San Pelagio di Laodicea

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San Pelagio di Laodicea
Arcivescovo
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al secolo {{{alsecolo}}}
battezzato
Santo
'

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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita IV secolo
Morte ?
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale [[]]
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Consacrazione vescovile Laodícea, 360 dal Patriarca Acacio di Cesarea di Palestina
Elevazione ad Arcivescovo
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Creazione
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Riammesso da
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Successivo {{{Successivo}}}
Incarichi ricoperti Arcivescovo di Laodicea di Siria
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
{{{inizio}}}
Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
{{{fine}}}
(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione Pre-canonizzazione
Ricorrenza 25 marzo
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Bastone pastorale
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Coniuge

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Consorte

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Invito all'ascolto
Firma autografa
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San Pelagio di Laodicea (IV secolo; † ...) è stato un arcivescovo franco.

Vita

Il nome Pelagio deriva dal latino e significa "marino" "del mare". L'emblema del santo è il bastone pastorale.

Dalla Storia Ecclesiastica di Teodoreto di Ciro ricaviamo le uniche informazione su questo personaggio vissuto nel IV secolo.

San Pelagio di Laodicea era originario della Siria, si sposò molto giovane, ma, nello stesso giorno delle nozze, ottenne dalla sposa il consenso a una vita di perfetta castità. Di fronte all'esempio di virtù che essi offrivano ai cristiani di Laodícea (oggi Lataquieli), in Siria, costoro lo scelsero, nel 360, quale arcivescovo della città ed egli ricevette dalle mani di Acacio di Cesarea di Palestina la consacrazione episcopale.

Nel 363 assistette al Concilio di Antiochia, dove fu ardente difensore della fede nicena contro gli Ariani e firmò la professione di fede in cui era incluso il termine "consustanziale". Nel 367 partecipò anche al sinodo di Tiana.

L'imperatore Valente, avendo aderito all'eresia ariana, privò i vescovi ortodossi delle loro sedi e Pelagio, compreso nel loro numero, fu esiliato in Arabia.

Nel 378, dopo la morte di Valente, salì al trono imperiale Graziano e Pelagio poté rientrare in possesso della sua carica aderendo al partito di Melezio di Antiochia; successivamente si schierò tra i vescovi favorevoli all'elezione in Costantinopoli di San Gregorio di Nazianzo.

Nel 381, infine, lo ritroviamo al secondo Concilio ecumenico di Costantinopoli. Si ignora la data della sua morte.

Non pare che la Chiesa bizantina abbia mai reso un culto particolare a Pelagio. Anche in Occidente, il santo vescovo, è rimasto ignoto alle liste dei martirologi storici; si dovette attendere il Cardinale Cesare Baronio affinché la sua memoria fosse introdotta nel Martirologio Romano alla data, arbitrariamente scelta, del 25 marzo.

Collegamenti esterni