Pietro II di Alessandria

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Nota di disambigua - Se stai cercando l'omonimo santo egiziano, vedi Pietro I di Alessandria.
Pietro II di Alessandria
Vescovo
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° vescovo di Roma
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Pietro II di Alessandria († 380) è stato patriarca di Alessandria d'Egitto tra il 373 e il 380. Successe ad Atanasio.

Contesto storico

Morto Atanasio, il successore Pietro II si trovò ad affrontare la crescente minaccia costituita, per il Cristianesimo, dalle politiche filo-pagane dell'imperatore Giuliano, che avevano portato un risveglio delle pratiche e delle filosofie pagane e ad un rafforzamento di quella parte della società che vedeva con sfavore, se non con opposizione un culto estraneo come quello cristiano.

Questa fase di ripresa del paganesimo si interruppe però bruscamente nel 366 a seguito della morte dell'Imperatore nel corso di una campagna contro i Parti. A quel punto l'arcivescovo Pietro dovette nuovamente affrontare gli ariani, sostenuti dal nuovo imperatore Valente, il quale nel 375 favorì la sua deposizione e l'ascesa alla cattedra di quella che divenne la chiesa copta e la chiesa ortodossa di Alessandria, dell'ariano Lucio di Alessandria[1]. Con la morte di Valente nel 378, però, un decreto di papa Damaso ristabilì Pietro in Alessandria.

Pietro fece ritorno in Egitto il 30 maggio 378, e lì morì due anni dopo. Gli successe Timoteo I. La definitiva sconfitta degli ariani giunse a seguito dell'emanazione Editto di Tessalonica[2] dell'anno 380, con cui gli imperatori Teodosio I, Graziano e Valentiniano II proclamavano il cristianesimo religione di Stato, decidendo al contempo di porre un definitivo ordine alla nuova religione dell'Impero.

Predecessore: Patriarca di Alessandria Successore: Quadrato trasparente.png
Atanasio 373–380 Timoteo I I
II
III
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V
VI
VII
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X
con
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Atanasio {{{data}}} Timoteo I
Note
  1. Già dall'assassinio del patriarca Giorgio, era considerato la guida spirituale degli ariani di Alessandria.
  2. Pietro II è citato nell'editto di Tessalonica.
Collegamenti esterni