San Giuliano martire
San Giuliano martire Laico · Martire | |
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Santo | |
San Giuliano martire | |
Morte | 175 ca. |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Canonizzazione | pre-canonizzazione |
Ricorrenza | 27 gennaio |
Santuario principale | Sora e Atina |
Attributi | palma |
Patrono di | Sora ed Accettura |
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Nel Martirologio Romano, 27 gennaio, n. 2:
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San Giuliano martire († 175 ca.) è stato un laico e martire latino.
Biografia
Giuliano, giovane oriundo della Dalmazia, durante la persecuzione di Antonino Pio, in Italia, presso Anagni, fu riconosciuto come cristiano.
Condotto ad Atina, fu quivi assoggettato da Flaviano, prefetto della provincia di Campania, a diversi tormenti. Mentre subiva la pena dell'eculeo, crollò il tempio di Serapide e cadde in frantumi la statua del dio. Accusato perciò di magia fu decapitato tra le rovine del tempio medesimo.
Tale la leggenda riportata negli Acta Sanctorum da un manoscritto italiano del Chioccarelli.
Cesare Baronio, negli Annales, assegna il martirio di Giuliano all'anno 175, sotto l'imperatore Marco Aurelio, durante il pontificato di papa Sotero.
Il Martirologio Romano colloca il martirio sotto Antonino Pio (138-161). Riferendosi inoltre al Martirologio della Basilica Vaticana, ritiene che Sora sia stata la sede del martirio e aggiunge che in questa città si conservano gli Atti manoscritti del martire.
La leggenda sorana e quella atinate differiscono soltanto per la indicazione della sede del martirio e delle circostanze relative. Entrambe sono certamente tarde, ed è da rilevare che il martirio del santo viene assegnato allo stesso giorno, 27 gennaio, in cui è ricordato san Giuliano di Le Mans.
Le reliquie del martire furono rinvenute nel luogo preciso ove se ne celebrava la memoria, in una antica chiesa dedicata al santo, presso Sora, come risulta dal processo autentico dell'invenzione redatto con atto autografo del vescovo Giovannelli (1609-1632) e trasmesso alla Congregazione dei Riti il 15 aprile 1614.
Le reliquie furono rinvenute il 2 ottobre 1612 e traslate per desiderio di Costanza Sforza Boncompagni nella chiesa di Santo Spirito il 6 aprile 1614. Il vescovo Agostino Colaianni (1797-1814) le fece traslare nuovamente portandole nella chiesa cattedrale, ove sono tuttora venerate sotto l'altare dedicato al santo, mentre in alto campeggia una statua in legno che lo rappresenta con la palma del martirio.
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