Marco Aurelio
Marco Aurelio Antonino Augusto Pagano | |
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Imperatore romano | |
Busto dell'Imperatore Marco Aurelio (oggi al Museo del Louvre) | |
Età alla morte | 58 anni |
Nascita | Roma 26 aprile 121 |
Morte | Sirmio o Vindobona [1][2] 17 marzo 180 |
Sepoltura | Mausoleo di Adriano |
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Marco Aurelio Antonino Augusto (Roma, 26 aprile 121; † Sirmio o Vindobona [1][2], 17 marzo 180) è stato il diciassettesimo imperatore romano, oltreché un filosofo stoico e scrittore. Fino al 169 governò assieme al suo fratello adottivo Lucio Vero; gli storici lo considerano un imperatore illuminato[3].
Ascesa al potere
Marco Aurelio nacque in una villa sul monte Celio da una famiglia di origini romane, ma trasferitasi in Spagna nei pressi di Cordova. Figlio di Marco Annio Vero e di Domizia Lucilla, la sua famiglia paterna annoverava un bisnonno senatore e questore, un nonno patrizio e una discendenza da Numa Pompilio, mentre quella materna era facoltosa e di grado consolare.
Il padre morì quando Marco Aurelio aveva tre anni e l'imperatore ricordò di lui soprattutto la modestia e la virilità, mentre dalla madre ricevette gli insegnamenti della pietà religiosa e della semplicità nella dieta.[4]
Dopo la morte del padre, Marco Aurelio venne educato dal nonno paterno e da Adriano che lo avvicinarono alla cultura greca; grazie agli insegnamenti di Diogneto si avvicinò alla filosofia, con quelli di Frontone all'eloquenza, e con quelli di Alessandro di Cotieno alla letteratura.[5]
Marco Aurelio venne adottato assieme a Lucio Vero dall'imperatore Antonino Pio quando aveva diciassette anni e a questa giovane età divenne questore e l'anno seguente console.
Dal 136 iniziò la sua formazione oratoria sotto la guida di Erode Attico e Marco Cornelio Frontone.
Tre anni dopo fu nominato Cesare e nel 140 fu console, nel 146 ottenne la potestà tribunizia e l'imperium proconsolare.[6]
Nel 145 sposò la quattordicenne Faustina minore e il 30 novembre 147 nacque il primo di quattordici figli partoriti da Faustina.
Dopo la morte di Antonino Pio, avvenuta il 7 marzo 161, Marco Aurelio assunse il potere imperiale e convinse il Senato ad attribuire gli stessi onori al fratello adottivo Lucio Vero; per la prima volta Roma veniva governata da due imperatori contemporaneamente, anche se a Marco Aurelio fu riservato il titolo di pontefice massimo e una certa preminenza.[7]
L'esercito giurò fedeltà ai due imperatori, i quali divinizzarono il padre adottivo.
Politica interna
Marco Aurelio fu rispettoso delle istituzioni, collaborativo verso il Senato e gestì in modo oculato l'amministrazione e le risorse finanziarie, e lui stesso condusse una vita sobria.[6] Tra i primi atti di Marco Aurelio vi furono la divisione dell'Italia in quattro distretti, le sostituzioni di numerosi funzionari dell'impero, l'istituzione dell'anagrafe, il rafforzamento della rete stradale, la difesa delle frontiere, il miglioramento dell'amministrazione della giustizia, della condizione degli schiavi, degli orfani, dei minori, le elargizioni al popolo colpito da calamità e carestie, la diminuzione degli spettacoli gladiatori e dei divertimenti, l'eliminazione della pratica della tortura.[8] [9][10] Si dimostrò clemente in numerose occasioni, evidenziando tolleranza in relazione alle caricature eseguite dal mimo Marullo,[11] così come fu generoso quando mise all'asta oggetti personali per risanare il bilancio dell'Impero.[11]
Politica estera
L'Impero di Marco Aurelio si caratterizzò per una serie di rivolte e disordini ai confini, in Britannia, in Germania e in Oriente.[12] La prima campagna militare fu in Siria nel biennio 163-164 contro i Parti; venne guidata da Lucio Vero affiancato dal prefetto del pretorio Tito Furio Vittorino e verso la fine del 163 venne conquistata la capitale Artaxata e Lucio Vero assunse il titolo di Armeniacus. L'anno seguente la situazione in Armenia si stabilizzò con il controllo dell'esercito romano, mentre nel 165 i romani vinsero in Mesopotamia e l'anno successivo invasero il Paese dei Medi.[13][14]
In quegli stessi anni Marco Aurelio inviò un'ambasceria in Cina presso l'Imperatore cinese della dinastia Han,[15] mentre diveniva turbolenta la situazione in Germania a causa dell'invasione dei Marcomanni che attraversarono il Danubio attratti dalle ricchezze dell'Impero romano. Nel 168 fu stipulata una pace da Marco e Lucio con i Marcomanni.[16] L'esercito romano portò con sé dal Medio Oriente la “peste antonina” che per un ventennio decimò la popolazione, seguita da una pandemia di vaiolo o morbillo. Cinque milioni di persone persero la vita per queste malattie.[17][18][19]
Nel 169 morì Lucio Vero per un attacco apoplettico o per la peste, e contemporaneamente vi fu una penetrazione dei Marcomanni al di qua delle Alpi fino ad Aquileia che impegnò per numerosi anni l'imperatore.[20]
Nel 175 Avidio Cassio, governatore della Siria, si autoproclamò, forse con la complicità di Faustina, imperatore dopo la diffusione della falsa notizia della morte di Marco Aurelio.[12] Dopo tre mesi il Senato lo proclamò nemico dello Stato e venne ucciso dai suoi stessi soldati, nonostante Marco Aurelio avesse dichiarato di volerlo perdonare e di volerlo salvare.
Nell'ultimo decennio di regno, dal 175, Marco Aurelio visitò le province orientali: Bisanzio, Nicomedia, Tarso, la Cilicia dove morì Faustina o per un'ennesima gravidanza o per un suicidio o per la gotta,[21] la Siria, l'Egitto, la Grecia dove prese parte ai riti dei misteri eleusini e venne in contatto con alcuni padri apologisti cristiani.[22][23]
Il 27 novembre del 176 Marco Aurelio nominò come Augusto (co-imperatore) il figlio Commodo, concedendogli la tribunicia potestas e l'imperium.[24]
Due anni dopo Marco Aurelio dovette trasferirsi ancora alla frontiera danubiana a causa di nuovi disordini generati dai Marcomanni, ma nel 180 si ammalò, forse di peste e il 17 marzo morì, all'età di cinquantotto anni nella città di Vindobona (Vienna) secondo Aurelio Vittore oppure presso Sirmio (Serbia) secondo Tertulliano.[1][2][25] Prima di morire invitò il figlio Commodo a proseguire e terminare la guerra con i Marcomanni.
Marco Aurelio venne cremato, divinizzato e con la sua scelta, criticata da molti, del figlio Commodo come successore mise fine agli “imperatori adottivi”.[26]
Marco Aurelio, seguendo gli insegnamenti di Apollonio, fu l'ultimo grande esponente dello Stoicismo e la sua opera Colloqui con sé stesso è ritenuta uno dei capolavori letterari e filosofici di tutti i tempi. [27] In questa opera Marco Aurelio descrisse la sua concezione stoica del mondo, riassunta nella sua indifferenza per tutto ciò che non è né virtù né vizio, nel suo scetticismo, nel suo pessimismo, nella sua visione stoica ed epicurea della morte, da lui descritta come la fine delle sofferenze, oltreché nelle illusioni umane, nel rispetto del proprio dovere, nello spirito di indipendenza, nell'impassibilità, nella clemenza.[6][12][28]
Marco Aurelio credeva nell'esistenza dell'anima e indicava nell'intelletto la sede dell'attività spirituale.
Marco Aurelio non fu tollerante verso i cristiani, da lui giudicati fanatici e sotto il suo impero la popolazione perseguitò qualche volta i cristiani con l'accusa di aver causato la collera degli dèi.[29][30][6] [31]
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: | |
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Antonino Pio | 8 marzo 161 - 17 marzo 180 | Commodo |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |