Maat
« | Il concetto centrale della letteratura sapienziale egiziana è Maat, l'ordine divino o 'verità' stabilito e conservato da Dio. La condotta dell'uomo deve armonizzarsi con questo Maat - giustizia o verità - che dev'essere anche identificato con la volontà di Dio. » | |
(Roland E. Murphy, 1973, 626)
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Maat (oppure Ma'at, Māt o Mayet) è la dea egizia personificazione della giustizia e della verità (cfr. l'ebraico אמת, ʿemet):
Viene raffigurata in piedi o seduta, con una piuma di struzzo sul capo e in mano l'ankh, la croce della vita. Ha un ruolo centrale nel giudizio delle anime, cioè nel processo che l'anima del defunto subisce per dimostrare la propria condotta virtuosa in vita e per poter accedere alla vita eterna.
Fonti
I testi sapienziali dell'antico Egitto sono particolarmente numerosi, in particolare i testi relativi a iscrizioni mortuarie:
- ci sono pervenute le istruzioni (o sapienze) di Ptah-hotep, Khety, Ani, Amenemope, Merikare, Hor-dedef, Kagemni, Imhotep e il papiro Insinger;
- alcune biografie idealizzate di defunti, su incisioni o papiri, ci indicano ancora quali erano i canoni etici ideali degli egiziani;
- un terzo tipo di fonti sono il genere letterario della confessione del morto, che attribuisce all'anima le proprie qualità al momento della pesa del cuore di fronte al tribunale divino[1].
Valore cosmico
La Maat ha un significato difficilmente traducibile con una sola parola: indica il giusto ordine nella natura e nella società, come stabilito all'atto della creazione, e può così significare ciò che è giusto, retto, ordinato, legale, vero[2]. Il più antico ideogramma che rappresenta la Maat, un rettangolo largo e basso, lascia supporre che ci sia stato uno slittamento semantico dal piano reale a quello simbolico-figurato (cfr. anche rettitudine, diritto). Il contrario dell'ordine simboleggiato da Maat è Isfet, la personificazione del disordine e dell'ingiustizia.
Maat ha una valenza cosmica in quanto è presente al tempo della creazione, anche se non sembra avere un ruolo attivo né essere una divinità primordiale (è figlia di Ra):[3]
- "Maat discese nella terra in quel tempo (primordiale) e fraternizzò con gli dèi";
- "Maat venne dal cielo nel suo tempo e si unì a quelli che vivono sulla terra".
Compito del faraone e di ogni uomo è mantenere integro l'ordine di Maat che esisteva nell'età dell'oro della creazione:
- "(Amhenemet II) ha allontanato Isfet comportandosi come Atum (dio della creazione)";
- "(Tutankhamon) ha allontanato Isfet dalle due terre (nord e sud Egitto), e Maat risiede stabilmente nel suo palazzo [...] e la terra è come era nei primi tempi".
Questi passi sottolineano l'aurea divina e sacrale che circondava non solo il faraone ma anche le sue leggi e il suo operato.
Valore morale
I 42 precetti della confessione negativa[4] |
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Per quanto sia presente, il ruolo cosmico di Maat appare complessivamente limitato. È nel piano etico-sociale che essa appare assolutamente centrale, tanto che rappresenta il cuore dell'etica egizia. La Maat non viene pregata e contemplata, ma detta e fatta. Così le Istruzioni di Kagemni:
« | Fa' la Maat per il re, la Maat è ciò che il re ama. Di' la Maat per il re, la Maat è ciò che il re ama. » |
Così le istruzioni di Ptah-Hotep:
« | Maat è grande e la sua potenza è duratura, non è stata disturbata dal tempo di Osiride. C'è punizione per colui che trasgredisce alle sue regole, non è famigliare con l'avido [..]. Quando la fine è vicina, Maat continua ad esistere [..]. Lunga è la vita per l'uomo che si comporta in accordo a Maat [..], ma l'avido non ha tomba. » |
È soprattutto nella pesa dell'anima che Maat gioca un ruolo fondamentale: secondo la mitologia egizia, in base alla Maat viene valutata la rettitudine dell'anima e la sua possibilità di vita eterna. Il cap. 125 del Papiro di Ani (ca. anno 1250 a.C.)[7], la versione più diffusa del Libro dei morti, elenca una confessione negativa con 42 norme ("io non ho...") che rappresentano la più chiara e completa enunciazione dei precetti della Maat (vedi il riquadro a fianco). Alcuni precetti non ci sono chiari, altri appaiono simili, forse sulla base di sfumature semantiche oggi non più ricostruibili, altri sono doppioni.
Gli insegnamenti degli antichi, provati dall'esperienza, sono destinati a mettere gli uomini in armonia con Maat, ma, contrariamente al modo biblico, non si afferma che le cose siano esplicitamente comandate da Dio[8].
C'è un certo pragmatismo nella Maat, ma non è grossolano; esso sta nel fatto che la giustizia è il solo vero ordine, e ogni offesa alla giustizia è vendicata, è l'"abominio di Dio", secondo il tenore della frase egiziana, che però ha una sfumatura diversa dall'espressione biblica "abominio per YHWH" (Dt 7,25; 17,1; 18,12; 22,5; 23,19; 24,4; 25,16; 27,15 ).
Maat e la Sapienza dell'Antico Testamento
Per approfondire, vedi la voce Sapienza |
La duplice caratteristica di Maat (cosmica e morale) presenta affinità con la Sapienza personificata descritta in alcuni brani dell'Antico Testamento, ed è possibile ipotizzare un'influenza. Così Gilber:
« | "Ma'at assicura l'ordine cosmico e l'armonia nei rapporti umani attraverso la giustizia e la bontà verso i poveri [..]. La figura della Sapienza in Pr 8 è forse parzialmente ispirata a quella di Ma'at, ma non senza che una purificazione radicale sia stata operata: la Sapienza non è una dea. » | |
(Maurice Gilbert, Sapienza, in Pietro Rossano, Gianfranco Ravasi, Antonio Girlanda (a cura di), Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Edizioni Paoline, 1988, ISBN 8821515796, p. 1430-31)
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D'altro canto, questa affinità non deve portare a un mero riduzionismo, come vogliono alcuni divulgatori con intento antireligioso[9], per i quali la morale dell'Antico Testamento non sarebbe altro che la Maat riadattata, e pure il Logos incarnato non sarebbe altro che una riproposizione della Maat. La rivelazione cristiana ammette una gradualità, al culmine della quale, "nella pienezza dei tempi" (Gal 3,24 ), si è incarnato il Figlio di Dio. In quest'ottica, la Maat costituisce un "gradino" intermedio, assieme al logos ellenista, del piedistallo che ha accolto la manifestazione di Gesù.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |