Fonte battesimale del patriarca Callisto (730)

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Cividale MuDi BattisteroCallisto 730ca.JPG

Fonte battesimale del patriarca Callisto (730 ca.), pietra calcarea bianca
Fonte battesimale del patriarca Callisto
Opera d'Arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Friuli-Venezia Giulia
Regione ecclesiastica Triveneto
Provincia Udine
Comune Cividale del Friuli
Diocesi Udine
Ubicazione specifica Museo Cristiano e del Tesoro del Duomo
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Cividale del Friuli
Luogo di provenienza Basilica di San Giovanni Battista
Oggetto fonte battesimale
Soggetto Fonte battesimale del patriarca Callisto
Datazione 730 ca.
Ambito culturale
bottega longobarda
Autore anonimo
Materia e tecnica pietra calcarea bianca scolpita
Misure h. 354 cm

Il Fonte battesimale del patriarca Callisto è un'opera scultorea, realizzata nel 730 circa, in pietra calcarea bianca, da una bottega longobarda, proveniente dalla Basilica di San Giovanni Battista e conservata nel Museo Cristiano e del Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli.

Descrizione

Il fonte battesimale è costituito da una vasca ottagonale e sormontato da un tegurio (edicola con baldacchino, ciborio) che presenta, in alto, una lunga iscrizione sul bordo esterno della cornice ed è composto di archi a tutto sesto, sostenuto da colonne corinzie, decorati da motivi fitomorfi, zoomorfi e geometrici.

Base

Alla base del fonte sono inserite delle lastre, due delle quali sono decorate a bassorilievo:

  • Lastra di Sigwald (o Sigualdo, 772 - 776): lastra rettangolare con Simboli degli Evangelisti - san Matteo (angelo), san Marco (leone), san Luca (bue), e san Giovanni (aquila) - identificati ciascuno da un cartiglio nel quale è inciso il nome di ognuno di essi con i versi latini del poeta cristiano Celio Sedulio. I simboli si presentano fortemente stilizzati, inseriti entro quattro tondi disposti simmetricamente agli angoli del pluteo. I tondi, decorati sul bordo da un motivo vegetale ondulato, sono costituiti da un unico nastro che li unisce tutti e quattro e che pure spartisce la lastra orizzontalmente. La lastra è poi divisa in due zone da una fascia su quale è riportata un'iscrizione:
    • sulla parte superiore è scolpita una croce, con decorazione a treccia e rosetta al centro, affiancata da due rosette, due candelabri e due palmette;
    • sulla parte inferiore v'è un albero stilizzato - Albero della vita - con due rami che terminano a testa di leone, ai lati del quale si notano due grifi e due uccelli che sorreggono, con il becco, grappoli d'uva. Altre sei rosette sono presenti sui bordi laterali della lastra.
  • Lastra di san Paolino II (776 - 802), successore Sigwald nella cattedra di Aquileia: lastra frammentata e sicuramente reimpiegata per un restauro del fonte battesimale. Essa è costituita da due parti:
    • a destra, presenta, tra motivi a treccia e piante, i Simboli di due Evangelisti, con cartiglio, rappresentanti: san Luca (bue) e san Giovanni (Aquila);
    • a sinistra, reca rilevata entro un cerchio a spina di pesce, una rosa circoscritta da una treccia e gigli contrapposti, sotto la quale si sviluppa rami e foglie.

Tegurio

Nelle otto facciate, che costituiscono la fascia superiore degli archivolti e che caratterizzano il tegurio, andato in parte distrutto nel 1448, si notano:

  1. Un'iscrizione a lettere dorate, che ricorda il trasporto del fonte battesimale nell'interno della Cattedrale, avvenuto nel 1645, durante il patriarcato di Marco Gradenigo (1629 - 1655).
  2. Due pavoni affrontati che si dissetano ad una fonte d'acqua, mentre nell'arco, delimitato da fuseruole, si sviluppa un tralcio di vite con pampini e grappoli. Quattro pavoni beccano gli acini. Tre rosette completano l'ornamentazione di quest'archetto, riquadrato su due lati da una treccia di nastro perlinato e da ovuli. La simbologia del rilievo allude all'anima che diverrà immortale (pavone), se si nutrirà di Gesù Cristo (uva), fonte di vita eterna.
  3. Sulla fascia dell'archivolto, delimitata da fuseruole, si presenta un motivo decorativo a treccia e due agnelli (i fedeli) affrontati, tra alberi di palma che si nutrono, simbolicamente, del pane eucaristico. Al centro dell'arco, tra una rosa ed un girasole, è scolpito un kantaros.
  4. L'arco, delimitato sempre da fuseruole, mostra un tralcio di vite con pampini e grappoli e grandi pesci squamosi, muniti anteriormente di zampe, si affrontano e ciascuno di essi sta per divorare un pesciolino. Due rosette completano il rilievo riquadrato da una treccia a nastro e da ovuli.
  5. Sulla fascia dell'archivolto si sviluppa un tralcio di vite, senza grappoli, delimitato da fuseruole. Al di sopra, tra palme stilizzate, sono due cervi (il fedele che si avvicina al battesimo) affrontati si dissetano ad una sorgente d'acqua che scaturisce da una rupe. Due rosette completano il rilievo, delimitato da trecce ed ovuli.
  6. Sull'archivolto, delimitato da fuseruole, si sviluppa un tralcio di vite, con pampini e grappoli, dei cui chicchi colombe e pavoni si cibano. Al di sopra, affrontati, si vedono due agnelli che brucano le foglie di una pianta, minacciati da due leoni. Una palmetta, motivi vegetali e rosette completano il rilievo, riquadrato con trecce ed ovuli. La scena, probabilmente, allude all'eterna lotta tra il Bene ed il Male.
  7. L'archivolto, delimitato da fuseruole, racchiude un tralcio di vite, con pampini e grappoli ed alcune rosette. Due pavoni, affrontati, bevono ad una sorgente d'acqua. Un kantaros e cinque rosette completano il rilievo, riquadrato da trecce e da ovuli.
  8. Un tralcio di vite, con grappoli e pampini, delimitato da fuseruole, orna l'archetto. Al di sopra tra palme si notano due grifi affrontati: uno si disseta ad una sorgente d'acqua, l'altro bruca una pianta. Il rilievo è riquadrato da una treccia a nastro e ovuli.

Iscrizione

Nella vasca del fonte battesimale si trova un'iscrizione collocata nella cosiddetta Lastra di Sigwald, dove nella fascia centrale si legge:

« Hoc tibi restituit Sigua/d Baptesta Johannes »

L'iscrizione fa probabilmente riferimento ad un restauro del fonte stesso effettuato durante il patriarcato di Sigwald, nell'ultimo periodo del regno longobardo.

Inoltre, nella fascia superiore, che conclude gli archetti, corre un'iscrizione, non sempre molto chiara, in cui si ricorda l'opera di restauro del fonte battesimale da parte del patriarca Callisto e si fa cenno al tegurio che, splendido di marmi, ricopriva la vasca.

Notizie storico-critiche

Il fonte battesimale fu commissionato da Callisto, patriarca di Aquileia (726756) per la Basilica di San Giovanni Battista di Cividale del Friuli.

Bibliografia
  • Enzo Bernardini, L'Arte medievale. Visigoti, Longobardi, Carolingi: verso l'anno Mille, col. "La Bellezza di Dio. L'Arte ispirata dal Cristianesimo", Edizioni San Paolo, Palazzolo sull'Oglio (BS) 2003, pp. 28 – 29
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 1, Electa - Bruno Mondadori Editore, Firenze 1990, p. 334
Voci correlate