC, la rivista venne diffusa con una tiratura di due milioni di copie.

Nel 1997, il cardinale Camillo Ruini, presidente della CEI criticò la linea editoriale delle riviste paoline, tra cui Famiglia, per la loro "estrema spregiudicatezza" nei temi morali e religiosi.

Al centro delle critiche dei vescovi, c'erano alcuni interventi sull'educazione sessuale. L'allora direttore, Leonardo Zega, si difese ricordando che Famiglia non ha mai sostenuto eresie e che fosse perfettamente in linea con il magistero della Chiesa.

Dopo qualche mese, nel 1998 però, le polemiche esplosero di nuovo e la Santa Sede decise di "commissariare" i Paolini con la nomina del vescovo Antonio Buoncristiani[3] a delegato pontificio dell'ordine, fino all'elezione del nuovo superiore generale. Leonardo Zega si dimette, incassando però la solidarietà di buona parte della redazione e al suo posto viene nominato il teologo Franco Pierini che regge la direzione provvisoriamente per un anno.[4]

Dalle dimissioni di don Zega ad oggi

Nel 1999, rientra la pace fra Paolini e Santa Sede, e alla direzione di Famiglia Cristiana, arriva Antonio Sciortino, noto collaboratore di Zega.

Con l'arrivo di Sciortino, gli interventi critici del settimanale sui cambiamenti della società e della politica divennero molto più frequenti e duri. Il primo a segnare grande scalpore fu l'attacco a Per tutta la vita, all'epoca popolare trasmissione sul matrimonio della RAI, che Famiglia criticò sia per il tono "troppo leggero con cui affrontava il delicato momento delle nozze" sia per il fatto che fosse condotta da due divorziati, ovvero Fabrizio Frizzi e Romina Power.

Negli anni Duemila ha espresso posizioni molto critiche nei confronti del governo Berlusconi che gli procurò l'accusa di essere una rivista di sinistra: alcuni lettori protestarono con lettere al settimanale, minacciando di troncare gli abbonamenti.

Fra le critiche di FC alla linea della destra politica in Italia si ricordano:

  • le critiche alle leggi ad personam
  • l'atteggiamento verso la riforma della scuola proposta da Letizia Moratti
  • le reazioni alla legge Bossi-Fini sull'immigrazione
  • il sottolineare la gravità del precariato permanente nel Paese
  • le reazioni al cosiddetto "editto bulgaro"
  • la posizione sfavorevole all'invio di militari italiani in Iraq.

Il culmine dello scontro fra la Casa delle Libertà e FC si toccò con un'inchiesta, tenuta in collaborazione con il Tg3, sull'ingerenza della mafia sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

L'inchiesta fu duramente contestata dall'allora ministro Pietro Lunardi. Successivamente, durante la campagna elettorale del 2006, Berlusconi rifiutò di farsi intervistare da Famiglia Cristiana. La redazione pubblicò allora una foto di Silvio Berlusconi con le domande che avrebbe ritenuto dover essere rivolte al Cavaliere in una intervista, senza però ovviamente le relative risposte.

Famiglia Cristiana non fu tenera neppure con il nuovo governo di Romano Prodi: sotto accusa finirono l'alto numero di ministri e sottosegretari, il disegno di legge sui DICO, la mancanza di politiche a favore della famiglia.

A partire dalle nuove elezioni del 2008, vennero pubblicati una serie di editoriali che colpirono tutti i principali partiti politici:

  • al PDL venne imputata la gestione "monarchica" di Berlusconi e la totale "anarchia dei valori"
  • al PD la confusione ideologica che avrebbe al suo interno e l'alleanza con i radicali
  • critiche furono riservate anche al partito di ispirazione cattolica UDC, che venne definito "partito senza coraggio" per aver candidato Totò Cuffaro, malgrado fosse stato condannato per i suoi rapporti con la mafia[5]. Questi editoriali suscitarono molto scalpore e furono riprese da tutte le maggiori testate giornalistiche italiane.[6]

Con il ritorno di Berlusconi, FC è stata fra le voci più critiche sui primi contestati provvedimenti del governo fra i quali il lodo Alfano, la riforma delle intercettazioni telefoniche e sopratutto le politiche sui rom previste dal ministro Roberto Maroni. Il culmine si è raggiunto con l'accusa al governo di preparare un "ritorno al fascismo" e di non pensare realmente ai problemi degli italiani.

Oggi Famiglia Cristiana è uno dei rotocalchi con la maggiore tiratura in Italia, esce ogni giovedì e viene tradizionalmente diffuso e venduto nelle parrocchie, oltre che nelle edicole.

Lo stile

Famiglia Cristiana si è imposta nell'informazione nazionale, al punto da raggiungere e in più occasioni superare il milione e mezzo di copie.

In politica, Famiglia Cristiana attualmente tenta di mantenersi indipendente ed equidistante dai due schieramenti, alle volte sostenendo il punto di vista dei cattolici su certi argomenti (sostegno al Family Day e alla campagna per l'astensione nel referendum sulla fecondazione del 2005).

Secondo una frase dell'attuale direttore, Sciortino, Famiglia Cristiana appartiene ad un solo partito "quello che sta dalla parte della famiglia e della vita"

Negli anni non sono mancate le accuse di non neutralità, soprattutto da parte del centrodestra che ha definito, più volte, "cattocomunista" la rivista.

Nella società, una caratteristica di Famiglia è il risalto dato alle attività di associazioni, personalità e movimenti cattolici.

Le rubriche più note

La rubrica più nota è "Colloqui col Padre", in cui i vari lettori inviano le loro lettere ad un sacerdote (attualmente è il direttore di Famiglia Cristiana, Antonio Sciortino), sui temi di attualità e di costume, per esprimere le proprie opinioni su alcuni articoli inseriti nella rivista, ma soprattutto sulle questioni che riguardano la fede cristiana, il suo ruolo nella vita e nei momenti di maggiore difficoltà, il parere della Chiesa su questioni di attualità.

Molto conosciute sono anche il "Teologo", dedicata alle interpretazioni bibliche, a cui ha collaborato anche il cardinale, nonché futuro papa, Joseph Ratzinger, e "Arrivederci", la rubrica finale, che tocca temi solitamente ignorati dai media e che fu ideata nella metà degli anni Novanta dalla scrittrice Susanna Tamaro e guidata ora da Franca Zambonini, giornalista storica di FC.

Altro storico appuntamento per i lettori è "I fatti del giorno" in cui si riportano notizie di solito divertenti.

Lettori e collaboratori illustri

Famiglia Cristiana era molto amato da Papa Giovanni XXIII, che vi si era voluto abbonare, ed è letta assiduamente da Papa Benedetto XVI.

Vi collaborano o vi hanno collaborato anche personalità della cultura italiana come Mario Rigoni Stern, Eugenio Corti, Susanna Tamaro, Vittorino Andreoli, don Antonio Mazzi, Antonino Zichichi, Gianfranco Ravasi, Enzo Bianchi, Gigi Vesigna.

Direttori di Famiglia Cristiana

Note
Collegamenti esterni