Lettera agli Ebrei

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Lettera agli Ebrei
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Lettera agli Ebrei
Sigla biblica Eb
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Lingua originale greco
Autore San Paolo apostolo
Datazione 70 ca.
Genere epistola

La Lettera agli Ebrei, normalmente abbreviato in Eb, è un testo del Nuovo Testamento. Esalta il sacrificio di Gesù, considerato il vero sommo sacerdote della Nuova Alleanza.

Nelle Bibbie moderne si trova dopo le lettere di San Paolo e prima delle lettere cattoliche.

Autore

È scritta in greco ed è di autore anonimo. Per secoli è stata attribuita a San Paolo, ma la critica moderna l'attribuisce a un diverso scrittore giudeo-cristiano, forse Apollo, considerandola redatta forse poco prima dell'anno 70.

Non è un apostolo, ma probabilmente un credente di seconda o terza generazione (cfr. 2,3); ha una profonda conoscenza degli elementi della fede, ed è in grado di proporre un discorso più profondo (cfr. 5,11; si propone di scrivere una "parola di esortazione" (λόγου τῆς παρακλήσεως, lógou tēs paracléseos, 13,22).

Destinatari

Sono credenti da lungo tempo (5,12), ma non hanno più l'entusiasmo iniziale (10,24-25; 12,12-13; l'autore è particolarmente duro nel riprenderli (2,1-4): quelli che sono caduti sono irrecuperabili: "è impossibile rinnovarli una seconda volta" (6,4-6; cfr. anche 10,26-31). Forse si tratta di credenti tornati all'ebraismo[1].

Genere letterario

Difficilmente può essere definita una vera e propria lettera: tutte le lettere hanno mittente, destinatario e saluti[2]; qui non ci sono, anche se c'è un bellissimo inizio; solo al capitolo 13 troviamo i saluti finali.

Molti esegeti ipotizzano che sia un'omelia riguardante la fede; il genere dell'omelia presuppone uno che parla e altri che ascoltano.

Il titolo agli Ebrei non è presente nel testo: esso è stato elaborato in ragione del fatto che lo scritto appare destinato a fedeli provenienti dal giudaismo.

Struttura

È composta da cinque parti precedute da un prologo e seguite da un augurio

  1. Esposizione generale cristologica (1,5-2,18)
    1. Cristo, Figlio di Dio (1,5-14)
    2. Cristo, fratello degli uomini (2,5-18)
  2. Prima esposizione sul sacerdozio di Cristo: aspetti fondamentali (3,1-5,10)
    1. Sommo sacerdote degno di fede, perché Figlio di Dio (3,1-6)
      • Esortazione contro la mancanza di fede (3,7-4,14
    2. Sommo sacerdote misericordioso, perché solidale con gli uomini (4,15-5,10)
  3. Seconda esposizione sul sacerdozio di Cristo: aspetti specifici (5,11-10,39)
    1. Nuovo ordine sacerdotale (7,1-28)
    2. Nuova realizzazione sacerdotale (8,1-9,28)
    3. Definitiva efficacia sacerdotale (10,1-18)
      • Conseguenze per la vita cristiana (10,19-39)
  4. Adesione a Cristo, fede perseverante (11,1-12,13)
    1. Esempi antichi di fede (11,1-40)

Particolarità letterarie

Lo scritto è particolarmente curato, opera sicuramente di una persona dotata degli strumenti letterari del tempo e che lavora ordinatamente.

L'autore si rivolge ai suoi ascoltatori con il "voi" per 51 volte, e usa il "noi" 49 volte, includendosi tra coloro che hanno ascoltato la parola (2,3).

Viene usato il meccanismo letterario dell'inclusione (7,1-10) e delle parole gancio (2,17; 3,1. "sommo sacerdote").

Note
  1. Anche San Paolo fa ai Galati un rimprovero simile (3,1-5; 5,2-4) e sostiene che praticare la circoncisione dopo aver vissuto la fede non giova a nulla (5,2-4).
  2. Così le lettere di San Paolo.
Voci correlate
Collegamenti esterni