Rodolfo il Glabro

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Rodolfo il Glabro
Monaco
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battezzato
ERRORE in "fase canonizz"
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Miniatura medievale raffigurante un basilisco
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 62 anni
Nascita Borgogna (?)
985 ca.
Morte Saint-Germain d'Auxerre
1047 ca.
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Rodolfo il Glabro, in francese Raoul Glaber o Raoul Le Chauve, in latino Glaber Rodulfus (Borgogna (?), 985 ca.; † Saint-Germain d'Auxerre, 1047 ca.), è stato un monaco francese, uno dei maggiori cronisti d'età medievale.

Biografia

Fu allievo di Guglielmo da Volpiano,abate di San Benigno di Digione, di cui scriverà la biografia (Vita di Guglielmo abate).

Nato da un rapporto extra-coniugale, entrò giovanissimo in monastero come oblato. Di natura irrequieta, ma sinceramente religioso, Rodolfo cambiò diversi monasteri della Borgogna, finché trovò accoglienza a Cluny, dove, nel 1047, terminò di scrivere i cinque libri delle Cronache o Storie , gli Historiarum libri quinque, che compose dietro invito di Guglielmo da Volpiano che gli fu molto vicino come guida paterna per diversi anni.

È una fonte ricca di informazioni per il periodo attorno all'anno Mille.

In quel periodo era dilagante la paura della fine del mondo che molti situavano in concomitanza con la fine del millennio perciò i suoi racconti storiografici sono spesso diretti all'interpretazione delle calamità (come le carestie) o dei fenomeni naturali (come le eclissi) quali segni premonitori di questo destino.

Famosa è la sua frase su "un candido manto di chiese", riguardo alla rinascita dell'attività edilizia religiosa agli albori del nuovo millennio:

"Si era già quasi all'anno terzo dopo il mille quando nel mondo intero, ma specialmente in Italia e nelle Gallie, si ebbe un rinnovamento delle chiese basilicali: sebbene molte fossero ben sistemate e non ne avessero bisogno, tuttavia ogni popolo della cristianità faceva a gara con gli altri per averne una più bella. Pareva che la terra stessa, come scrollandosi e liberandosi della vecchiaia, si rivestisse tutta di un candido manto di chiese (Erat enim instar ac si mundus ipse, excutiendo semet, reiecta vetustate, passim candidam aecclesiarum vestem indueret). In quel tempo i fedeli sostituirono con edifici migliori quasi tutte le chiese delle sedi episcopali, tutti i monasteri dedicati ai vari santi e anche i più piccoli oratori di campagna"[1].

Note
  1. Rodolfo il Glabro, Cronache dell' Anno Mille (Storie), a cura di G. Cavallo e G. Orlandi, Fondazione Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori editore, Milano 1990, pp. 132-133.
Bibliografia
  • Rodolfo il Glabro, Cronache dell' Anno Mille (Storie), a cura di G. Cavallo e G. Orlandi, Fondazione Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori editore, Milano 1990, ISBN 8881661373.
Voci correlate
Collegamenti esterni