Lilit

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Virgolette aperte.png
Bestie selvatiche si incontreranno con iene,
i sàtiri si chiameranno l'un l'altro;
là si poserà anche Lilit
e vi troverà tranquilla dimora.
Virgolette chiuse.png

Lilit o Lilith, traslitterato anche come Lîlîth, è il nome di un demone femmina, nominata una sola volta nella Bibbia (Is 34,14 [1]) insieme ai mostri e agli animali che abiteranno la terra nel giorno del Signore[2]. Secondo la rappresentazione popolare vagava di notte tra le rovine[3].

Vicinanze linguistiche

Il nome è da alcuni messo in connessione con l'ebraico lajil, "notte"[2].

In sumero però lil significa vento e tempesta, e può designare anche gli spiriti e i demoni in generale; nella stessa lingua poi si trova anche lulu nel significato di "libertinaggio"; si tratterebbe perciò di un demone che eccita la voluttà. Ed effettivamente nella demonologia babilonese e assira lilū, lilītū[4] e ardat līlī sono demoni della lussuria; lilītū sembra essere di origine semitica, e supera in importanza ardat līlī.

Nella tradizione giudaica

Nel Talmud Lilit è rappresentata alata e con aspetto umano. Demone maligno, opera di notte e insidia gli uomini che dormono soli[5].

La sua figura si sviluppa molto nel folkore del tardo giudaismo e nella mistica giudaica: Lilit sarebbe la prima moglie di Adamo, tratta anch'essa, come Adamo, dalla polvere, a differenza di Eva che è tratta dalla costola di Adamo. Sarebbe la femmina che ha ingannato Adamo[6]. Sostituita poi da Eva, Lilit si vendica procurando la morte ai neonati. Contro i suoi malefici ci si difende con amuleti.

Si distinguono anche due figure diverse: una Lilit vecchia, moglie di Samuele, e una Lilit giovane, in cattivi rapporti con la precedente.

Note
  1. La traduzione CEI 2008 lascia il nome come proprio, mentre la traduzione del 1971 rendeva la parola con "civetta".
  2. 2,0 2,1 Eugenio Zolli (1951) 1350.
  3. Stefano Virgulin, commento a Is 34,14 , in La Bibbia. Nuovissima versione dai testi originali, con introduzioni e commenti, 4 voll., Edizioni Paoline, Milano 1991, vol. II, p. 1115.
  4. Tale termine appare in una frase cananea di Arsalan Tash dell'VIII secolo a.C.. Cfr. Raymond Brown, Joseph Fitzmyer, Roland Murphy, Grande Commentario Biblico, Queriniana, Brescia 1973, p. 362.
  5. Eugenio Zolli (1951) 1351.
  6. Frederick L. Moriarty, commento a Is 34,14 , in Raymond Brown, Joseph Fitzmyer, Roland Murphy, Grande Commentario Biblico, Queriniana, Brescia 1973, p. 362.
Bibliografia
Voci correlate