San Mosè di Roma

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San Mosè di Roma
Presbitero · Martire
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Martire
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 25 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 25 novembre, n. 3:
« A Roma, commemorazione di san Mosè, sacerdote e martire, che, dopo l'uccisione del papa san Fabiano sotto l'imperatore Decio, insieme al collegio presbiterale si prese cura dei fedeli; giudicò necessario riconciliare quanti durante la persecuzione avevano rinnegato la fede ed erano in quel momento malati e in punto di morte e, tenuto a lungo in carcere, spesso li consolò riferendo loro le lettere di san Cipriano di Cartagine; coronò, infine, la sua vita con un insigne e mirabile martirio. »

San Mosè di Roma († 251) è stato un presbitero e martire latino della chiesa di Roma che, dopo la morte di Papa Fabiano, resse la Chiesa in un collegio di sacerdoti in attesa dell'elezione del nuovo Papa.

Biografia

Durante la persecuzione di Decio per molti mesi fu impossibile eleggere un nuovo pontefice. Per questo motivo la Chiesa romana venne amministrata da un collegio di sacerdoti, tra cui Mosè spiccava per prestigio e anzianità. Durante la persecuzione, molti cristiani avevano rinnegato la propria fede, questi vennero chiamati lapsi. Nacquero durissime polemiche fra chi sosteneva una linea di intransigenza come Novaziano e chi, come Mosè, era su posizioni più moderate, invocando tolleranza per coloro che avevano rinnegato o si erano sottratti prudentemente al pericolo.

Mosè morì nel 251, vittima di una lunga prigionia, anche se non fu martire nel senso stretto della parola. Il Martirologio Romano gli attribuisce questo titolo: per aver comunque testimoniato la propria fede fino alla morte in catene.

Voci correlate