Gesù Cristo crocifisso (Anonimo pisano, XIII secolo)
Anonimo pisano, Gesù Cristo crocifisso (primo quarto del XIII secolo), pergamena applicata su tavola | |
Crocifisso n. 20 o Croce di San Matteo | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Pisa |
Comune | |
Diocesi | Pisa |
Ubicazione specifica | Museo Nazionale di San Matteo |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Pisa |
Luogo di provenienza | Chiesa e monastero di San Matteo |
Oggetto | Croce dipinta |
Soggetto | Gesù Cristo crocifisso; Storie della passione e risurrezione di Gesù Cristo; Maria Vergine, san Giovanni evangelista e pie donne; Gesù Cristo in gloria tra angeli |
Datazione | 1240 - 1250 ca. |
Ambito culturale | Ambito pisano |
Autore |
Anonimo |
Materia e tecnica | pergamena applicata su tavola sagomata |
Misure | h. 298 cm; l. 233 cm |
Iscrizioni | IESUS NAZARENUS / REX / IUDAEORUM |
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Gesù Cristo crocifisso detta Crocifisso n. 20 o Croce di San Matteo, è una croce dipinta, eseguita nel primo quarto del XIII secolo, su pergamena applicata su tavola sagomata, da un anonimo pittore pisano, proveniente dalla Chiesa e convento di San Matteo di Pisa, attualmente conservata presso il Museo Nazionale di San Matteo nella medesima città.
Descrizione
Soggetto
Nella croce dipinta e sagomata, al centro, compare:
- Gesù Cristo crocifisso con gli occhi chiusi, la testa reclinata sulla spalla destra, il volto sofferente, il corpo lievemente inarcato in avanti per le dolorose contrazioni, un fiotto di sangue zampilla da una ferita nel costato e i piedi inchiodati separatamente alla pedana: questo tipo di iconografia, con Gesù sofferente sulla croce viene detta Christus patiens (in italiano, Cristo sofferente). Inoltre, il Cristo presenta: un perizoma porpora e azzurro cade in piccole pieghe che creano prismi lungo il dorso ed è fermata da un nodo raffinato in vita, che ricorda gli intrecci a margine delle pagine miniate; l'aureola realizzata a rilievo che crea un particolare effetto prospettico.
Nei terminali della traversa della croce sono dipinte quattro figure, pietosamente rivolte verso Gesù:
- a sinistra: Maria Vergine addolorata e san Giovanni evangelista;
- a destra: Due pie donne dolenti.
Nei terminali del montante della croce sono raffigurati:
- nella cimasa: Gesù Cristo in gloria fra angeli.
- nel suppedaneo: Gesù Cristo discende al Limbo
Negli scomparti laterali sono presentati:
- a sinistra, Storie della passione di Gesù Cristo:
- Deposizione di Gesù Cristo dalla croce,
- Compianto su Gesù Cristo morto,
- Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro,
- a destra, Storie della risurrezione di Gesù Cristo:
- Pie donne al sepolcro,
- Incontro di Gesù Cristo e i discepoli sulla via di Emmaus e cena in Emmaus,
- Incredulità di san Tommaso apostolo
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- L'opera è nota per essere tra i più antichi esempi (il primo in una croce sagomata e dipinta) di Christus patiens nell'arte occidentale, cioè di Gesù Cristo morto o in agonia sulla croce, iconografia che si afferma in Italia a partire dal XIII secolo, la quale presenta una maggiore accentuazione della sofferenza di Gesù rispetto all'iniziale modello bizantino ed è legata alle istanze degli ordini mendicanti che nel sottolineare il lato umano di Cristo, nei suoi effetti patetici e commoventi, ispiravano una nuova forma di devozione e preghiera per i fedeli.
- Singolare è la tecnica esecutiva della pergamena applicata su tavola, che ha un solo caso analogo nell'area, un nimbo che è l'unico resto di una croce già nella chiesa di Santa Cecilia e oggi conservata nel Museo di San Matteo. Tale tecnica si trova anche, al di fuori della Toscana, nella Croce di Alberto Sotio (1187) nel Duomo di Spoleto.
Iscrizione
Nella croce dipinta figura un’iscrizione, posta sulla cimasa, in lettere gotiche, dove si legge il titulus crucis:
(LA) | (IT) | ||||
« | IHS NAZARENUS / REX / IUDAEORUM » | « | Gesù il Nazareno, Re dei Giudei » |
Notizie storico-critiche
La croce dipinta, attribuita ad un maestro di ambito pisano, proviene dal Monastero di San Matteo, ma non è documentato se fosse effettivamente stata commissionata per la sua chiesa, anche se è verosimile poiché all'inizio del XIII secolo veniva ampliato.
Lo stesso monastero fu poi trasformato in museo, ma la croce vi pervenne solo in un secondo tempo. Infatti, il 1810 e il 1837, dopo la soppressione del cenobio, era stato trasferito nella cappella maggiore del Camposanto monumentale per volontà dell'allora direttore Carlo Lasinio.
Galleria fotografica
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