Onofrio Giovenco

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Onofrio Giovenco
Laico
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 92 anni
Nascita Alcamo
4 gennaio 1909
Morte Bogliasco
3 agosto 2001
Sepoltura
Appartenenza
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Onofrio Giovenco (Alcamo, 4 gennaio 1909; † Bogliasco, 3 agosto 2001) è stato un medico e scienziato italiano.

Biografia

Padre della pittrice e stilista Gisella Giovenco, è nato ad Alcamo, nella provincia di Trapani, ed ha preso il nome del nonno medico, che aveva curato i soldati feriti nella battaglia di Calatafimi. Dopo avere completato gli studi liceali nella sua città, si è iscritto alla facoltà di medicina dell'Università di Palermo dove si è laureato nel 1934. L'anno successivo è partito per la guerra d'Etiopia come medico nel Genio Militare: questa esperienza, che gli ha lasciato il "mal d'Africa", l'ha descritta nel suo libro "Collaudo di razza all'Equatore termico", del quale sono state pubblicate diverse edizioni. Per 27 mesi seguì un reparto di truppe del Genio Zappatori Artieri durante la guerra e le successive operazioni di polizia.

Nel 1943 si è quindi trasferito a Ferrara, dove ha sposato Afra Mariani, la sua madrina di guerra. Nel 1946, stesso anno della nascita della figlia, ha preso la specializzazione in pediatria a Bologna. Nel 1949 si è trasferito in Liguria, a Pieve Ligure e poi a Bogliasco, dove oltre a esercitare la libera professione, ha prestato la sua opera presso l'ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia), pure in due paesi viciniori.

Attività professionale

Assieme ai giovani studenti e fino all'età di ottant'anni, ogni giorno frequentava le aule dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova, dove i luminari dell'epoca, Professori De Toni, Tolentino, Bulgarelli e altri, riportavano dai congressi internazionali tutte le novità nel campo della medicina. In questo modo si teneva continuamente aggiornato nella sua professione. Si dedicava frattanto alla tutela dell'ambiente e dell'abitato, ed era presente nelle scuole di Bogliasco per dare lezioni su educazione alimentare e civica.

Ha inoltre fondato l'ADA (Associazione Difesa Abitato), per combattere la sporcizia e le esagerate mire dei costruttori quando la Liguria venne assalita dal cemento. E poi fondò il Club del Sangue gemello affinché, in caso di bisogno urgente di una trasfusione, si potesse rintracciare immediatamente il concittadino con lo stesso tipo di sangue.

È stato un costante collaboratore del periodico Fronte Sanitario, con articoli dettati dall'esperienza di medico pratico, e proprio con questo spirito si dedicava con passione alla ricerca di soluzioni idonee a semplificare il lavoro dei colleghi medici. Nel suo studio eseguiva esami sulle feci, le urine, il sangue e, rendendosi conto della scomodità di usare carta e penna per segnare ciò che vedeva al microscopio, inventò e brevettò il Citometro per i laboratori di analisi.

Trovò il modo per stroncare gli accessi di tosse, che costituiscono il vero pericolo nella pertosse, con la terapia dell'acqua. Scoprì, per i medici che esercitano in zone isolate e di montagna, il metodo per differenziare il liquido amniotico dalle urine, evitando inutili corse in ospedali lontani.

Verso la fine degli anni '60, mettendosi in contatto con i missionari d'Africa e poi con l'Università di Teramo, verificò la sua intuizione per la ricerca delle microfilarie nel sangue, senza vetrini, coloranti e microscopio: bastava un solo pezzetto di nastro adesivo trasparente (sul quale si mette una goccia di sangue e richiudendolo su sé stesso) e un obiettivo a secco per diagnosticare precocemente e curare le devastanti conseguenze delle filariosi. Attraverso gli stessi missionari e tanti altri, quando ancora nessuno in occidente parlava di infibulazione, condusse la sua battaglia contro questa diffusa pratica di mutilazione nelle bambine, che a volte addirittura muoiono per le infezioni.

La nave Elettra

Il panfilo Elettra di Guglielmo Marconi

Una delle sue notevoli iniziative, che sarebbe potuta diventare memorabile, soprattutto per Genova, fu quella per la ricostruzione del panfilo Elettra, appartenuto allo scienziato italiano Guglielmo Marconi.

Finita la II Guerra Mondiale e a seguito del Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate, proprietaria del relitto era diventata la Iugoslavia, le cui autorità, comunque, ne consentirono nel 1959 la restituzione all'Italia. Nel 1962 la nave, ormai priva del suo antico splendore e dei suoi segreti, venne portata nel Cantiere "San Rocco" di Muggia, vicino Trieste.

Nel 1972, grazie all'interessamento del Presidente del Consiglio on. Giulio Andreotti, su sollecitazione dell'ammiraglio Virgilio Spigai (presidente del Lloyd Triestino), venne fatto uno stanziamento di 2 miliardi e 400 milioni di lire per la ricostruzione della nave che venne quindi trasportata presso il vicino Cantiere San Marco di Trieste, ma un secondo preventivo di quasi 7 miliardi, che superava abbondamente quello precedente, fece bloccare e accantonare il progetto definitivamente. A seguito della decisione di demolire la nave, il 18 aprile 1977, lo scafo fu tagliato in diverse parti che furono distribuite ad alcuni musei.

Quando il ministro Vittorino Colombo fece tagliare in più parti il panfilo "Elettra", sul quale Marconi aveva sperimentato le sue scoperte (tra cui l'accensione delle luci di Sydney), il dottor Giovenco rimase indignato, poiché tali invenzioni avevano salvato già milioni di vite, aprendo le porte alla futura tecnologia. Diede così inizio alla sua lunga battaglia con articoli sui più importanti giornali, in televisione e nei convegni.

Il dottor Giovenco aveva in mente di reintegrare l'Elettra a Sasso Marconi, grazie al contributo delle 85 Casse di Risparmio italiane; inizialmente anche il Comune di Bologna voleva aderire, ma poi ci rinunciò.

Nel 1979 Giovenco fondò il CREM (Comitato Ricostruzione Elettra Marconi), al quale aderirono subito, oltre ai comandanti Stagnaro e Vigo, diverse personalità della cultura. Il comitato, al quale egli prese parte con passione e costi personali, aveva lo scopo di ridare alla nazione la possibilità di non dimenticare un genio come Marconi. Infatti, nelle sue intenzioni c'era un'iniziativa che prevedeva che i vari pezzi dell'Elettra, già sparsi in diverse città italiane, fossero riuniti, risaldati e l'imbarcazione posta su una banchina di Genova del porticciolo "Duca degli Abruzzi".

Allorchè il ministro Vittorino Colombo stava mandando una parte del panfilo in Australia, per ricordare il collegamento Genova-Sydney fatto da Marconi nel 1930, il dottor Giovenco chiese aiuto all'on. Sandro Pertini, Presidente della Repubblica e fu evitato che quel pezzo finisse in Australia. Nel frattempo Il Corriere della Sera e Famiglia Cristiana pubblicavano articoli feroci contro l'on. Vittorino Colombo.

Giovenco lottò pure affinché non fosse realizzata l'Elettra II che, secondo gli ideatori, avrebbe dovuto viaggiare come uno yacht di lusso per politici promotori dell'Italia: ma il vero grave problema, secondo il dottor Giovenco, era che a bordo della nave avrebbero installato le apparecchiature della vera "Elettra", conservate nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e che a causa di un eventuale incidente, poteva andare perduto questo prezioso patrimonio scientifico.

Nel 1990 il Presidente del Consiglio, on. Giulio Andreotti, istituì una commissione, di cui facevano parte anche il dottor Giovenco e l'ingegnere Bargagliotti dell'Ansaldo (suo consulente), per reintegrare a terra il panfilo, ma il progetto, nonostante il costo non proibitivo, venne rigettato dal Ministro per i Beni Culturali pro-tempore per mancanza di fondi.

Nonostante l'appoggio di enti e personaggi importanti come il senatore Ruffini (della 7^ commissione permanente del Senato), Antonino Zichichi, la marchesa Marconi, la contessa Gaslini, il comandante Durand de La Penne, il mitico navigatore Thor Heyerdhal, la Lega Navale, il direttore generale del RINA, il sindaco di Bologna e quello di Loano, l'associazione dei Radioamatori, il Rotary e tantissimi italiani, il sogno del dottor Giovenco, durato più di venticinque anni, non potè avverarsi.

Pubblicazioni

  • Collaudo di razza all'equatore termico, appunti del dott. Onofrio Giovenco, Palermo, ed. Libreria Agate, 1939; pagine 194, con 150 illustrazioni fotografiche. (Con la prefazione di M. Giordano, ispettore della Sanità Pubblica del Governo dei Galla e Sidama).
  • La cataplessoterapia dell'accesso di tachicardia parossistica, Genova-Nervi, Stab. Grafico cartotecnico, 1949.
  • La bottiglia thermos di Dewar utile di fortuna per la ricerca culturale del bacillo difterico, Genova-Nervi, Stab. Grafico Cartotecnico, 1950;
  • Qualche corso d'acqua dolce può bloccare l'accesso di pertosse nei bambini d'età superiore a 2 anni. Nota pratica (Tip. A.Lunghi, 1952);
  • Note di diagnosi coprologica pratica nelle elmintiasi, (Minerva Pediatrica vol.13, 1961);
  • Nuovo metodo di ricerca delle microfilarie nel sangue fresco, 1963;
  • Frequenza, nell'età infantile, della congiuntivite allergica provocata dagli ossiuri (Minerva Pediatrica vol.18 n.16, aprile 1967);
  • 10 casi di choc mortale da infezione di siero antitetanico nei bambini trattati con sieri, (Varallo, tip. Capelli, estr. da Giornale di Malattie Infettive e Parassitarie, 1973, vol.25.
Voci correlate
Collegamenti esterni