Persona Humana

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Persona Humana
Dichiarazione
della
Congregazione per la Dottrina della Fede,
Promulgata sotto l'autorità di
Paolo VI
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Congregation for the Doctrine of the Faith .jpg
La sede della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma
Data 29 dicembre 1975
(XIII di pontificato)
Approvazione 29 dicembre 1975
Argomenti trattati criteri morali e maniere di vivere ad opera di alcuni educatori, pedagogisti o moralisti, ha fatto sì che "insegnamenti
Testo integrale sul sito della Santa Sede
Tutti i documenti di Paolo VI
Tutte le dichiarazioni

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La persona umana, a giudizio degli scienziati del nostro tempo, è così profondamente influenzata dalla sessualità, che questa deve essere considerata come uno dei fattori che danno alla vita di ciascuno i tratti principali che la distinguono. Dal sesso, infatti, la persona umana deriva le caratteristiche che sul piano biologico, psicologico e spirituale la fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l'iter del suo sviluppo verso la maturità e il suo inserimento nella società.
Virgolette chiuse.png
(Incipit del documento)

Persona Humana è il titolo di un documento (propriamente si tratta di una dichiarazione) della Congregazione per la Dottrina della Fede. È stata pubblicata il 29 dicembre 1975 sotto l'autorità di papa Paolo VI, e ha come argomento "alcune questioni di etica sessuale"[1],

Il documento, che porta la firma del prefetto della Congregazione, card. Franjo Šeper, era stato ratificato e confermato dal papa Paolo VI il 7 novembre precedente.

Contenuto

Il documento inizia notando che la corruzione dei costumi e le proposte di "concezioni e modi di comportamento che sono in contrasto con le vere esigenze morali dell'essere umano", ad opera di alcuni educatori, pedagogisti o moralisti, ha fatto sì che "insegnamenti, criteri morali e maniere di vivere, finora fedelmente conservati, sono stati nel giro di pochi anni fortemente scossi, e sono numerosi quelli che oggi, dinanzi a tante opinioni largamente diffuse e contrarie alla dottrina che hanno ricevuto dalla chiesa, finiscono col domandarsi quel che devono ancora ritenere per vero" (n. 1). Ciò provoca difficoltà da parte dei pastori, ed è il motivo per cui la Congregazione per la Dottrina della Fede, per mandato del papa, ha pubblicato il presente documento (n. 2).

In materia morale, non può esserci vera promozione della dignità dell'uomo se non nel rispetto dell'ordine essenziale della sua natura. I principi morali fondamentali sono contenuti nella "legge divina, eterna, oggettiva e universale", che "è accessibile alla nostra conoscenza" (n. 3).

È errato affermare che "non si possa trovare né nella natura umana né nella legge rivelata altra norma assoluta e immutabile, se non quella che si esprime nella legge generale della carità e del rispetto della dignità umana". La rivelazione divina e, nel suo proprio ordine, la sapienza filosofica, mettono in rilievo esigenze autentiche della umanità, per ciò stesso manifestano necessariamente l'esistenza di leggi immutabili. Cristo, poi, ha istituito la sua Chiesa come "colonna e sostegno della verità"[2] (n. 4). Tale dottrina si applica anche all'etica sessuale (n. 5).

Il documento passa poi ad analizzare alcuni "abusi della facoltà sessuale", senza la pretesa di esaurirli (n. 6), e al riguardo conferma il giudizio morale tradizionale, sviluppandolo però alla luce dei dati delle moderne scienze umane:

Esamina in dettaglio poi il significato dell'opzione fondamentale (n. 10), spiegando che la presenza di un'opzione fondamentale buona non impedisce di commettere peccati mortali:

« L'uomo pecca, dunque, mortalmente non soltanto quando il suo atto procede dal disprezzo diretto di Dio e del prossimo, ma anche quando coscientemente e liberamente, per un qualsiasi motivo, egli compie una scelta il cui oggetto è gravemente disordinato. In questa scelta, infatti, come è stato detto sopra, è già incluso il disprezzo del comandamento divino: l'uomo si allontana da Dio e perde la carità»

Infine il documento indica in dettaglio le esigenze della virtù della castità (n. 11-12).

Il documento si conclude indicando il dovere dei Vescovi, di "insegnare ai fedeli la dottrina morale concernente la sessualità, quali che siano le difficoltà che l'adempimento di questo compito incontra di fronte alle idee e ai costumi oggi diffusi". Spetta a loro "vigilare perché nelle facoltà di teologia e nei seminari sia esposta la sana dottrina alla luce e sotto la guida del magistero della Chiesa. Essi devono, parimenti, avere cura che i confessori illuminino le coscienze e che l'insegnamento catechistico sia impartito in perfetta fedeltà alla dottrina cattolica (n. 13).

Note
  1. Titolo del documento.
  2. 1Tim 3,15 .
Voci correlate
Collegamenti esterni