San Luca di Demenna

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San Luca di Demenna
Abate
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battezzato
Santo
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Ambito lucano, Scomparto di polittico con San Luca di Demenna (XV secolo), tempera su tavola; Armento (Potenza), Chiesa di San Luca Abate
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 73 anni
Nascita Alcara li Fusi
920
Morte Armento
13 ottobre 993
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Monaci basiliani
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
Elezione
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Altre ricorrenze
Santuario principale Chiesa di San Luca Abate di Armento (Pz)
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 febbraio, n. 5:
« In Basilicata, san Luca, abate secondo gli insegnamenti dei Padri orientali, che condusse un'intensa vita monastica dapprima in Sicilia, sua patria, poi in vari luoghi in seguito all'invasione dei Saraceni, per morire infine presso Armento nel monastero dei santi Elia e Anastasio del Carbone da lui stesso fondato. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

San Luca di Demenna, detto anche san Luca d'Armento, (Alcara li Fusi, 920; † Armento, 13 ottobre 993), è stato un abate e fondatore italiano, uno dei monaci basiliani di san Filippo Siriaco di Agira; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia

Figlio dei nobilissimi Giovanni e Tedibia fu educato cristianamente. Appena giunse alla giusta età, i genitori lo sollecitavano spesso al matrimonio, ma egli non volle ascoltarli desiderando dedicarsi a Dio.

Lasciò il paese natio per entrare nel monastero dei monaci basiliani di san Filippo Siriaco di Agira.

Per sfuggire alle vessazioni dei Saraceni, che avevano conquistato l'isola attraversò lo stretto e andò a mettersi sotto la disciplina di sant'Elia Speleota di Reggio. Ma ben presto anche la zona dell'Aspromonte divenne meta delle incursioni saracene, per cui egli prese la via del Nord fino a raggiungere la famosa eparchia monastica del Mercurion, ai confini tra Calabria e Lucania, meta di tutti i santi italo-greci del tempo.

Fondò una laura nel territorio di Noia (Noepoli), dove restaurò la cadente chiesa di San Pietro qui visse con la sua comunità per sette anni, praticando il più rigoroso ascetismo accompagnato dal lavoro manuale nei capi.

Desideroso di maggiore solitudine, passò nel territorio di Agromonte, presso il fiume Agri, dove restaurò il monastero di San Giuliano. Prestò la sua opera di cristiana carità ai soldati feriti nel conflitto tra i Saraceni e le truppe di Ottone II; fortificò il castello di Armento e la chiesa della Madre di Dio, lasciandone la custodia ai propri discepoli. Di qui ebbe origine intorno al 971 il celebre monastero dei Santi Elia e Anastasio del Carbone, che divenne il quartiere generale di san Luca, baluardo fortificato contro le incursioni dei Saraceni e luogo dove operò molti miracoli. Qui Luca morì assistito da san Saba di Collesano il 5 febbraio 995 e fu sepolto nella chiesa del monastero, dove ebbe culto pubblico.

Voci correlate
Collegamenti esterni