Antonino Pio
Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio Pagano | |
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Imperatore romano | |
Busto dell'imperatore Antonino Pio | |
Età alla morte | 74 anni |
Nascita | Lanuvio 19 settembre 86 |
Morte | Roma 7 marzo 161 |
Sepoltura | Mausoleo di Adriano |
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Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio, nato comeTito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino (Lanuvio, 19 settembre 86; † Roma, 7 marzo 161), è stato il sedicesimo imperatore romano; visse nel "secolo d'oro" dell'Impero romano d'Occidente e i primi due secoli dopo Cristo presero la denominazione di "era degli Antonini".[1]
Fu tollerante con i cristiani e con gli ebrei[2].
Ascesa al potere
Antonino nacque nel Lazio dal console Aurelio Fulvio e da Arria Fadilla anche se la sua famiglia aveva origini parzialmente galliche (Nimes) e molto facoltose, difatti i suoi nonni furono consoli e i suoi genitori erano proprietari terrieri e industriali.[1]
Trascorse la sua giovinezza a Lorium.
Dopo la morte del padre, Antonino venne educato dai nonni. Antonino si dimostrò un uomo buono, indulgente e intelligente, amante della pace, della giustizia, dell'ordine e dell'economia.[3]
La sua carriera politica e pubblica iniziò come questore nel 111, proseguì come pretore nel 116, come console nel 120, proconsole d'Asia nel 133 e infine come membro del Consiglio imperiale.[4]
Adriano in un primo tempo scelse Lucio Elio Vero come figlio adottivo, ma Lucio morì la notte precedente alla riunione del Senato che avrebbe dovuto confermare la sua successione ad Adriano, e quindi il 24 gennaio del 138 Adriano scelse Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino come successore, adottandolo il 25 febbraio col nome di Tito Elio Cesare Antonino.[5]
Antonino adottò suo nipote Marco Aurelio e Lucio Commodo, figlio di Lucio Elio Vero. Una volta raggiunto il potere Antonino propose al Senato la divinizzazione di Adriano, riuscendovi dopo qualche compromesso, e proprio per questi suoi comportamenti concilianti e per le sue dimostrazioni di clemenza ottenne il titolo di Pio, oltreché di padre della patria (pater patriae).[6]
La politica interna ed economica
Antonino gestì saggiamente l'economia imperiale nonostante le elargizioni e le distribuzioni al popolo di grano, di acqua, di olio, di vino, di sussidi alle orfane, oltreché le numerose opere pubbliche (ponti, strade, acquedotti) e l'aiuto alle città colpite da calamità naturali.[1] Inoltre fu molto rispettoso del Senato.[7]
Ligio alla religione, agli antichi riti, alle tradizioni, nel 148 celebrò solennemente il novecentesimo anniversario della fondazione di Roma. Migliorò la condizione della donna, edulcorando la punizione per infedeltà, oltreché quella degli schiavi, inasprendo le pene per gli omicidi.[1]
Amministrazione giuridica
Notevole fu l'impronta da lui lasciata nel campo del diritto tramite i giureconsulti Vindio Vero, Salvio Valente, Volusio Meciano, Vepio Marcello e Diaboleno.[4] Sotto il suo regno si pose la distinzione giuridica tra le classi superiori (honestiores) e le altre (humiliores), distinzione espressa nelle diverse pene cui le classi erano soggette. Sempre in campo giuridico rinnovò l'incarico ai governatori delle province più capaci e prestò particolare attenzione ai reclami giuridici verso i suoi procuratori del fisco nelle province. Antonino dimostrò molta attenzione all'equità delle leggi ed alcuni suoi principi giuridici vennero confermati nei secoli successivi in numerosi diritti europei.[8]
Politica estera
Il prestigio di Antonino presso i popoli stranieri fu senza precedenti, in virtù soprattutto del fatto che amò sempre la pace e fu anche arbitro nelle contese tra i vari sovrani. Le campagne militari intraprese da Antonino furono in Britannia, tra il141e il143con la costruzione di un nuovo muro più a nord di quello diAdriano, che però fu abbandonato nel 159 a causa di una grave rivolta; lungo illimes germanico-retico, con un ulteriore avanzata verso il limes danubiano; inEgitto, verso il142-144, per domare una rivolta armata; nelleMauretanie, verso il145, per riportare la calma in una situazione di disordine; inDacia, verso il156-157, per sopprimere una sollevazione. Per questi successi si meritò i titoli diDacicus e diGermanicus.
Ultimi anni e morte
Nel 160 Marco e Lucio furono designati consoli insieme e il 7 marzo 161, Antonino convocò il consiglio imperiale, passò tutti i suoi poteri a Marco e morì poco dopo all'età di settantaquattro anni.[9][10]
Il funerale di Antonino fu celebrato tradizionalmente in modo che lo spirito potesse ascendere agli dèi. Il corpo venne posto su una pira. Lucio e Marco divinizzarono il padre adottivo con il consenso del Senato.[11]
Sulla base delle sue ultime volontà, il patrimonio di Antonino passò a Faustina, non direttamente a Marco.[12][13] Succedettero ad Antonino, secondo il progetto maturato da tanto tempo, Marco Aurelio e Lucio Vero. Era la prima volta che due imperatori, con pari potere, governassero l'impero romano.
Arte e cultura
Il Tempio di Antonino Pio a Roma dedicato nel 141 alla moglie Faustina e all'imperatore dopo la sua morte, era caratterizzato da un altare per i riti pubblici e da sei colonne di marmo con capitelli corinzi.[3]
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: | |
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Adriano | 15 luglio 138 - 7 marzo 161 | Marco Aurelio |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |