Imposizione del nome a san Giovanni Battista (Beato Angelico)

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Fra Angelico 002.jpg

Beato Angelico, Imposizione del nome a san Giovanni Battista (1428 - 1430 ca.), tempera su tavola
Imposizione del nome a san Giovanni Battista
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune Stemma Firenze
Diocesi Firenze
Ubicazione specifica Museo Nazionale di San Marco
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza Galleria degli Uffizi
Oggetto scomparto di predella
Soggetto Imposizione del nome a san Giovanni Battista
Datazione 1428 - 1430 ca.
Ambito culturale
Autore Beato Angelico (Guido di Pietro)
detto Beato Angelico
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 26 cm; l. 24 cm
Virgolette aperte.png
57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. 59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Virgolette chiuse.png

L'Imposizione del nome a san Giovanni Battista è uno scomparto di predella, realizzato tra il 1428 e il 1430 circa, a tempera su tavola, da Guido di Pietro detto Beato Angelico (1395 ca. - 1455), conservato nel Museo Nazionale di San Marco a Firenze.

Descrizione

Ambientazione

La scena, serena ed idilliaca, è ambientata nel giardino di una casa fiorentina, definito con precisione prospettica, minuziosamente delineato con la sua piccola bifora gotica, col bugnato che incornicia l'arco, con le strutture lignee del loggiato; al di là di un portale e di un passaggio ombroso che attraversa il piano terreno - un vero e proprio imbuto prospettico - s'intravedono gli alberi di un secondo giardino.

Soggetto

La scena si svolge all'interno di un cortile di una casa, dove compaiono:

  • Zaccaria, padre di san Giovanni Battista, essendo ormai anziano, non credette all'angelo che gli predisse la nascita di un figlio, per questo fu punito con il mutismo. Alla nascita di Giovanni, interrogato su quale nome dovesse avere, scrisse il nome su una tavoletta, sciogliendo la sua espiazione e riacquistando in seguito la parola.
  • Santa Elisabetta con in braccio il piccolo Giovanni.
  • Cinque donne.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

Le figure sono rese in modo volumetrico e con acceso cromatismo rischiarate da una luce tersa. In quegli anni la cromia brillante e accesa stava diventando una delle caratteristiche più tipiche dell'Angelico, rivestiva anche di particolari significati teologici. La luce, secondo la dottrina di san Tommaso d'Aquino, era anche il riflesso terreno di quel "lumen" divino che dava ordine razionale al Creato.

Notizie storico-critiche

Originariamente questo dipinto, caratterizzato dalla luminosità e dalla profondità dello spazio, era uno scomparto di predella di una pala d'altare andata perduta con il quale sono messi in relazione atri tre frammenti:

Note
Bibliografia
  • Gabriele Bartz, Beato Angelico, Editore Konemann, Colonia 2000, pp. 32-33 ISBN 9788809016025
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 1, Editore Electa-Bruno Mondadori , Firenze 1991, p. 179 ISBN 9788842445234
  • Guido Cornini, Beato Angelico, Editore Giunti, Firenze 2000, pp. 18-19 ISBN 9788809016025
Voci correlate
Collegamenti esterni