Piscina di Siloe

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Piscina di Siloe
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Siloe1.jpg
Sito della piscina di Siloe
Altro nome
Collocazione storica
Civiltà Ebraica
Oggetto generico Luogo ad uso pubblico
Oggetto specifico Impianto balneare
Dedicazione
Dedicazione non cristiana
Fondatore
Data fondazione
Architetto
Scopritore
Data scoperta
Datazione
Inizio della costruzione
Completamento
Distruzione
Soppressione
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Preesistenze
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Localizzazione
Stato Israele
Regione
Provincia
Comune Stemma Gerusalemme
Località o frazione
Diocesi [[]]
Altitudine massima m slm
Altitudine minima m slm
Dimensioni
Superficie m2
Altezza m
Larghezza m
Lunghezza m
Volume m3
Profondità m
Diametro m
Inclinazione °
Primi scavi
Datazione scavi
Organizzazione scavi
Archeologi
Secondi scavi
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Archeologi
Terzi scavi
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Archeologi
Amministrazione
Proprietà
Parte di
Ente
Responsabile
Indirizzo
Telefono
Fax
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web [ sito web ufficiale]
Sito web 2
Informazioni
Note
Coordinate geografiche
31°46′14″N 35°14′06″E / 31.770556, 35.235 bandiera Israele
Dati UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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La piscina di Siloe (o Siloam) è un sito archeologico localizzato nella parte inferiore del fianco meridionale del monte Ophel, che ora si trova a sud est e fuori dalle mura cittadine della Città vecchia di Gerusalemme.

La piscina era alimentata dalle acque della sorgente di Gihon (1Re 1,33 ; 2Re 20,20 ; 2Cr 32,30 ; Sir 48,17 [1]), che venivano fatte affluire tramite due acquedotti:

  • il canale dell'età del bronzo medio: un intaglio profondo 6 metri scavato direttamente nella roccia e ricoperto da lastre di pietra, e databile appunto all'età del bronzo medio, ca. XIX secolo a.C.;
  • il tunnel di Ezechia: un tunnel di 533 metri scavato anch'esso nella roccia e databile al regno di re Ezechia, verso il 704 a.C.[2].

Nella Bibbia

La piscina è menzionata diverse volte nella Bibbia: nell'Antico Testamento Is 8,6 menziona le acque della piscina, mentre Is 22,9 fa riferimento alla costruzione del tunnel di Ezechia.

Al tempo di Gesù

Al tempo di Gesù il rito della Festa delle Capanne, che aveva un significato messianico, contemplava lo svolgimento di una processione, che veniva solennemente ad attingere acqua alla piscina, che all'epoca era l'unico serbatoio della città. Il rito aveva il significato di onorare la dinastia davidica, di cui la piscina era divenuta un simbolo, allorché Isaia aveva rimproverato al popolo di disprezzare questa "acque che scorrono placidamente" (Is 8,6 )[3].

Il Vangelo secondo Giovanni cita la piscina nella Pericope del cieco nato (9,7.11): Gesù vi manda il cieco perché vi si lavi ed acquisisca la vista[4]. L'evangelista pone un'identificazione tra Siloe e "l'Inviato", in base a un'etimologia che si può giustificare[5], che è un evidente riferimento a Gesù stesso.

Nella storia

Un importante intervento di restauro della piscina venne fatto nel V secolo d.C., in età bizantina, per volere dell'imperatrice Elia Eudossia.

La piscina, dopo essere stata abbandonata e lasciata andare in rovina, viene parzialmente riutilizzata ai nostri giorni. È circondata da un alto muro in pietra da ogni lato, fatta eccezione per un arco d'ingresso al tunnel di Ezechia, scoperto solo nel XIX secolo, è di piccole dimensioni e si trova accanto ad una piccola moschea, che in parte vi è stata anche costruita sopra.

Note
  1. Cfr. anche Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica, V, 4.1s; Hermann L. Strack, Paul Billerbeck, Kommentar zum NT aus Talmud und Midrasch, 6 voll., Monaco 1922, II vol., p. 531-533.
  2. Xavier Léon-Dufour, Lettura dell'Evangelo secondo Giovanni, Edizioni Paoline, Milano 1990-1998, 4 voll., vol. II, Capitoli 5-12, 1992, ISBN 8821525503, p. 423.
  3. Xavier Léon-Dufour, cit., p. 424.
  4. L'archeologo Ronny Reich, dell'Università di Haifa, sostiene che la presenza di Gesù nei pressi della piscina potrebbe essere stata dettata semplicemente dalla necessità di lavarsi prima di entrare nel Tempio.
  5. Il termine ebraico che fa qal all'infinitivo ha anzitutto un senso attivo: "condotta", "canale", "conduttura" (cfr. 3Q 15; 11,7); ma può essere letto anche come un passivo: "essere inviato"; cfr. Rudolf Schnackenbur, Biblische Zeitscrhrift 13 (1969) 252-256. Vedi Xavier Léon-Dufour, cit., p. 424.
Voci correlate
Collegamenti esterni