San Tommaso apostolo
Tommaso Personaggio del Nuovo Testamento · Martire | |
---|---|
Apostolo | |
Caravaggio, Incredulità di san Tommaso (1600–1601), olio su tela; Potsdam, Bildergalerie | |
Nascita | Palestina |
Morte | India (?) 3 luglio 72 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 3 luglio |
Altre ricorrenze | prima domenica di Maggio (Ortona) |
Santuario principale | Basilica di San Tommaso Apostolo (Ortona), |
Attributi | Lancia, squadra, cintura |
Devozioni particolari | Invocato nelle oftalmie |
Patrono di | Architetti, artisti, carpentieri, geometri, giudici, scalpellini, muratori, India |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
|
Nel Martirologio Romano, 3 luglio, n. 1:
|
Tommaso (Palestina; † India (?), 3 luglio 72) è un personaggio del Nuovo Testamento, apostolo e martire ebreo. Fu uno dei dodici apostoli di Gesù; il suo nome appare in tutte e tre le liste dei dodici che si trovano nei Vangeli (Mt 10,2-4 ; Mc 3,16-19 ; Lc 6,14-16 ) e nella lista degli undici di At 1,13 .
È noto principalmente per essere il protagonista del brano di Giovanni 20,24-29 , in cui prima dubitò della risurrezione di Gesù e poi lo riconobbe.
Secondo la tradizione predicò al di fuori dell'Impero romano, in Persia ed India.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta.
Nel Nuovo Testamento
Dopo la risurrezione di Gesù, Tommaso non è presente la sera del giorno di Pasqua, quando Gesù appare (20,19-24); al ricevere la testimonianza degli altri discepoli, risponde: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo (20,25). Otto giorni dopo Gesù si manifesta nuovamente, presente anche Tommaso, e lo invita a toccare le sue piaghe e a credere. Tommaso professa allora la sua fede: "Mio Signore e mio Dio!"[1].
A parte questo episodio, e a parte le liste apostoliche, le altre menzioni di Tommaso sono minori; abbiamo tre sole occorrenze nel Vangelo secondo Giovanni:
- subito dopo la morte di Lazzaro, i discepoli si oppongono alla decisione di Gesù di tornare in Giudea, dove gli Ebrei avevano precedentemente tentato di lapidare Gesù, ma questi è determinato, e Tommaso dice: "Andiamo anche noi a morire con lui!" (11,16);
- nei discorsi dopo l'ultima cena, Gesù sta dicendo ai suoi che va a preparare loro un posto, e per arrivarvi essi ne conoscono la via; allora Tommaso protesta: "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?" (14,5); Gesù risponde: "Io sono la via, la verità e la vita";
- nell'apparizione sul mare di Tiberiade (21,1-14) l'evangelista specifica la presenza di Tommaso insieme a Simon Pietro, a Natanaele di Cana di Galilea, ai figli di Zebedeo e ad altri due discepoli (21,2).
Il nome
L'apostolo è sovente chiamato soltanto Tommaso (Mc 3,18 ; Mt 10,3 ; Lc 6,15 ; Gv 14,5 ; At 1,13 ). L'evangelista Giovanni lo identifica, tutte le volte che lo introduce, come "Tommaso chiamato Dìdimo" (Gv 11,16; 20,24; 21,2 ).
Dato però che Tommaso è un soprannome, poiché Tōma in aramaico significa "gemello"[2], e dato che Didimo (Δίδυμος in greco) ha il medesimo significato, Didimo Tommaso risulta una tautologia.
L'incipit dell'apocrifo Vangelo di Tommaso riporta:
« | Queste sono le parole segrete che Gesú il Vivente ha detto e che Didimo Giuda Tommaso ha scritto. » |
È dunque plausibile che il nome originale dell'apostolo fosse Giuda, come peraltro appare in Taziano il Siro, nella Didaché e in Sant'Efrem il Siro. Lo stesso nome è riportato anche dalla Storia di Abgar.[3]
Tradizioni successive
Sono incerte le notizie della tradizione sul suo campo di apostolato[4].
Secondo una tradizione che risale almeno a Origene († 255 ca.), Tommaso evangelizzò la regione dei Parti, cioè la Siria, la Mesopotamia e la Persia:
« | Quanto agli apostoli e ai discepoli del Salvatore nostro dispersi per tutta la terra, la tradizione riferisce che Tommaso ebbe in sorte la Partia [..]. Tutto questo è riportato testualmente da Origene nel terzo tomo del Commento alla Genesi. » | |
(Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, III, 1, 1.3)
|
I dati sull'India
Un'altra tradizione, più tarda, risalente a San Gregorio Nazianzeno († 390 ca.), attribuisce a Tommaso l'evangelizzazione dell'India; lì l'apostolo avrebbe subito il martirio. Questa tradizione è accolta anche dagli apocrifi Atti di Tommaso (Siria, metà del III secolo); vi si afferma che Tommaso giunse fino all'alto corso del fiume Indo, nell'India occidentale, per trasferirsi poi nell'India meridionale, dove morì martire, ucciso a colpi di spada o di lancia, poco lontano da Calamina. Tale è la tradizione riportata nel Martirologio Romano al 21 dicembre[5].
Isidoro di Siviglia († 636) pone in questo giorno anche la sua sepoltura nella stessa Calamina, città non altrimenti nota ma che probabilmente deve identificarsi con l'odierna Mylapore, sobborgo di Chennai-Madras, dove il luogo del suo martirio è ancora indicato da una croce con iscrizione in antico persiano del VII secolo[6].
Le vicende dei resti: ad Edessa e poi a Ortona
Gli Atti di Tommaso e, poi, verso la fine del IV secolo, Sant'Efrem siro, riportano che da questo sepolcro le reliquie di Tommaso furono trafugate e trasferite a Edessa, probabilmente già dall'anno 230[7]; e lì sono ricordate sia nel 394 che verso il 415; sappiamo inoltre che nel 373 vi era stata edificata e dedicata a san Tommaso una grande chiesa.
Il 13 dicembre 1144 Edessa subì l'ultima e definitiva conquista musulmana, ma prima che ciò avvenisse le reliquie di Tommaso furono portate via, probabilmente nell'isola di Chios. È da qui infatti che risulta che siano pervenute alla cittadina di Ortona, in Abruzzo, insieme alla pietra tombale; ciò è attestato in una pergamena del 22 settembre 1259 riportante un solenne atto pubblico con il quale si raccolsero le testimonianze, rese sotto giuramento, degli ortonesi che asportarono da Chios le reliquie di Tommaso. La data che il documento indica per la traslazione è il 6 settembre 1258; essa avvenne a opera di Leone Acciaiuoli, capitano delle tre galee ortonesi alleate della flotta di Venezia nello scontro contro quella di Genova al largo di Acri. Da allora le reliquie di Tommaso sono custodite nella Concattedrale a lui intitolata.
In occasione dell'incendio dei Turchi in Ortona del 1566 le reliquie di Tommaso furono toccate dal fuoco. Dopo quell'episodio hanno più volte subito risistemazioni.
La ricognizione scientifica dei resti
Nel 1984 ne è stata eseguita una ricognizione scientifica. La perizia antropologica evidenziò le tracce della combustione dovuta all'episodio del 1566, e attribuì le ossa a un individuo di sesso maschile, morto in un'età compresa tra i 50 e i 70 anni, con uno zigomo fratturato da un colpo di lama affilata, forse causa della sua morte. Altre poche ossa appartenevano a un secondo individuo, ma la mancanza di tracce di combustione su di esse ha fatto ritenere che siano state aggiunte alle altre dopo l'incendio del 1566.
Più recentemente, l'esame della raffigurazione dell'apostolo e dell'iscrizione presenti sulla lastra tombale ha fatto ragionevolmente ipotizzare (Paola Pasquini) una sua collocazione cronologica nel III secolo, e ritenere possibile, se non probabile, la sua provenienza dalla zona di Edessa.
Altre reliquie
Secondo una secolare tradizione, anche a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, si conserva una reliquia dell'apostolo Tommaso, una falange del dito indice.
Un'altra reliquia di Tommaso, donata dalla chiesa di Ortona, è dal 1953 nella chiesa di San Tommaso apostolo a Chennai-Madras.
Il Vangelo di Tommaso è un vangelo apocrifo attribuito all'apostolo Tommaso.
Culto
San Tommaso è festeggiato il 3 luglio a ricordo della traslazione dei resti mortali ad Edessa (VI secolo), come precisa il Messale Romano[8].
È patrono degli architetti, e nei quadri è rappresentato con una lancia in mano.
Viene festeggiato inoltre anche dalla Chiesa Ortodossa e da quella Chiesa Copta.
In India
Marco Polo visitò nel 1292 il sepolcro di Tommaso in India meridionale. Nella locale comunità cristiana, che non ebbe contatti con l'Occidente fino a quando vi arrivarono nel 1517 i portoghesi, si è sempre conservata viva nei secoli la tradizione della propria origine dalla predicazione di Tommaso[6]. Al tempo dell'arrivo dei portoghesi la popolazione locale identificava ancora con il suo sepolcro un luogo che era da secoli custodito da una famiglia musulmana. I portoghesi vi edificarono sopra una chiesa, dal XIX secolo sostituita dall'attuale cattedrale intitolata all'apostolo.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|